Un grido collettivo per dire BASTA alla mafia
di Sabrina Minervini
Troppe volte ci si chiede perché? Perché tante persone arrivano a dare la loro vita per combattere una lotta che sembra inarrestabile? Soprattutto ci si chiede: per quale motivo le persone come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, le sorelle Pilliu vengono abbandonate a loro stesse?
Eh sì, sto parlando di quell’ombra oscura e che si ha paura anche solo a nominare, la mafia.
Una piaga del nostro Paese e del mondo di cui si parla troppo poco, quella macchia indelebile per la quale ci si indigna ma poi sembra che non si faccia mai abbastanza.
A tutte le persone che hanno lottato contro e continuano a combattere e che non si arrendono davanti all’impossibile, vorrei dire che avete cambiato la vita di molte altre: tanti beni confiscati alla mafia, infatti, sono ora utilizzati per attività di volontariato, per attività ricreative o per la sperimentazione delle autonomie di ragazzi disabili.
L’associazione di “Libera “, di cui il fondatore è Don Luigi Ciotti, si occupa di ideare e concretizzare dei progetti per riutilizzare i beni confiscati; inoltre, quest’associazione, organizza diversi eventi sia per informare il territorio riguardo ai beni confiscati che per ricordare le vittime di mafia.
Il 21 marzo sarà la Giornata in memoria delle vittime di mafia e per l’occasione, a Roma, si svolgerà un evento dedicato alle vittime e ai loro familiari.
In questa Giornata ci saranno diversi eventi, tra cui una marcia in cui ad ogni persona che parteciperà verrà fatto indossare un cartello con il nome di una vittima della criminalità organizzata.
Oltre a questo, ci sarà l’opportunità di incontrare ed ascoltare le testimonianze dei familiari delle vittime.
Un grido collettivo che dice “BASTA” a quest’onda che invade il nostro Paese e non solo.