Una partigiana della Memoria: Vera Vigevani Jarach
Di Alessandra Montesanto
Una donna piccola, di quasi novantacinque anni, gracile, seduta su una sedia a rotelle; ma che forza! Che occhi vispi! Che voce!
Sto parlando di Vera Vigevani Jarach, ebrea italiana fuggita nel 1939 alle leggi razziali fasciste e rifugiatasi con la famiglia in Argentina dove ora vive fin da quando era piccola, a Buenos Aires.
Il Destino, però, vuole che la sua esistenza sia colpita ancora una volta dalla parte più buia della Storia: quella dittatura militare che si abbatte sull’Argentina tra il 1976 e il 1983, a timbro del generale Jorge Rafael Videla e altri due comandanti delle Forze armate, dopo il rovesciamento di tutte le autorità costituzionali e con la sparizione di 30mila persone dissidenti, i desaparecidos.
Franca Jarach, figlia di Vera, è una di loro; scompare a 18 anni e, dopo una lunga lotta, la madre ha scoperto che anche la giovane ragazza fu torturata, sedata e il suo corpo gettato nell’oceano con uno dei numerosi voli della morte.
Mercoledì 8 febbraio, presso la Biblioteca Chiesa Rossa di Milano, ho avuto l’opportunità e il privilegio di ascoltare le parole di Vera, di parlarle, di accarezzarle le mani: è stata un’emozione forte perchè, da dieci anni mi occupo di diritti umani insieme al mio meraviglioso staff, e sentire una donna così combattiva, così dedita all’impegno per il bene comune, così determinata mi ha infuso energia nuova per continuare a educare ai diritti fondamentali, al rispetto reciproco, alla giustizia sociale, all’educazione civica e al rispetto della democrazia. Non mi sono sentita sola, anzi.
L’incontro è stato organizzato dall’Associazione 24 marzo Onlus, altre persone che credono nei principi della Verità e della Giustizia, come ha ricordato Vera Jarach, con fermezza; così come ha detto di essere preoccupata perchè vede il ritorno, in Italia, del fascismo ed è prioritario, quindi, salvaguardare la nostra Costituzione; e poi la guerra vicina – così come i conflitti lontani – non devono essere sottovalutati, ma bisogna ritornare a lavorare per la pace, a partire da noi stessi. Eravamo in una biblioteca di un quartiere periferico di Milano e la Jarach ha chiesto di raccontarne la storia e poi, al pubblico,. “Cos’è per voi una biblioteca”? e io ho risposto “Per me è un tempio”: i suoi bellissimi occhi si sono illuminati…e io mi sono commossa.
Vorrei concludere con la notizia di una campagna a cui Associazione Per i Diritti umani aderisce molto volentieri:
AYUDANOS A ENCONTRARTE, Aiutaci a trovarti.
Campagna Argentina per il diritto alla identità.
#ArgentinaTeBusca, Argentina ti cerca
Tra il 1976 e il 1983 si instaurò in Argentina un governo militare che attuò un piano sistematico di appropriazione dei neonati, bambini e bambine che vennero separati dalle loro madri e dai loro padri scomparsi. Le loro identità furono cambiate e vennero dati in adozione, cancellando le loro radici familiari.
Per questo motivo, Vera Jarach e altre donne, hanno costituito il gruppo della Madres de Plaza De Majo: si incontrano ogni giovedì, davanti al municipio di Buenos Aires, camminando in cerchio e indossando il loro fazzoletto bianco con scritto “Nunca mas (Mai più) e il nome dei/delle loro nipoti scoparsi/se per ritrovarle. Possono essere ovunque nel mondo.
Oggi, lo Stato argentino si è preso la responsabilità di aiutare le madres nella ricerca e sono 130 le persone che hanno recuperato la propria identità., la propria storia, le proprie radici biologiche.
Ci rivolgiamo direttamente a tutte e a tutti:
Tu potresti essere una delle persone, figlia o figlio di un desaparecido. Se hai qualche dubbio sulla tua identità, sulla tua origine o hai informazioni utili a questa ricerca, contatta il seguente sito: www.cancilleria.gob.ar/encontrarte
Sarà svolto tutto in forma confidenziale.