NO CPR – NO LAGER di Stato a Milano, in Libia, in Albania…
di Barbara Raccuglia
Associazione per i Diritti Umani intende esprimere solidarietà e partecipazione alla mobilitazione, che si è svolta sabato 6 aprile, in memoria di chi ha perso la vita nei lager di Stato – cosiddetti Centri di Permanenza Temporanea – per dare voce ai troppi, che ogni giorno subiscono torture, maltrattamenti, umiliazioni e indefiniti tempi di detenzione con la sola accusa di ritrovarsi in Italia, sprovvisti dei requisiti necessari previsti dalla legge italiana, ovvero senza visti, permessi di soggiorno e altra documentazione “idonea”.
(vedi https://www.meltingpot.org/2016/01/reato-di-clandestinita-facciamo-chiarezza/
https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_14_3_1.page?contentId=GLO62257&previsiousPage=mg_14_3#
http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/it/ingresso-stranieri-italia).
Scelte politiche che vanno in netto contrasto con i diritti umani, con il diritto internazionale e con il diritto di asilo e di protezione internazionale. (https://temi.camera.it/leg19/post/19_pl18_il_diritto_di_asilo_e_l_attuazione_del_sistema_europeo_di_asilo.html#:~:text=Il%20diritto%20di%20asilo%20%C3%A8).
Cinquemila sono state le persone in cammino, da piazza Tricolore fino al CPR di Via Corelli a Milano, dove un blocco in antisommossa decide che non possiamo spingerci oltre; il corteo si ferma tra il cavalcavia Buccari Ortica e l’inizio di Via Corelli. Urliamo. Mettiamo la musica. Balliamo e cantiamo, insieme ai vivacissimi compagni in lotta per Gaza, quantomeno nella speranza che dall’interno possano sentire la nostra vicinanza.
Un corteo pieno di interventi, di testimonianze e di rappresentazioni teatrali che trattano le varie problematiche legate ai CPR. Dalla distribuzione di psicofarmaci, usati per stordire i migranti, agli atti di autolesionismo e purtroppo anche di suicidio. Sono stati infatti ricordati Moussa Balde e Ousmane Sylla.
(https://www.meltingpot.org/2023/05/per-moussa-balde-e-tutte-le-vittime-della-violenza-razzista-delle-frontiere/
https://ilmanifesto.it/che-il-suo-corpo-torni-a-casa-la-famiglia-piange-sylla-ousmane).
Ringraziamo la rete MAI PIU’ LAGER – NO CPR per avere organizzato la mobilitazione, e che grazie a un lavoro di indagine eseguito insieme al NAGA, sono stati finalmente portati alla luce fatti e testimonianze di grave disumanità, e che ad oggi hanno quantomeno messo sotto sequestro il CPR di Via Corelli.
CHIEDIAMO CHE VENGANO SUBITO CHIUSI TUTTI I LAGER – CPR.
CHIEDIAMO CHE VENGANO RIVISTE LE POLITICHE SULL’IMMIGRAZIONE.
CHIEDIAMO SUBITO UNA MAGGIORE ATTENZIONE DA PARTE DELLE ISTITUZIONI, SUI TEMI DELLA TUTELA, DELLA PROTEZIONE E
DELL’ACCOGLIENZA NEI CONFRONTI DI UNA PERSONA IN DIFFICOLTA’ .
Seguiranno approfondimenti, negli articoli a venire.
Riportiamo e sosteniamo quanto è stato espresso sulle piattaforme, dalla rete MAI PIU’ LAGER – NO CPR, che vi invitiamo a seguire:
https://www.facebook.com/NoaiCPR/?locale=it_IT
⚫️🟡🔴 MOBILITAZIONE PER LA CHIUSURA DI TUTTI I CPR 🔴🟡⚫️ (Da #NOcpr)
La tortura legalizzata dei lager di Stato è ormai una innegabile certezza documentata da centinaia di foto, video, dossier e testimonianze, arrivate anche nelle le aule giudiziarie, a rivelare la vergogna finora tenuta nascosta.
La verità di oltre 25 anni di abusi, violenze e soprusi dietro le sbarre dei luoghi di detenzione amministrativa a danno di persone che, in gabbie nascoste nelle nostre città, vengono private della libertà personale non per un reato, ma per un illecito amministrativo che non possono non commettere: quello di non possedere un titolo di soggiorno che la legge non permette nei fatti di avere.
Questo odioso esempio di razzismo istituzionale (non esiste la detenzione amministrativa per un cittadin* italian*) è il colpo di coda dello stesso mostro che poggia la testa e le mani insanguinate sulle frontiere della Fortezza Europa, all’ingresso della quale il nostro paese svolge il suo compito infame di fido cane da guardia.
Tra i suoi frutti più amari:
🔸 il memorandum a firma Minniti che, prorogato, finanzia a tutt’oggi i lager libici e la guardia costiera che riporta all’inferno chi ne è sfuggito;
🔸 il trattato Italia-Tunisia a firma Lamorgese e rinnovato dalla Meloni, che dietro il paravento di scambi commerciali favorisce ogni anno la deportazione di migliaia di cittadini tunisini fuggiti dal proprio paese, in mano ad un dittatore xenofobo e affamatore;
🔸 il progressivo dilagare della detenzione amministrativa anche alle frontiere, che imprigiona e criminalizza non più solo chi è etichettato come “migrante economico” ma anche le stesse persone richiedenti asilo tutelate dalla Costituzione.
Il tutto mentre ancora più subdola e sofisticata si prepara ad essere la violenza al varco dell’UE tramite l’utilizzo di schedature preventive e scanner biometrici a rubare identità e libertà di movimento a chiunque abbia più di sei anni.
Poi, il destino di chi osa varcare la soglia, sopravvivendo alle traversate e ai “game” balcanici, invece, è lo stesso di sempre: il ricatto della clandestinità e l’invisibilità totale, sotto la minaccia costante della deportazione, che aggiunge violenza a violenza, fisica e psichica.
Nel mezzo, la minaccia della detenzione amministrativa, che istituzionalizza quella violazione sistematica dei diritti fondamentali che apre, nelle nostre città, pericolose voragini. Aree grigie in cui la legge è sospesa e tutto è permesso, creando un arretramento dei diritti che costituisce un grave precedente non solo per chi ha a cuore la solidarietà con le persone migranti, ma per tutte e tutti.
E’ infatti il banco di prova per l’avanzata dell’arbitrio dello Stato, che brandisce la clava del binomio “sicurezza – immigrazione” a suon di decreti liberticidi in bilico sulla finzione di un’emergenza perenne e sulla prospettazione di un pericolo costante per i nostri “valori”. Questo, al fine di legittimare l’utilizzo della violenza e della repressione generalizzata, dai manganelli nelle piazze, ai piccoli e grandi soprusi quotidiani.
Ed esempio scandaloso di tale avanzata repressiva che surfa sapientemente sull’onda emotiva è stato l’osceno e paradossale spettacolo di ministri dalla faccia di tolla, che, ai piedi di un relitto ancora caldo su una costa calabra, hanno usurpato il nome dell’ennesima strage di Stato, di mare, proprio per fare delle prospettive minnitiane del 2017 concreta realtà. Con, fra l’altro, il raddoppio del numero dei CPR e l’allungamento sei volte tanto dei tempi di detenzione massima. Per poi giungere all’aberrazione del progetto di delocalizzazione in territorio albanese di questo sistema, come un qualsiasi call center, al fine di proseguire ancora più indisturbati ed impuniti nell’azione di umiliazione della dignità umana di chi ha la colpa di non avere quel pezzo di carta che non gli si vuole dare.
Ebbene, ora che gli strumenti repressivi – affinati negli anni anche da una certa sinistra, nel gioco devastante di rincorsa delle destre in nome di sicurezza, decoro e legalità – sono nelle mani di uno dei governi più fascisti dalla nostra Repubblica mettendo in pericolo chiunque, non c’è neppure più il tempo di ricercare e rimpallarsi le colpe, che restano trasversali e ben evidenti.
E’ invece il tempo di pretendere e ottenere con un vasto fronte un’inversione di rotta, la fine della violenza legalizzata, che nei centri di permanenza per il
rimpatrio vede la punta dell’iceberg e l’esempio più eclatante e simbolico.
Oltretutto, i fatti ora parlano più chiaro che mai: non esiste un “caso Milano”, non esiste un “caso Ousmane Sylla”; è la stessa detenzione amministrativa ad essere voluta e concepita come luogo di tortura psicofisica e di morte, a perenne monito per i futuri ingressi, e come prova muscolare a favor di telecamera in tempo di elezioni.
⚡️E se alla favoletta del modello di CPR propugnato da alcuni “democratici” – quello in cui i diritti vengano monitorati e rispettati – non abbiamo mai creduto, non ci crederemo proprio ora che le più recenti vicende del CPR di Milano ne dimostrano l’irrealizzabilità: commissariato dalla Procura, resta il lager di sempre, ripresentando le stesse atrocità che si ripetono da decenni in tutti i CPR, in tutte le città e qualunque sia il gestore: sono proprio concepiti così.
Non possiamo quindi assistere inerti alla moltiplicazione di questi luoghi di repressione e di lenta tortura psicofisica, né tantomeno alla loro rimozione forzata dalla visuale della società civile: ne va dei diritti di tutte e di tutti.
⚡️E’ dovere ed interesse di ciascuno e ciascuna mobilitarsi perché vengano chiusi, a cominciare dal CPR di Milano, che già fu chiuso una decina di anni fa:
che sia un lager non lo diciamo solo noi e le circa 1850 persone rimaste impigliate tra le sue sbarre, ma una montagna di prove inequivocabili, anche sui tavoli di diverse Procure, davanti alle quali non è più possibile fingere di non sapere.
🔶 UN LAGER COMMISSARIATO RESTA SEMPRE UN LAGER: NON ESISTE UN MODO GIUSTO PER FARE UNA COSA INGIUSTA.
🔶 I CPR VANNO CHIUSI TUTTI E SUBITO, COMINCIAMO DA VIA CORELLI!
🔶 NO CPR NO LAGER DI STATO, NE’ A MILANO, NE’ ALTROVE, NE’ IN LIBIA NE’ IN ALBANIA!
Numerose sono state le adesioni, in seguito l’elenco:
Abolish Frontex ROMA
AccoglierSi
ACRA ONG – Milano
ActionAid Italia
ADL Cobas
Anpi ATM Milano
ANPI Audrey Hepburn
ANPI Codè Montagnani-Marelli
Anpi Crescenzago
ANPI Onorina Brambilla – Pero
APS Giardini in Transito – Giardino Comunitario Lea Garofalo
APS Scighera
Arci Milano
Assemblea NoCPR Sardegna
Associazione Comitato Quartieri Case Popolari Calvairate-Molise-Ponti Odv
Associazione familiari e amici di Fausto e Iaio Odv e Ets
Associazione Libertà e Giustizia
Associazione ManifestA
Associazione Naga – Milano
Ass. Naz. Amicizia ItaliaCuba circolo di Milano
Associazione Nuove Radici
Associazione per i diritti umani
Associazione Progetto Arcobaleno aps
Associazione Studenti Universitari di Padova
Associazione Studi Giuridici Immigrazione
Associazione Todo Cambia APS
Associazione Tortora
Assopace Palestina Milano
Ateneo Libertario Milano
Baobab Experience
Cambio Passo Aps Onlus
Camera del Non Lavoro
Caminantes Treviso odv
Cantiere
Carovane Migranti
Casa delle Donne di Milano
Casa Don Gallo Rimini
Casa Madiba Network
Cascina Torchiera
Centro Donna Lilith aps
Chi si cura di te?
Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa – Milano
Circolo ARCI Agorà Cusano Milanino
Circolo Pink LGBTE Verona
Circolo Zanna Bianca Legambiente
Cnca Lombardia
Colectivo peruanos en Milan
Collettivo Anarchico Bandiera Nera
Collettivo Autonomo Erasmo
Collettivo d’Azione Territoriale (C.A.T.) di Cologno Monzese
Collettivo di ricerca-azione partecipata contro la detenzione e la violenza dei confini
Collettivo Edera
Collettivo Kasciavìt
Collettivo Lesbico Strasaffica*
Collettivo liceo classico Beccaria
Collettivo Marielle Roma Tre
Collettivo Politico Manzoni
Collettivo Rotte Balcaniche AV
Comitato Berta Vive Milano
Combinazione ODV
Como senza frontiere
Comunità islamica di Trento
Cooperativa Diapason
Corpi e terra
Corte Popolare Rho
COSPE Onlus
Costituzione Beni Comuni Aps
Csa Baraonda
Csa Pacì Paciana
Csoa Gabrio
DIEM25/Mera25 Italia
Dimensioni Diverse – Spazio di relazione e di pensiero odv
Disturbi Teatro
Enciclopediadelledonne.it
Europa Verde – Verdi
Fabbrica Utopie
Federazione Anarchica
FLAICA-CUB Torino e Città Metropolitana
Florence Must Act
Fondazione Gariwo
Giovani Democratici Milano Metropolitana
Giovani Palestinesi d’Italia
Giovani Palestinesi Milano
Human Rights Today – Milan in The World
I sentinelli di Milano
Italiani senza cittadinanza
La Casa del Mondo – Adjebadia
Lambretta
Lato B
Le Carbet
Le Veglie contro le morti in mare di Bergamo
Le Veglie Contro le Morti in Mare – Milano
Libera Milano Coordinamento Provinciale
Link – Coordinamento Universitario
Mai più CPR – Mai più lager – Torino
Marciona
M.A.S.H. Padova
Medicina Democratica ETS
Mediterranea Saving Humans
Mediterranea Saving Humans – Milano
Melitea
Memoria Antifascista
Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale
Municipi Sociali Bologna
Murga Libre
Mutuo Soccorso Milano- Brigata Lena Modotti
Nabad Milano odv.
No Name Kitchen
NON UNA DI MENO
Off Topic Lab
Open Gates Padova
Open your borders
Ospiti in arrivo ODV – Udine
Parola agli Studenti
Partito Comunista Italiano Federazione di Milano
Partito Democratico Milano Metropolitana
Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Milano
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea – Lombardia
Periplo ODV di Bari
Porti Aperti – Milano
Potere al Popolo Milano
Progetto Melting Pot Europa
Redazione di Comune / Benvenuti Ovunque
ResQ – People saving people
Rete della Conoscenza
Rete della Conoscenza Milano
Rete della Conoscenza Roma
Rete Italiana Antifascista
Rete Milano odv
Rete regionale No CPR No grandi centri Emilia Romagna
Refugees Welcome Italia – Gruppo Territoriale di Milano
Refugees Welcome Italia – Gruppo Territoriale di Torino
Reti di Pace laboratorio Monteverde Roma
Right 2 be Sicilia – Palermo
Samia insieme per l’uguaglianza
Scuola Binari
Sea-Watch Italia
Sinistra Anticapitalista
Sinistra Italiana – Milano metropolitana
Spazio Antispecista Catania
Spazio Stria Padova
St. Ambroeus FC
Stop Border Violence
Stop border Violence – Coordinamento bergamasca
STOP CPR- ROMA
Una città in comune – Pisa
Unione degli Studenti
Un Ponte Per – Comitato di Milano e Monza
Ya Basta! Bologna
ZAM
Zanë Kolektiv – Albania