Porrajmos – Sa Mudaripen: il grande genocidio di Rom e Sinti mai terminato
In quel campo c’erano tantissimi bambini, molti di quei bambini certamente erano nati in quel recinto […]. La notte del 2 agosto 1944, ero rinchiuso ed era notte e la notte nel lager c’era il coprifuoco, però ho sentito tutto. In piena notte sentimmo urlare in tedesco e l’abbaiare dei cani, dettero l’ordine di aprire le baracche del campo degli zingari, da lì grida, pianti e qualche colpo di arma da fuoco. All’improvviso, dopo più di due ore, solo silenzio e dalle nostre finestre, poco dopo, il bagliore delle fiamme altissime del crematorio. La mattina, il primo pensiero fu quello di volgere lo sguardo verso lo Zigeunerlager che era completamente vuoto, c’era solo silenzio e le finestre delle baracche che sbattevano”.
Piero Terracina (Ebreo, sopravvissuto ad Aushwitz)
La comunità Rom e Sinta in Italia conta circa 180.000 individui il 70% e oltre di questi è cittadino italiano, molte delle famiglie sono presenti sul territorio nazionale dal 1300 la maggioranza di questi a combattuto nella Resistenza.
Perché la data del 2 agosto è importante da ricordare? Cosa succede in quell’occasione?
Il 2 Agosto del ’44 precisamente la notte del 1 agosto intere famiglie presenti nello Zigeunerlager verranno sterminate nelle camere a gas ma questo non fu il primo tentativo da parte dei nazisti di sterminare il popolo Rom e Sinto. Il primo tentativo avvenne il 16 maggio del ’44 ma le persone all’interno dello Zigeunerlager, avvisati di quanto stava per accadere, diedero vita alla prima rivolta, armati di pietre, bastoni e tanta voglia di resistere cacciarono le SS e riuscirono a sopravvivere per altri tre mesi circa prima della fatidica notte. Tale rivolta, una delle più simboliche e importanti, ad oggi non viene menzionata da nessuno e il ricordo rimane vivo solo nel nostro popolo che porta avanti la memoria di ciò che fu e la testimonianza di quanto accade nei giorni nostri.
Ad oggi la situazione è migliorata?
Assolutamente no, oggi l’antiziganismo è molto forte nel nostro Paese ed è soprattutto istituzionale.
Il segretario di Maserada della Lega Nord scrive su Facebook: “Cosa si lancia a uno zingaro che sta affogando?…. La moglie e i figli”
“Possono partecipare tutti: basta avere un qualsiasi mezzo di locomozione che cammini, più è grosso e più va veloce sarà facilitato nella raccolta dei punti”. E’ questa la descrizione del gioco “Acciacca lo zingaro”, Forza nuova, Roma Sud.
Giancarlo Gentilini Lega: settembre 2008: «Voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari. Io ne ho distrutti due a Treviso. E adesso non ce n’è più neanche uno. Voglio eliminare i bambini che vanno a rubare agli anziani.
Ci ricordiamo della capotreno che ai microfoni disse: “Via gli zingari dal convoglio, alla prossima scendete perché avete rotto”
Il caso di Casal Bruciato? Dove una famiglia Rom ha avuto una casa popolare regolarmente assegnata, quando la famiglia si presentò per entrarvi, cori fascisti e atti violenti seguirono la famiglia per impedirne l’entrata in casa, tanto da dover far intervenire le forze dell’ordine.
Il caso di Torre Maura dove venne calpestato il pane pur di non farlo arrivare al campo Rom al quale era destinato. In quest’occasione un ragazzo di 15 anni interverrà a difesa delle persone Rom alle quali era destinato il pane, dandoci una grande lezione di vita.
La legge 20 luglio 2000, n. 211 (“Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti“) è una legge ordinaria della Repubblica italiana emanata per l’istituzione della Giornata della Memoria e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000, non cita in alcun modo le persone Rom e Sinte.
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»
Ad oggi L’Italia riconosce 12 minoranze storico – linguistiche presenti sul suolo nazionale nell’articolo 6 della Costituzione tranne una, la più numerosa d’Europa quella dei Rom e Sinti appunto.
La strada è ancora lunga e a tal proposito ci terrei a chiudere con la citazione di uno dei sopravvisuti del campo che è Karl Stojka:
“Noi Rom e Sinti siamo come i fiori di questa terra. Ci possono calpestare, ci possono eradicare, gassare, ci possono bruciare, ci possono ammazzare – ma come i fiori noi torniamo comunque sempre”