Piccola storia di B.
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(da mai più lager – no ai cpr)
Ora ve la possiamo raccontare, la storia di B., 26 anni, algerino, in Italia dal 2016.Perchè purtroppo non rischia più ritorsioni, essendo stato rimpatriato dal CPR di Milano qualche settimana fa. Fino alla fine ha cercato di evitarlo in tutti i modi, anche inghiottendo le batterie del telecomando dalla TV della sala mensa. Ma nulla da fare. L’hanno rimpatriato con ancora una pila nello stomaco. B. aveva perso molti chili nel corso del trattenimento.
Un giorno, dopo una perquisizione piuttosto “burrascosa”, nel corso della quale ha riferito di essere stato aggredito dagli agenti in tenuta antisommossa, era rimasto molto scosso dalla cosa. Per protesta, si è praticato un taglio sulla gamba e uno sul collo in corrispondenza della gola, perdendo molto sangue. Un altro trattenuto ce l’aveva segnalato, come persona con disagio, trasmettendoci il video che pubblichiamo, che lo ritrae così, sanguinante, mentre vaga lento in sala mensa, in mezzo al cibo gettato a terra dopo una protesta, per l’ennesima volta in cui il cibo era stato servito avariato.
B. aveva cercato di far valere i propri diritti e denunciare la sua compromessa situazione psicofisica, nominando un avvocato di fiducia; ma il gestore ha fatto di tutto per ostacolarlo, trattenendo per più di due giorni il foglio della nomina da firmare, che gli aveva inviato il suo avvocato.
Questo inaccettabile comportamento ostruzionistico del gestore del CPR di Milano, Martinina S.r.l. è sempre più frequente, e sempre più praticato – non solo a Milano – a danno di chi non conviene venga in contatto con legali o attivist* e racconti quanto accadutogli.
Nei giorni successivi gli era toccato assistere al tentativo di suicidio di un ragazzo marocchino, che aveva fatto la “corda” in bagno ed era stato salvato per tempo dai compagni. E aveva dovuto accudire H., che portato all’aeroporto per un tentativo di rimpatrio, si era ribellato, e per questo era stato aggredito dagli agenti, riempito di manganellate sul collo diventato viola e livido e riportato in cella dolorante.B. non accettava che potesse accadere tutto questo, gli sembrava tutto senza senso.”Preferisco morire che stare qua“.Un giorno ci ha ha fatto una timida richiesta. “Devo chiederti una cosa. Ho solo un pantalone e una felpa e fa caldo, vorrei una maglietta e un pantaloncino. Grazie per tutto”.: sei fortunato se il gestore rispetta il capitolato di appalto e ti consegna il kit di ingresso: un cambio, per il quale il gestore è remunerato profumatamente, e con il quale puoi restare anche per più mesi: è risparmiando anche su queste cose che si fa profitto sulla pelle degli altri.
Il tempo di trovare un volontario, disposto alla trafila della preparazione, del pacco, della perquisizione, e della verifica dei documenti, non è stato sufficiente.“Ciao, sono in Algeria. Mamma mia non so che fare, è tutto cambiato qua”In bocca al lupo, B.