“America latina. Diritti negati”. Venezuela: repressione porta a porta
di Tini Codazzi
Ricordate quando il dittatore disse che se non avesse vinto le elezioni, ci sarebbe stato un bagno di sangue?
Ha mantenuto la sua parola e il bagno di sangue è iniziato il 29 di luglio. E’ già chiaro per il mondo intero che siamo in presenza di uno Stato criminale, organizzato e repressivo. Sappiamo già cosa è successo dopo il 28 luglio e sappiamo già che sabato 3 agosto la Mesa de la Unidad Democratica, rappresentata da Maria Corina Machado, ha invitato i cittadini a manifestare pacificamente nelle strade del Paese. Il Venezuela non ha più paura, è sceso in piazza per difendere il suo voto. Nonostante le minacce ricevute dal regime
criminale, MCM è scesa in piazza con il suo popolo e ha parlato di legalità, coraggio, libertà e democrazia,
parole che sembrano scontate, ma in questo momento in Venezuela non lo sono. Il “Foro Penal de Venezuela” conferma che ci sono registrati 1010 detenuti dal 29 di luglio fino ad oggi, di cui 91 adolescenti. Molti cittadini non sono stati registrati dal Foro Penal, soprattutto nell’entroterra del Paese. Il dittatore Maduro nei suoi messaggi isterici al popolo è orgoglioso dei 2000 cittadini catturati per
aver manifestato pacificamente o per aver difeso il proprio voto. Massima punizione per i fascisti terroristi che hanno attentato contro il suo governo di pace, urla Maduro… E’ iniziata la caccia alle streghe e la persecuzione ai cittadini che hanno fatto da rappresentanti di lista e che lavoravano e si occupavano di controllare i voti durante le elezioni. Il dittatore ha annunciato in televisione la creazione di due prigioni in stile campo di concentramento per rieducare la popolazione, soprattutto i giovani. Sono già state uccise 22
persone, la più giovane aveva 15 anni. Le minacce sono costanti. Vengono rapiti leader politici dell’opposizione come Freddy Superlano, leader del partito Voluntad Popular. Giornalisti come la fotografa Daysi Peña, accusata di terrorismo, incitamento all’odio e vandalismo, solo per aver fatto il proprio lavoro durante le manifestazioni. La persecuzione ha come obbiettivo il cittadino comune. L’unico strumento di cui dispone il dittatore in questo momento è la violenza e la repressione accompagnate dalla tortura e
l’impunità. Le incursioni notturne sono il passatempo della polizia e della guardia nazionale. Ora, il grande problema è la forza militare, finché la forza militare sarà dalla sua parte, sarà difficile uscire da questa situazione in tempi brevi.
Noi continuiamo a lottare e non resteremo calmi, non ci fermeremo, non staremo zitti perché come dice Maria Corina: “¡Esta lucha es hasta el final!