“America latina. Diritti negati”. Paraguay a destra
di Tini Codazzi
Poco si sa di questo piccolo paese del Sudamerica senza vista mare, incastonato tra Bolivia, Brasile e
Argentina, pieno di risorse naturali, paradossalmente ricco di acqua perché attraversato da due importanti
fiumi Il Paraguay e il Paranà. Ebbene, il 30 aprile ci sono state le elezioni in questo paese e il giovane
Santiago Peña di 44 anni, candidato del Partido Colorado (di tendenza conservatrice e repubblicana) ha
vinto con un largo margine ed è il nuovo presidente eletto del Paraguay. La sua principale sfida
internazionale riguarda il rapporto del suo paese con la Casa Bianca. L’anno scorso, il segretario di stato
Antony Blinken ha annunciato sanzioni contro l’ex presidente Horacio Cartes (2013-2018) e la sua famiglia,
il governo americano afferma che Cartes, durante la sua presidenza, aveva ostruito un’investigazione
contro la criminalità internazionale che coinvolgeva lui e alcuni suoi soci e che riguardava il riciclaggio, la
falsa testimonianza e l’appropriazione indebita. Non meno importanti i rapporti che il nuovo Presidente
dovrà tessere con la Cina, visto che il suo paese è uno dei pochi che ancora ha rapporti diplomatici con
Taiwan.
Peña inizierà il suo percorso il prossimo 15 agosto in mezzo ad un paese disilluso a causa della corruzione e
il crimine organizzato, di fatto il Paraguay è un nodo strategico che favorisce flussi e reti criminali
internazionali. Il paese geograficamente è un punto di transito importante per il traffico di droga
proveniente da Bolivia e Perù con destino Europa e di questo dovrà anche occuparsi.
Ultima, ma non meno importante la crisi con L’EPP. Nella regione agricola di Concepción, nel centro del
paese, è nata nel 2008 una organizzazione guerrigliera denominata “Ejercito del Pueblo Paraguayo (EPP)”,
piccola di numero, con un centinaio di membri ma che funziona come le grandi organizzazioni guerrigliere
latinoamericane nate con le dittature: crimini contro civili, sicariato e narcotraffico, da 14 anni seminano il
terrore in una delle zone di allevamento più importanti del paese. L’EPP è responsabile di estorsioni,
attacchi, sequestri a famigliari di ex presidenti del paese, personalità di alto profilo politico, imprenditori,
poliziotti, giornalisti e attentati con auto bombe.
Nonostante sia così piccola, lo Stato non ha mai potuto neutralizzarla, i passati governi di sinistra non ci
sono riusciti, adesso la strada del Paraguay ha cambiato direzione, la strada a destra dovrebbe essere una
mano più forte verso la caduta dell’EPP. Il successo del governo di Peña nella lotta contro la delinquenza e
la corruzione potrebbe essere decisivo per tracciare il camino verso un equilibrio nella zona centrale della
nazione e avviare un processo di pace tra guerriglia e Stato.