La passione e l’impegno di Jonathan Mastellari
di Filippo Cinquemani
Il protagonista di questa intervista è un giovane uomo che ha fatto della sua passione un lavoro.
Niente di nuovo, ma nemmeno di così semplice direi. Forse è per questo che nel corso della nostra chiacchierata non smette di ribadire quanto sia importate per lui fare un lavoro che lo appassiona.
Impegno è la parola che mi viene in mente per descriverlo. Sì, perchè, Jonathan, è veramente molto impegnato in ciò che fa. Nel profilo Linkedin si qualifica come Consulente per la Diversity & Inclusion e per il Disability management, Fundraiser, Project manager e facilitatore nel settore sociale, Trainer, Assistente sociale, Comunicatore sociale… ma entriamo ora nel vivo dell’intervista:
Ci racconti brevemente la tua storia professionale?
Ho iniziato diventando responsabile del gruppo universitario di Amnesty International nel 2006.
Contemporaneamente, la mia frequentazione del Cassero di Bologna come persona LGBTQ+ mi ha portato ad essere a capo del progetto Liberamente e anche del gruppo Senior e Jump (legato al mondo della disabilità). Poi ho collaborato anche alla nascita dell’associazione TEA che si occupa di questioni di genere. Cinque anni fa ho deciso di abbandonare il Cassero e di fondare IAM che ha come tema principale l’intersezionalità in ambito LGBTQ+ (senior, migranti, seconde generazioni, persone con disabilità).
Su Linkedin, una delle cose che mi ha più colpito, è la tua qualifica come operatore sociale, formatore e facilitatore di gruppi per uomini maltrattanti. Vuoi parlarcene?
Lavoro per due centri che si occupano di uomini che agiscono violenza in contesto familiare e affettivo. Quest’anno, in particolare, sono uscite le linee guida su come muoversi per lavorare all’interno di queste realtà. Le persone accedono al servizio tramite il giudice, il carcere o spontaneamente e, spesso, non hanno avuto percorsi educativi. Si svolgono nei centri sia attività di counseling individuale che di gruppo.
Quali consigli daresti a chi si approccia al mondo dell’attivismo?
Tanta costanza e determinazione. C’è concorrenza nel sociale, il che porta spesso a scarsa cooperazione. Questa scarsa cooperazione diventa un vero problema dal momento che è necessario fare rete…
Non bisogna mai smettere di voler imparare, infatti ho già conseguito tre lauree. La preparazione, per i motivi già esposti, è fondamentale. Ho fatto tanti lavori differenti perchè anche la gavetta è molto importante.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Sto prendendo una laurea in Antropologia e mi piacerebbe collaborare all’apertura di una struttura per persone LGBTQ+ Senior.
L’impressione generale al termine della nostra chiacchierata è di una persona molto propositiva. Una propositività contagiosa ma senza autocompiacimento; in persone preparate, non è così scontata.
Alla prossima intervista!
Interessante sia l’intervista che la persona intervistata
Uno su mille come si dice