Veil or not veil
di Barbara Raccuglia
Ho preso in mano questo foglio, per parlarvi di una manifestazione a cui io stessa ho partecipato, il 16 settembre ed estesa in varie piazze del mondo, per ricordare MAHSA JINA AMINI.
Neanche il tempo di raccogliermi per trovare le parole, che la storia si ripete.
Come una raffica.
Torna a fare parlare di sè la dittatura, (Repubblica?), iraniana per l’ennesimo episodio di violenza e di repressione che lo scorso 1 ottobre 2023, si accannisce contro ARMITA GERAVAND.
A 16 anni, pestata e ridotta in coma dalla cosidetta polizia “morale” di regime.
Accuse che non trovano spazio tra le mie capacità di comprensione e di osservazione della realtà:
un velo.
Ma il velo, contiene in sè, davvero, tutte le disgrazie del mondo femminile islamico?
Strumento politico? di protezione? di rettitudine morale o di oppressione?
Un velo che, secondo le interpretazioni di alcune studiose e studiosi (vedi ad esempio Fatima Mernissi in La Terrazza Proibita), occorre a mantenere una storica e importante separazione tra la sfera pubblica e la sfera privata di una persona.
Per altri il velo viene vivamente consigliato dal profeta Maometto, per distinguere una donna musulmana da una qualsiasi schiava o da un impostore, meritevoli entrambi di aggressioni, molestie e stupri. Un velo in questo caso, che assume un significato di “protezione”.
Succede ancora in Iran. Paese dove, per un velo indossato male è subito oltraggio…. E ci metti poco a diventare obiettivo di pene severe, giustificate dal fatto di non aver rispettato le norme e gli obblighi imposti sull’uso dell’ hijab.
E lasciandoci andare ad aperte fantasie (tratte in parte da ciò che accaduto realmente ad Armita) mi sovviene, ad esempio l’immagine, di un velo nero, in movimento, che si sposta un poco a destra e poi a sinistra, mentre una ragazza, si fa spazio correndo, per salire su un mezzo di trasporto pubblico: una ciocca si sposta, sfugge via alla costrizione, viene vista e, così, viene scoperta una zona intima che invece, deve restare segreta, nascosta e misteriosa, che da intima appunto diviene pubblica, e per un attimo di non curanza, si affaccia in quel luogo, dove finisce la libertà di essere e inizia il rischio di un fine vita.
Non è esattamente il caso di Armita, perchè lei si trovava a volto totalmente libero, ma l’esempio di cui sopra lascia intendere che qualsiasi donna o ragazza può diventare un bersaglio, e in qualsiasi momento della giornata.
E’ anche grazie ad organizzazioni umanitarie come la HENGAW (dislocata in Norvegia per ovvi motivi), che veniamo a sapere anche dell’arresto anche di Shahin Ahmadi, madre di Armita Geravand.
L’accusa? Il desiderio materno di voler vedere la figlia, ora in coma presso l’ospedale di Fajr.
Come sappiamo, il regime non transige. Vi è il divieto assoluto ai familiari di avvicinarsi ai propri cari detenuti o colpiti, e/o di raccontare al mondo la verità. I familiari della ragazza, infatti, sono stati subito costretti ad affermare che Armita, abbia avuto un collasso improvviso, mentre si trovava all’interno del vagone, per aver battuto “sempre accidentalmente” la testa contro una struttura del vagone. Tutt’ora non si hanno più notizie della signora Shanin Ahmadi. Pressioni e minacce anche sugli insegnanti, sugli amici e i compagni di scuola di Armita, diffidati dalla diffusione di qualsiasi notizia sulla giovane, comprese fotografie della stessa, che noi invece pubblichiamo:
Mi piacerebbe che ci fosse una maggiore attenzione dal punto di vista internazionale.
Il caso di Armita ci fa fare un sobbalzo indietro di un anno: il brutale pestaggio su Mahsa Amini, fino al coma e poi al decesso. Aveva soltanto 22 anni la giovane Mahsa, chiamata Jina nel suo luogo di origine curda. Di lì a poco avrebbe iniziato a intraprendere gli studi per diventare avvocato… Ma qualcun’altro ha scelto per lei un destino infausto: destino stabilito dalla polizia di regime, guidata dall’attuale guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, che evidentemente deve avere una concezione molto misera della vita umana.
Ed è così che, nell’anniversario della morte di Mahsa Amini (16 settembre 2022), in tutto il mondo si è svolta una giornata di commemorazione e di riflessione, ma soprattutto un grido collettivo che, a volto scoperto, intende farsi sentire, urlando che NOI ESISTIAMO e che non abbiamo alcuna intenzione di smettere di farlo, in libertà. Lottiamo. Con ogni mezzo necessario e a nostra disposizione metteremo un punto alla parola “dittatura”. E voglio pensare che questa nuova rivoluzione stia aprendo le strade al cambiamento e al fallimento dell’intero sistema politico iraniano.
Associazione per i diritti umani, anche questa volta, si schiera a fianco delle donne e degli uomini, in lotta contro il regime sanguinario attualmente presente in Iran. Intendiamo esprimere un immenso senso di gratitudine per il coraggio di tutti gli attivisti e le attiviste iraniane, nella speranza che possano divenire un esempio per tanti altri.
In seguito, alcune immagini della manifestazione che si è svolta in piazza duomo a Milano, il 16 settembre 2023.
La pioggia era forte, ma noi siamo rimasti. Qualcuno ha pianto. Chi ha ballato. Chi ha cantato.
Commossa dalla vivace partecipazione degli uomini, concludo :
DONNA VITA LIBERTA’
Per ballare nei vicoli
Per il terrore quando ci si bacia
Per mia sorella, tua sorella, le nostre sorelle
Per cambiare le menti arrugginite
Per la vergogna della povertà
Per il rimpianto di vivere una vita ordinaria
Per i bambini che si tuffano nei cassonetti e i loro desideri
Per questa economia dittatoriale
Per l’aria inquinata
Per Valiasr e i suoi alberi consumati
Per Pirooz e la possibilità della sua estinzione
Per gli innocenti cani illegali
Per le lacrime inarrestabili
Per la scena di ripetere questo momento
Per i volti sorridenti
Per gli studenti e il loro futuro
Per questo paradiso forzato
Per gli studenti d’élite imprigionati
Per i ragazzi afghani
Per tutti questi “per” che non sono ripetibili
Per tutti questi slogan senza senso
Per il crollo di edifici finti
Per la sensazione di pace
Per il sole dopo queste lunghe notti
Per le pillole contro l’ansia e l’insonnia
Per gli uomini, la patria, la prosperità
Per la ragazza che avrebbe voluto essere un ragazzo
Per le donne, la vita, la libertà
Per la libertà
Per la libertà
Per la libertà
Baraye di Shervin HajipourVee
Bellissimo articolo
Grazie Barbara