“Stay human. Africa”. Nel fango di Korogocho con Alex Zanotelli
Oggi, 17 ottobre, è la Giornata mondiale per l’eliminazion della povertà e vogliamo pubblicare una recensione su un celebre testo di e su Alex Zanotelli
di Filippo Cinquemani
Il mio ultimo articolo era dedicato all’attivista keniota Binyavanga Wainaina, scrittore schietto che racconta l’Africa meno popolare e non risparmia critiche a nessuno. Uno dei bersagli di Wainaina sono i missionari occidentali in Africa. Le critiche mosse dallo scrittore
africano mi hanno incuriosito sull’attività dei missionari. Mi è stato consigliato “Korogocho” di Padre Alex Zanotelli.
Chi è Zanotelli? Il libro sulla missione nella baraccopoli di Korogocho, in Kenya, ci racconta molto di lui. Formatosi dai padri comboniani, dal 1978 fino al 1987 assume la direzione di “Nigrizia”, rivista dedicata al continente africano.
Padre Zanotelli è scomodo sia per il clero che per la politica. Il cosiddetto “prete rosso”, nell’editoriale di Nigrizia del gennaio ’85, “Il volto italiano della fame africana”, denuncia, facendo nomi e cognomi, la classe politica responsabile di usare i soldi destinati alla lotta
contro la fame per altri scopi. Il clero, invece, viene criticato dallo scrittore per un modello formativo che prepara preti adatti esclusivamente a un contesto medio-borghese.
Zanotelli desidera mettersi in discussione e vuole recarsi nelle baraccopoli per ricevere il “battesimo dei poveri”, ovvero spogliarsi del materialismo che permea la società occidentale. Arriva nella baraccopoli di Korogocho non senza difficoltà, perché “un prete deve avere una casa, un telefono e una macchina; altrimenti non è un “prete”.
La prima parte del racconto è proprio dedicata alla baraccopoli, al fango tra i rifiuti, a un inferno fatto di delinquenza, prostituzione e AIDS.
Il prete vuole uscire dai miracolismi per imboccare la strada della responsabilità civile e personale. Il suo impegno si traduce nella creazione di piccole comunità di auto mutuo aiuto, ma anche nella lotta politica attiva. Insieme ai baraccati, chiede rappresentanti
amministrativi e politici, chiede la terra. Vince la causa contro la multinazionale Del Monte, colpevole di sfruttare gli operai del Kenya. Il peccato istituzionalizzato, per Zanotelli, costringe a vivere 2 milioni di persone nell’1,5% della terra presente a Nairobi.
La nonviolenza attiva entra nella quotidianità dello scrittore quando ha già cinquant’anni.
Recentemente, tornato in Italia, si incatena a un albero per protestare contro la privatizzazione delle acque a Napoli.
Concludo questa recensione con le sue potenti parole:
“Mandate a quel paese chi vi dice che siete il futuro; il futuro non esiste, voi siete l’unico
presente che abbiamo e tocca a voi cambiare radicalmente tutto. Datevi da fare, ragazzi,
perché è questione di vita o di morte. Tocca a voi difendere la vita su questo pianeta”.