“America latina. Diritti negati”. Venezuela: perché Maria Corina Machado potrebbe essere la soluzione
di Tini Codazzi
L’escalation dei prezzi e inflazione in Venezuela è una delle più alte del mondo occidentale da diversi anni, questa non è una novità, tuttavia nell’anno 2023 l’inflazione è scesa notevolmente, secondo gli esperti, dal 305% del 2022 al 193%. Si tratta di una delle
percentuali più basse da molti mesi a questa parte, dopo un prolungato periodo di iperinflazione che il regime di Nicolás Maduro non ha mai riconosciuto pubblicamente. Ciò è dovuto alla recente dollarizzazione del Paese. La gente scappa dai bolivares, nessuno
vuole usarli, i contanti sono una merce rara, tutti vogliono guadagnare in dollari e usare i dollari. Le imprese incoraggiano la conversione immediata per uscire il più velocemente possibile dalla moneta nazionale. Alla cassa del supermercato, l’importo da pagare è in bolivares e anche in dollari, i prezzi di tanti prodotti nelle vetrine degli innumerevoli centri commerciali, la maggior parte senza anima viva, sono in dollari. È vero che l’approvvigionamento è migliorato notevolmente se ricordiamo i grandi momenti di crisi
umanitaria che il Paese ha vissuto intorno agli anni 2017-2019. Ora tutti i settori sono riforniti, dal cibo all’abbigliamento, passando per la cura della persona; ma la crisi economica resta un problema serio per il cittadino medio che non guadagna in dollari ma in bolivares. Molti di questi prodotti in commercio il cittadino medio non può permettersi di acquistarli. Il deterioramento dei salari continua a essere allarmante, lavoratori e pensionati di settori come la sanità e l’istruzione sono sommersi in una povertà preoccupante. I liberi professionisti e le imprese, che hanno dollarizzato la vendita di servizi o prodotti, godono di una bonanza economica che insegnanti, professori universitari o infermieri possono solo sognare al momento. Secondo i dati pubblicati dal quotidiano Voz de América, dal marzo 2022 il salario minimo mensile e le pensioni sono stati congelati a 130 bolivares. Prima erano circa 30 dollari, ora con il tasso di cambio ufficiale sono circa 4 dollari. Mi chiedo: che senso ha aprire un negozio di abbigliamento molto costoso se poi nessuno può comprare questi capi? Che senso ha aprire una catena di supermercati di lusso con prodotti provenienti da tutto il mondo se poi una famiglia media, che guadagna 10 dollari al mese, non può nemmeno nutrirsi bene e comprare una dozzina di uova? Vedere i negozi pieni di vestiti di marca, le corsie dei supermercati pieni di prodotti provenienti da tutto il mondo ma vuoti di gente fa riflettere molto, fa capire che in superficie la situazione sembra migliorare ma scavando in profondità si capisce che non
è così. La soluzione sarebbe uscire da questo circolo vizioso che ha creato questo governo.
Un altro fattore che ha frenato l’inflazione sono gli enormi investimenti nel settore commerciale. Negli ultimi anni post Covid, sono sorti grandi centri commerciali, ristoranti, negozi, alberghi, tutti lussuosi e imponenti. Da un lato della strada ci sono questi bei negozi e dall’altro mendicanti, bambini scalzi che chiedono l’elemosina, case fatiscenti e scuole chiuse per mancanza di insegnanti. Camminando per queste strade e vedendo SUV lussuose, ristoranti lussuosi e bambini denutriti e scalzi continuo a farmi tante domande e
continuo a riflettere su questo paradosso, molto difficile da comprendere se non si tocca con mano la realtà venezuelana.
Perché Maria Corina Machado è l’unica soluzione in questo momento storico?
È l’unica candidata alla presidenza che ha inserito nel suo programma di governo i punti più importanti per la ricostruzione del Paese. Una delle differenze fondamentali con gli altri candidati e partiti politici è la sua apertura agli investimenti privati in un Paese che
dagli anni ’70 ha avuto una forte presenza dello Stato nell’economia. Il programma di Machado propone il ripristino dei servizi di base (istruzione, sanità e inclusione sociale) e la privatizzazione e riattivazione delle compagnie petrolifere e del gas. Per evitare
l’inflazione o almeno contrastarla dopo questi anni di iperinflazione e corruzione è l’unica soluzione possibile. È evidente che lo Stato venezuelano, dopo che è stato svaligiato da 20 anni di regime corrotto e narcotrafficante, non ha le capacità finanziarie per fare
investimenti e per incrementare le attività produttive nel settore petrolifero e nelle industrie in generale; pertanto logicamente Machado propone l’unica soluzione possibile: la privatizzazione delle industrie per realizzare investimenti massicci. L’idea è quella di garantire alle aziende private le condizioni per aumentare la produzione in un breve periodo di tempo, al fine di combattere l’inflazione, ripristinare l’economia del Paese e creare posti di lavoro.
Pensare che la privatizzazione non sia un’opzione e che l’economia del Paese possa rimanere pubblica e gestita dallo Stato è un’ingenuità incredibile o è semplicemente condividere le politiche di un regime corrotto e narcotrafficante. Questi 20 anni lo hanno dimostrato. Può darsi che il programma di Maria Corina Machado non sia l’ideale dal punto di vista ideologico e non raggiunga la perfezione di ciò che immaginiamo, ma è l’unico programma possibile per risollevare un Paese in bancarotta che ha davvero tutte le risorse per tornare a essere un grande Paese e uscire dalla crisi.