La funzione didattica e sociale del museo tattile
di Martina Foglia
Come tutti sappiamo, in particolare al giorno d’oggi, la nostra società si basa soprattutto sul concetto di bellezza come metro di misura per valutare i vari contesti in cui l’essere umano si trova ad agire. Questo è ancora più lampante quando si parla di arte: “sono stata a vedere una bellissima mostra oggi” oppure “che bello questo panorama”. Possiamo fare queste affermazioni perché in noi è preponderante uno dei cinque sensi: quello della vista; fin dalla nascita abbiamo lentamente abituato il nostro occhio a osservare, a guardare tutto ciò che è intorno a noi e di conseguenza abbiamo poi creato il nostro senso critico di fronte a ciò che osserviamo e giudichiamo l’oggetto in questione bello o brutto secondo la nostra percezione soggettiva.
Ricordiamoci però che questa concezione appena espressa non esiste per le persone non vedenti. Se vi dicessi che anche queste persone possono godere della bellezza di opere d’arte odi paesaggi naturali in contesti protetti e adeguati? Ebbene sì all’inizio forse vi meravigliereste come è successo a me. Questi luoghi sono denominati musei tattili. il tatto per queste persone diventa strumento per creare un loro personalissimo concetto di bellezza . Attraverso questo senso percepiscono la forma di ciò che è esposto per poi costruire una loro idea dell’ immagine globale attraverso la percezione di ciò che hanno “sentito”. Ecco che per definire ciò che viene considerato bello o meno entreranno in gioco allora altri criteri rispetto a quelli abituali legati alla vista. Ciò che sarà importante per queste persone non sarà solamente la forma, ma anche la consistenza di ciò che toccano: se una superficie è ruvida o liscia, se una forma è spigolosa o rotonda, se la superficie è morbida o dura. Per garantire alle persone non vedenti una fruizione totale dell’esperienza artistica secondo le loro esigenze esistono vari musei tattili specializzati, ognuno in una dimensione dell’arte.
Ecco alcuni esempi : il più importante ed il primo è il museo tattile di Ancona specializzato nella riproduzione di sculture dall’arte greca fino alla contemporanea; il museo tattile di Varese specializzato in architettura, cioè nella riproduzione in scala dei più importanti edifici esistenti in Italia e all’estero; e poi ancora il museo Anteros a Bologna specializzato nell’arte pittorica e nella riproduzione dei dipinti più famosi come “La Gioconda”, ad esempio.
Quando si parla di bellezza però non si può prescindere dalla bellezza presente costantemente nella nostra vita quotidiana, quella dei paesaggi che ci circondano come un lago, una foresta, una catena montuosa: proprio per non escludere le persone non vedenti dalla contemplazione della Natura esiste un museo dedicato alla riproduzione in scala di paesaggi naturali: montano, lacustre, fluviale e marino con relativa fauna. Si tratta del museo tattile di Scienze Naturali di Trarego in provincia di Verbania.
Concludo dicendo che, secondo me, il “guardare” assume una connotazione relativa: si può ” guardare ” anche attraverso il tatto perché è fondamentale per contribuire alla formazione di un’immagine mentale che genera il concetto di bellezza e di conseguente senso critico.