“America latina. Diritti negati”. Due donne, due Paesi, due futuri incerti.
di Tini Codazzi
Claudia Sheinbaum in Messico. María Corina Machado in Venezuela. Due donne diverse, due ideologie diverse ma un unico obiettivo: dare una svolta alla storia politica e sociale del proprio Paese.
Andiamo in Messico. Domenica 2 giugno si sono tenute le elezioni presidenziali in Messico. La candidata Sheinbaum ha stravinto con una percentuale di voti compresa tra il 58% e il 60%. Ha vinto contro i candidati conservatori di centro-destra e centristi. È la pupilla dell’attuale presidente López Obrador e promette di garantire tutti i programmi di welfare avviati dall’attuale presidente.
Queste sono alcune delle sue parole dopo i risultati: “Porteremo il Messico sulla strada della sicurezza, andremo avanti con attenzione alle cause, al rafforzamento della Guardia Nazionale”, ha detto in riferimento a una forza armata creata da López Obrador per sostituire una forza di polizia federale, un fatto ampiamente criticato dai detrattori per un pericolo reale a un abuso di potere
da parte dei militari. Un altro dei principali argomenti dell’attuale presidente è stato il suo punto di vista sulle politiche neoliberali, in particolare quelle degli Stati Uniti, unendo il suo pensiero a quello dei suoi alleati nella regione come Nicolás Maduro, Daniel Ortega ed Evo Morales. Durante la campagna elettorale, la candidata di sinistra ha appoggiato questi argomenti, ma ha promesso di incoraggiare gli investimenti. “Rispetteremo la libertà imprenditoriale e promuoveremo e faciliteremo con onestà gli investimenti privati nazionali e stranieri che promuovono il benessere sociale e lo sviluppo regionale, garantendo sempre il rispetto dell’ambiente”. “Garantiremo la
libertà di espressione, di stampa, di riunione, di concentrazione e di mobilitazione. Siamo democratici e per convinzione non faremo mai un governo autoritario o repressivo”, ha detto. La terremo d’occhio.
Andiamo in Venezuela. La strada non è così facile per María Corina Machado. La sua campagna e la sua lotta per diventare Presidente di un Paese completamente distrutto sono in costante salita, ma se c’è una cosa che questa donna possiede è il coraggio, l’audacia e la determinazione.
Sebbene Machado non si avvicini all’ideologia di Sheinbaum, le due donne hanno in comune la lotta per ottenere cambiamenti storici nella regione. Candidate e future “presidentesse” sono ciò di cui il continente ha bisogno e che chiede a gran voce. Machado è a capo di un movimento politico di centro-destra liberale e repubblicano (così si descrive Vente Venezuela, il suo partito). A differenza della realtà politica e sociale del Messico, questa è l’unica opzione possibile in un Paese come il Venezuela, distrutto da 25 anni di mal denominata e apparente sinistra, ma che in realtà si sono verificati regimi autoritari, populisti, radicali e oligarchici, sia nel caso di Hugo Chavez che nel
caso di Maduro. Solo una visione aperta e liberale come quella di Maria Corina Machado può salvare un Paese in rovina e rimetterlo in carreggiata dal punto di vista politico, economico e in settori importanti come la sanità e l’istruzione. Dopo molte battute d’arresto, la piattaforma unitaria MUD (i partiti che sostengono Machado) è riuscita a nominare il suo candidato Edmundo González Urrutia, pienamente sostenuto da lei, poiché come sappiamo Maria Corina Machado è stata inabilitata dal regime. Sostenere González Urrutia significa sostenere Machado.
Venezuela e Messico sono due realtà molto diverse, con situazioni attuali molto diverse, entrambe complesse. Claudia Sheinbaum è una donna e questo dovrebbe essere positivo. Sarà la prima “presidenta” nella storia del Paese azteco. È stata molto criticata nel suo lavoro di sindaco di Città del Messico e forse questo è il suo punto debole, insieme al fatto di essere la pupilla di López Obrador, che è stato anche lui, molto criticato per la sua vicinanza e simpatia con gli attuali regimi latinoamericani. Dall’altra parte c’è Maria Corina Machado. Sembra di vedere la luce alla fine del tunnel e riponiamo le nostre speranze nella MUD per le prossime elezioni del 28 luglio. Machado è criticata per la sua apertura liberale, ma molto ammirata all’estero e anche per essere una delle poche personalità politiche che hanno tenuto testa a Hugo Chávez e Nicolás Maduro.
Facciamo il tifo per queste due donne. Che facciano quello che gli uomini non hanno saputo fare per il benessere dei loro Paesi. Forse questa è una svolta sociale che doveva arrivare dopo tanta sofferenza. Sicuramente dovranno avere delle spalle larghe per sopportare il maschilismo imperante in America Latina. Queste due donne sono uscite dall’ombra domestica e adesso, prima di vedere il loro operato, è il valore più grande che c’è.