Quelle telefonate che ti “riattacano” alla vita
Associazione Per i Diritti umani sottoscrive e divulga il seguente appello lanciato da Sbarre di zucchero
Lettera aperta ai direttori penitenziari
e, per conoscenza, al Capo DAP, dottor Giovanni Russo
Al Direttore della Direzione Generale Detenuti e Trattamento, dottor Gianfranco De Gesu
Quelle telefonate che ti “riattaccano alla vita”
In un Paese in perenne emergenza, le uniche emergenze che quasi nessuno vuole vedere sono quelle che riguardano il carcere. Eppure è appena finito l’anno dei record, 84 suicidi, mai così tanti, e questa è una emergenza vera perché la gente sta morendo in carcere.
Sostiene uno dei massimi esperti di suicidi, lo psichiatra Diego De Leo, che certo prevenire i suicidi è molto difficile, ma almeno si può cercare di creare una forma di protezione: “Aumentare le opportunità di comunicazione e le connessioni con il mondo ‘di fuori’ non solo renderebbe più tollerabile la vita all’interno dell’istituto di detenzione, ma sicuramente aiuterebbe nel prevenire almeno alcuni dei troppi suicidi che avvengono ancora nelle carceri italiane”.
Quelle telefonate che sono un’accelerata agli affetti delle persone in carcere.
Scrive un detenuto: “Poter telefonare ogni giorno a casa aveva aiutato la mia famiglia a ritrovarsi. Ora ritornare da una telefonata al giorno a una telefonata a settimana di dieci minuti significa riperdersi. Questo periodo lo ricorderemo con i miei cari per esserci persi di nuovo”.
Secondo l’articolo 15 dell’Ordinamento penitenziario il trattamento del condannato e dell’internato è svolto anche “agevolando opportuni contatti con il mondo esterno e i rapporti con la famiglia”. Ma quei contatti sono invece una miseria: 10 minuti di telefonata a settimana e 6 ore di colloquio al mese, che vuol dire che un genitore detenuto può dedicare al figlio al massimo tre giorni all’anno.
Il Covid ha portato ulteriore isolamento e sofferenza, e anche le prime rivolte, i morti, la paura. Ma per fortuna qualcuno ha capito che non era la criminalità organizzata a far esplodere le carceri, ma l’angoscia e la rabbia delle persone detenute, spaventate di essere lasciate sole e di non sapere nulla del destino dei loro cari. E si è trovata l’unica soluzione accettabile, dare un’accelerata agli affetti delle persone in carcere introducendo “il miracolo” delle videochiamate e la forza che ti viene dalle telefonate quotidiane. E così le persone si sono ritrovate a chiamare casa molto più spesso, in alcune carceri anche ogni giorno, e a rivedere le loro case e le famiglie lontane con le videochiamate.
Gentili direttori, non è motivo “di particolare rilevanza” l’aver chiuso il 2022 con 84 suicidi?
“Radio carcere” dice che le telefonate a breve potrebbero non essere più quotidiane o comunque molto frequenti, ma noi non ci crediamo. Non vogliamo credere che i direttori, che hanno la possibilità di concedere più telefonate per motivi “di particolare rilevanza”, rinuncino a un potere, che per una volta è davvero un “potere buono”, di far star meglio le persone detenute, e soprattutto le loro famiglie. Certo, per chi ha figli minori dovrebbe restare in ogni caso la telefonata quotidiana, prevista dalla legge, ma tutti quei figli maggiorenni che per anni hanno avuto a disposizione solo dieci miserabili minuti settimanali per parlare con un genitore detenuto, perché devono essere di nuovo penalizzati dopo aver faticosamente ricostruito delle relazioni famigliari decenti con la chiamata quotidiana (o comunque molto frequente)?
Gentili direttori, non fateci tornare al peggio del passato, usate il vostro “potere” per prevenire i suicidi con quello straordinario strumento che può essere sentire una voce famigliare nel momento della sofferenza e della voglia di farla finita. Oltre alle videochiamate sostitutive dei colloqui e in numero non inferiore, lasciate le telefonate in più, in nome dell’emergenza suicidi, e anche per dare continuità a quella che la Corte Costituzionale nell’ordinanza N.162/2010 definisce la “progressività che ispira il percorso rieducativo del detenuto e che è tutelata e garantita dall’art. 27 della Costituzione, attraverso la previsione della finalità rieducativa della pena”.
Ornella Favero
Ristretti Orizzonti
Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia
Sbarre di zucchero
Gustavo Imbellone
Associazione A Roma Insieme – Leda Colombini
Associazione Per I Diritti Umani
Associazione Recidiva Zero
Francesco Pulpito
Licia Rita Roselli
Micaela Tosato
Associazione Loscarcere
Grazia Grena
Franca Garreffa
Donatella Corleo
Massimiliano Menozzi
Avv. Carlotta Toschi
Marco Costantini
Claudio Leone
Maria Teresa Caccavale
Associazione Happy Bridge
Ivano Bianco
Stefano Petrella
Antonio Sauchella
Moreno Zoli
Carla Benfenati
Associazione Lacasadellalbero
Giampaolo Zampieri
Arrigo Cavallina
Associazione Il Carcere Possibile Onlus
Tonino Di Toro
Monica Oliviero
Associazione Areyoureading?
Associazione Un Filo Rosso
Associazione Station to Station
Stefania Ghezza
Stefania Putelli
Nicola Dettori
Avv. Franco Villa Osservatorio Carcere UCP
Franco Greco
Associazione Catena in Movimento Onlus
Cooperativa Catena in Movimento 2.0
Imam Monhsen
Mauro Bini
Mirko Zorzi
Giampaolo Manca
Associazione Insieme Per Ricominciare Odv
Eleonora Rodella
Antonella Guastini
Sonia Paolini
Michele Nardi
Giovanni Arcuri
Gioacchino Onorati
Luigi Fontana
Altea Vaccaro
Francesco Crema
Stefania Anarkikka Spanò
Anarkikka
Associazione Diritti D’autore
Riccardo Sindoca
Quintino Duma
Nadia Palombi
Gruppo Padre Pio volontari a Rebibbia Reclusione
Assunta Onorato
Angela Castellino
Luca Zambon
Federico Osman
Monica Bizaj
Maurizio Mazzi
CRVG del Veneto
Piera Marziali
Avv. Enrica Giordano
Carmela Cioffi
MariaPia Giuffrida
Anna Maria Repichini
Susanna Ronconi
Associazione Sapere Plurale Torino
Marco Mareschini
Cecilia Scolari
Ahmed Abdelrahman
Grazia Zuffa
Società della Ragione Onlus
Emanuela Amato
Cosp Coordinamento Sindacale Penitenziario Cosp Bari
Emanuela Belcuore Garante delle persone private della libertà personale Città di Caserta
Samuele Ciambriello Garante delle persone private della libertà personale Regione Campania
Carmelo Musumeci
Annarosa Lorenz
Dialdim Abdelrahman
Avv. Enrico Marignani
Cinzia Cerullo
Carla Cecchi
Angela Verde
Bianca Verde delegata di Sinistra Italiana alle politiche sociali e pari opportunità Napoli
Associazione Damm
Associazione Sgarruppato
Associazione Spartak San Gennaro
Ida Petricci
Marcella De Girolamo
Luisa Ravagnani Garante delle persone private della libertà personale Città di Brescia
Padre Vittorio Trani Cappellano Carcere di Regina Coeli Roma
Associazione Vo.Re.Co Roma
Don David Maria Riboldi Cappellano Casa Circondariale di Busto Arsizio
La Valle di Ezechiele Cooperativa sociale
Fabrizio Maiello
Marie Verducci
Per sottoscrivere come singole persone o associazioni inviare adesione via mail a sbarredizucchero@gmail.com
La lettera verrà inviata via PEC a tutte le direzioni degli Istituti Penitenziari italiani
Al Presidente della Repubblica italiana Mattarella
Al Ministro della Giustizia Nordio