La fragilità e la violenza della Comunicazione
di Alessandra Montesanto
Di solito non utilizzo però credo che, a volte, si debba usare una modalità altrettanto forte per far passare certi messaggi: mi riferisco al programma TV “Grande fratello” che, come nella maggior parte della Comunicazione, è un contenitore di ignoranza, di violenza, di ipocrisia. Bene che oggi si parli apertamente di disagio mentale, meno bene che se ne parli in questi termini e per una trasmissione così becera , che mette sotto i riflettori una parte di cittadinanza in cui da una parte troppe persone hanno perso l’umanità e da un’altra, molte sono troppo sensibili per sopravvivere nella nostra epoca.
Da tempo mi batto anche per chi soffre di quelle malattie dell’anima che sono poco riconosciute a livello istituzionale e, tantomeno, a livello sociale. Mi sento indignata e affranta: studiando si capisce quanto la Cultura, la Comunicazione, la Politica influenzino la salute delle persone comprese i BULLI (ADULTI e NON) che sono anche loro vittime di un sistema marcio, corrotto, privato di empatia, infarcito di disvalori, che ha lo stesso odore della cattiveria, lo stesso mutismo della paura, la stessa sordità del narcisismo, la stessa immobilità del vuoto più disperato e disperante. Che fare? Miguel De Unamuno scrive: “L’Uomo, dicono, è un animale razionale. Non so per qual motivo non si sia detto che è un animale affettivo o sentimentale. E forse quello che maggiormente lo distingue dagli altri animali è il sentimento e non la ragione”. Gli animali hanno, oggi, sicuramente più sentimento dell’Uomo calcolatore, arrivista, prepotente, superficiale e stupido, tanto stupido da non comprendere che tanto, alla fine, saremo tutti polvere o stelle. Non ci occupiamo di di cibo, di sesso, di intrattenimento, di gossip, di moda, etc. Non importa, siamo fatti così. Vogliamo parlare di persone ancora tali, di fragilità, di amore, di solidarietà, di vicinanza, di ascolto.
Ogni aggettivo che ho utilizzato in questo articolo ne contiene molti altri; esprime concetti e riflessioni che, spero, vengano fatte seriamente nelle scuole e su quegli organi di stampa e di informazione che davvero sentono l’urgenza di raddrizzare il tiro verso una direzione pulita, sana, saggia della vita individuale e collettiva.
Di solito non intervengo molto su questo giornale online per dare spazio e voce a chi è più esperto di me, a chi vive sulla propria pelle le situazioni su cui diamo le notizie, ma ho sentito la necessità di scrivere questo breve editoriale perchè, purtroppo, in molti seguono la tv generalista e i mi occupo da anni di Comunicazione e ho sentito il dovere, anche dal punto di vista deontologico, di commentare quello che sta accadendo nel mio adorato-odiato Paese.