Patrick Zaki condannato ad altri tre anni di carcere
di Alessandra Montesanto
Avevamo gioìto, poche settimane fa, per la laurea con lode, conseguita da Patrick Zaki in collegamento video presso l’università Alma mater di bologna. Da remoto perchè il giovane si trova ancora in Egitto e ieri è stato di nuovo condannato a tre anni di carcere a causa delle opinioni politiche espresse tramite i canali social e quindi, secondo la Corte egiziana della “diffusione di notizie false”. Dopo mesi e mesi di calvario di detenzione preventiva, era stato scarcerato nel dicembre 2021, ma il 18 luglio scorso è giunta la nuova, brutta notizia.
Una vergogna per lo Stato italiano che non è in grado di tutelare un proprio cittadino; una vergogna per lo Stato italiano che continua ad intraprendere rapporti di convenienza politico-economica con l’Egitto, sulla pelle dei giovani (il pensiero è diretto ovviamente anche a Giulio Regeni) e violando i diritti umani.
Patrick è stato arrestato in tribunale prima di essere trasferito ala stazione di polizia di Gamasa.
Ieri all’udienza, la madre e la fidanzata di Zaki hanno urlato di dolore, di rabbia e il loro grido deve essere anche il nostro: di indignazione e, soprattutto, per continuare a chiedere una vera giustizia, Giustizia che, se considerata ancora un principio di democrazia, deve essere superiori a qualsiasi interesse.
Il suo avvocato, Hossan Bahgat, ha subito twittato: “Urgente: Patrick George Zaki, ricercatore presso l’Egyptian Initiative for Personal Rights, è stato condannato a tre anni di carcere dal tribunale per la sicurezza dello Stato di emergenza, sulla base di un articolo di opinione pubblicato nel 2020. la sentenza non è soggetta ad appello o cassazione”.
Non tappiamo la voce a chi vuole la libertà, difendiamo i valori della nostra Costituzione e facciamoci rispettare da governi autoritari dentro e fuori i confini.