Cyberbullismo: un nemico invisibile. Da sconfiggere
di Martina Foglia
Instagram, Facebook Twitter Tik Tok… I nomi dei più importanti social network al mondo che influenzano e condizionano la nostra vita a vari livelli di consapevolezza a seconda dell’utente che ne usufruisce. Oggi si è abbassata sempre di più la fascia d’età di chi ha tra le mani uno smartphone (8/9 anni di età) e che quindi ha libero accesso a queste piattaforme oltretutto in maniera molto semplice, basta un nickname (nome di fantasia) ed una password e poi si naviga… Si naviga nell’ignoto per trovare nuovi stimoli o conoscenze
Magari.
La realtà è che nel mondo social per adolescenti il fenomeno del momento sono le Sfide o come vengono definite Challenge, che tante volte determinano la direzione della vita di un ragazzino, una direzione imprevedibile a volte senza ritorno, in tanti casi una direzione fatale. Le sfide sono pericolose al limite dell’incolumità fisica tanto è vero che molti giovani ne restano vittime.
Tutto ciò avviene all’insaputa dei genitori che sono convinti che i loro figli stiano semplicemente chiacchierando con i loro amici.
Chi vince le sfide è ritenuto un eroe dal gruppo e le sfide aumentano di difficoltà, ogni volta.
Mi sono chiesta perché dare un cellulare a bambini così piccoli e la risposta dei genitori è la frase classica “ma tutti i compagni hanno il cellulare con Facebook perché mio figlio non ce lo deve avere?” ed ecco qui che inconsapevolmente consegnano nelle mani del figlio un arma letale, il cellulare con tutto quello che ne consegue .
Un’altra forma di cyberbullismo è il bodyshaming cioè un insulto diretto da parte di uno sconosciuto ma soprattutto da amici, compagni di scuola, che riguarda l’aspetto fisico della vittima e che ne danneggia l’autostima , anche perché sono ragazzini coetanei ad esercitare questo tipo di vessazioni e credetemi che i cosiddetti leoni da tastiera o haters sanno dove colpire sanno qual è il punto debole ,sanno che nella società di oggi se non hai un aspetto fisico perfetto, se hai un corpo difforme sei continuamente bersagliato, discriminato dal gruppo
I bulli si attaccano a qualsiasi difetto fisico della vittima designata. Insomma sanno come ferire nel profondo.
Cyberbullismo non è solo bodyshaming ma anche umiliazioni continue su aspetti caratteriali della vittima che ne vanno a colpire la psiche causando un inevitabile ed ulteriore disistima di sé , questo perché il bambino o l’adolescente non essendo ancora strutturato emotivamente non sa come reagire a queste critiche così feroci e si convince di essere effettivamente una nullità Se non riesce a rivolgersi ad un adulto, un genitore, un un insegnante, a qualcuno di cui si fida
che sia in grado di aiutarlo a ritrovare l’autostima, può essere portato a compiere gesti estremi
A tal proposito vi voglio dare qualche dato statistico Istat: 200 giovani si tolgono la vita ogni anno.
Le prime cause sono imputabili al bullismo e al fallimento scolastico, dati che mi stupiscono e mi spaventano perché sono dati che riguardano bambini piccoli persone indifese! Il fenomeno del cyberbullismo però si può prevenire con una corretta educazione all’uso del cellulare e un controllo maggiore da parte dei genitori: attenzione ai piccoli segnali come cambiamenti di umore da parte del figlio, andamento scolastico altalenante Insomma qualcosa di inusuale nel comportamento e poi è necessario controllare le chat di WhatsApp o di altre piattaforme di comunicazione soprattutto quando si tratta di bambini: consegnare nelle mani dei propri figli un cellulare in età infantile può essere deleterio.
Anche la scuola ha un ruolo fondamentale attraverso l’educazione all’uso dei social network, con lezioni mirate e approfondimenti tenuti dalla Polizia Postale che ha il compito di individuare comportamenti criminali all’interno del web
Gli insegnanti hanno il compito di captare eventuali segnali anomali di comportamento da parte dello studente e aiutarlo ad uscirne eventualmente anche con l’aiuto di un percorso psicologico all’interno della scuola
Facendo rete e controllando “la rete” si può sconfiggere il cyberbullismo, bullismo ancora più pericoloso e subdolo perché invisibile.
I social sono pericolosi non in quanto tali ma per come vengono usati.
Proprio sui social ho visto un video di una poliziotta che parlava a bambini di elementari e medie, le parole che ha detto, i fatti terribili che ha raccontato e l’attenzione con cui i bambini ascoltavano mi ha dato lo spunto per scrivere questo articolo, perché trovo che sia un messaggio importante da dare alle giovani generazioni.
Non facciamoci fregare: siamo più forti di loro.