“Stay human. Africa”. Il profilo del Mozambico sul versante dei diritti umani e della situazione umanitaria
di Nicole Fraccaroli
La situazione dei diritti umani in Mozambico è peggiorata nel 2021, in gran parte a causa delle continue violenze nella provincia settentrionale di Cabo Delgado.
Anche la crisi umanitaria della provincia è peggiorata a causa dell’insicurezza e della violenza, provocando lo sfollamento di oltre 800.000 persone. Il gruppo armato localmente noto come Al- Shabab o Al-Sunna wa Jama’a (ASWJ), che è legato allo Stato Islamico (ISIS), ha continuato ad attaccare villaggi, uccidere civili, rapire donne e bambini, nonché ad utilizzare ragazzi come soldati
nella loro lotta contro le forze governative del Mozambico. Le forze di sicurezza dello Stato sono state coinvolte in violazioni dei diritti umani, comprese intimidazioni, sfruttamento sessuale delle donne sfollate e uso illegale della forza contro i civili.
Nel marzo 2021 il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ha avvertito che la crisi degli sfollati nel nord del Mozambico rischiava di trasformarsi in un’emergenza fame poiché sempre più famiglie continuavano a fuggire dalla violenza. Come l’anno precedente, i gruppi umanitari non sono riusciti a raggiungere le comunità più colpite dalle violenze. Il WFP ha sospeso
la distribuzione di cibo al distretto di Palma a causa di severi e concreti rischi per la sicurezza.
L’assistenza agli sfollati nelle aree isolate dei distretti di Palma, Macomia, Mocimboa da Praia, Muidumbe e Quissanga è ripresa solo a settembre 2021, quando l’accesso alla regione è migliorato.
Le forze di sicurezza dello Stato sono state anch’esse coinvolte in violazioni dei diritti umani durante operazioni antiterrorismo nella provincia settentrionale di Cabo Delgado, comprese intimidazioni, maltrattamenti di sfollati e uso illegale della forza contro i civili. I soldati del governo hanno proibito alle persone fuggite dall’attacco dell’ASWJ Palma a Quitunda di lasciare il villaggio e hanno aggredito fisicamente coloro che cercavano di lasciare la zona. Un certo numero di sfollati ha anche accusato le forze governative dispiegate a Palma di aver costretto i residenti in difficoltà a pagare tangenti per ottenere spazio sui voli di soccorso. A ottobre 2021, il governo non aveva adottato alcuna misura pubblicamente nota per indagare su tali abusi o punire le persone implicate.
Il gruppo islamico ASWJ ha continuato ad attaccare villaggi, uccidere civili, rapire donne e bambini
e addestrare ragazzi a combattere le forze governative. Il 24 marzo 2021, il gruppo ha fatto irruzione nella città di Palma, uccidendo e ferendo un numero imprecisato di civili, alcuni nelle loro case, e migliaia di sfollati. Il gruppo è stato anche implicato nel rapimento di ragazzi e successivamente nel loro utilizzo per combattere le forze governative, dunque in violazione del divieto internazionale sull’uso dei bambini soldato. Il 5 ottobre dello stesso anno, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, l’UNICEF, ha espresso preoccupazione per il fatto che gli insorti stessero addestrando e indottrinando i ragazzi a combattere a Cabo Delgado.
Human Rights Watch ha trovato prove che i combattenti dell’ASWJ stanno usando centinaia di donne e ragazze rapite, in matrimoni infantili e forzati e come schiave sessuali. Il gruppo ha rilasciato altri individui dopo che le loro famiglie hanno pagato ingenti somme di denaro a titolo di riscatto. A ottobre, la British Broadcasting Corporation ha riferito che le forze congiunte mozambicane e ruandesi avevano liberato un numero imprecisato di donne salvate dalla prigionia.
Il governo mozambicano ha annunciato che la Tanzania non avrebbe creato un campo profughi per accogliere i mozambicani in fuga dalle violenze a Cabo Delgado. Il portavoce del governo ha affermato che i due governi hanno concordato che i cittadini in fuga sarebbero stati rimpatriati in Mozambico. Queste persone hanno continuato a essere rimpatriate con la forza dalle autorità tanzaniane. A settembre 2021, secondo l’UNHCR, dall’inizio dell’anno oltre 10.300 richiedenti asilo erano stati rimandati in Mozambico. Le azioni della Tanzania hanno violato il principio di non respingimento, un principio cardine del diritto internazionale, che vieta il rimpatrio forzato di persone che vedono seriamente minacciate la loro vita o la loro libertà.
Il numero di casi irrisolti di rapimenti, inclusi uomini d’affari o loro parenti, ha continuato ad aumentare nel 2021 e gli agenti di polizia sono stati coinvolti in almeno un caso. A giugno, secondo i media, il National Criminal Investigation Service (SERNIC) ha annunciato la detenzione di cinque persone, tra cui un agente SERNIC e un poliziotto, in relazione al rapimento di un uomo d’affari,
Kapil Rajas.
Vari partner internazionali hanno risposto alla richiesta del governo mozambicano di supporto nelle sue operazioni militari contro l’ASWJ a Cabo Delgado. Per esempio, il Portogallo ha firmato un accordo quinquennale di cooperazione militare con il Mozambico che prevede una missione di addestramento di 60 soldati.
Il Consiglio Europeo ha adottato una decisione che istituisce una missione di addestramento militare dell’Unione Europea in Mozambico per sostenere le forze governative nella protezione dei civili e nel ripristino di stabilità nella provincia di Cabo Delgado.
Ad oggi la situazione non ha registrato particolari progressi e miglioramenti.
Uno dei paesi più poveri e sottosviluppati del mondo, il Mozambico ospita quasi 30 milioni di persone nel sud-est dell’Africa, di cui oltre il 70% vive in aree non rurali. Il paese detiene uno degli indici di sviluppo umano più bassi al mondo, classificandosi 180 su 189 paesi. Più del 62% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà internazionale e oltre l’83% dei posti di lavoro è vulnerabile.
Le Nazioni Unite raccomandano prudenza sul miglioramento della sicurezza a Cabo Delgado, nel nord del Mozambico, considerando che non è ancora chiaro cosa stia succedendo dalla parte dei ribelli.
Il documento del ‘cluster di protezione’, un gruppo di agenzie delle Nazioni Unite che operano nell’area di protezione della popolazione in Mozambico, definisce il quadro della situazione con l’obiettivo di stabilire i principi che considera fondamentali affinché gli sfollati dal conflitto possano tornare a casa. Tra questi principi c’è la natura volontaria e civile del rimpatrio, cioè la volontà di farlo volontariamente e senza essere integrati nei convogli militari, che possono fare della popolazione (e degli agenti umanitari) un bersaglio.
Al momento non è stato ancora definito il coinvolgimento dell’ONU in questi piani, tuttavia è probabile che sarà chiamata a sostenere il ripristino dei servizi e fornire assistenza per facilitare un graduale rientro degli sfollati interni.
In una tale situazione ove il governo del Mozambico, con la responsabilità primaria di proteggere la propria popolazione e prevenire violazioni di diritti umani, non è in grado di adempiere al suo dovere, l’assistenza, la cooperazione e la solidarietà del mondo internazionale non sono mai stati così importanti.