SIRIA LIBERA: il nuovo capitolo di una terra millenaria
di Barbara Raccuglia
Da piazza Fontana, fino al Duomo a Milano, tutta stretta nel mio cappotto per il gelo, decido di andare a prendere la metropolitana, per fare ritorno verso casa.
“Casa”, che per il popolo siriano può essere stato, per molto tempo, sinonimo di perdita e di dolore, come mi ha confidato una ragazzina di 16 anni: “…è che finalmente sai, possiamo tornare a casa!”.
Dal mio cappuccio, intravedo bandiere in festa. Interrompo il mio tragitto e decido subito di cambiare percorso, attratta da musiche arabe…
Vedo volti felici, di donne e di uomini. Di bambini e di bambine.
Si abbracciano. Si baciano. Si stringono. Cantano e ballano, non curandosi dell’opacità del cielo.
Ho visto qualcuno piangere, con una rosa tra le dita e ho domandato perchè. Ho iniziato a fermare le persone …Cosa è successo ? Chi siete? Cosa state festeggiando?
“Siamo qui perchè abbiamo finito 50 anni di regime, 50 anni di torture, 50 anni di un partito solo…O voti quello o voti quello. Non avevamo la democrazia. Non potevamo esprimere i nostri consensi per dire che non vogliamo più quel presidente. Siamo qui per una rivoluzione pacifica, durata undici mesi., ma hanno cominciato a bombardar sul nostro Paese, per disperdere le manifestazioni…E adesso, finalmente, è arrivato il momento di gioire per tutta la popolazione siriana. Per tutte le religioni in Siria. La Siria è sempre stata religiosa e abbiamo sempre vissuto in pace. Vogliamo tornare a vivere in pace come abbiamo vissuto sempre. “Viva l’Italia e viva la Siria libera”: così mi ha risposto Yasser, un uomo siriano.
Tra gelo e bandiere, ubriaca di curiosità, vengo accompagnata da Souer, portavoce dell’associazione “Insieme per la Siria”: “noi siamo qui, insieme, per la liberazione della Siria, dopo 53 anni di dominio della famiglia di Assad, padre e figlio, che hanno distrutto il Paese e hanno fatto dieci milioni di sfollati. Un milione quasi, di vittime. Hanno aperto le prigioni ieri: migliaia di donne e bambini imprigionati ingiustamente. Noi stiamo festeggiando la Libertà. Questa è una rivoluzione che è iniziata nel 2011 e crediamo che oggi sia proprio una giornata storica per la Siria e per la liberazione da questo tiranno! “
Ieri una “cellula operativa per la liberazione di Damasco” ha dichiarato in televisione la liberazione della città di Damasco, la caduta del tiranno Bashar al Assad, il rilascio di tutti i prigionieri, ingiustamente detenuti, nelle carceri del regime.
La liberazione della Siria: un processo lungo e complesso.
La questione della liberazione della Siria è uno dei capitoli più drammatici della storia recente del Medioriente. Il Paese è stato devastato da oltre un decennio di guerra civile, iniziata nel 2011 con proteste pacifiche contro il regime autoritario di Bashar al-Assad e come parte del più ampio movimento delle “Primavere Arabe”. La risposta repressiva del governo ha portato a una spirale di violenza, trasformando il conflitto in una guerra regionale e internazionale con l’intervento anche di potenze come Russia, Stati Uniti, Iran e Turchia.
La “liberazione” della Siria assume significati diversi a seconda delle prospettive politiche. Per il regime di Assad e i suoi alleati, la riconquista dei territori ribelli rappresenta una vittoria contro il terrorismo e una riaffermazione della sovranità nazionale. Tuttavia, per l’opposizione siriana e le popolazioni che hanno vissuto sotto il controllo del regime, il termine “liberazione” può suonare come un’ironia amara, dato che molte di queste aree sono state distrutte e i civili hanno subito gravi violazioni dei diritti umani.
Un altro aspetto cruciale è il ruolo delle forze curde nel nord-est del paese. Queste hanno combattuto l’ISIS con l’appoggio della coalizione internazionale, ma le loro aspirazioni di autonomia si scontrano con l’opposizione del governo centrale della Turchia. La liberazione delle aree sotto il controllo dell’ISIS è stata un successo importante, ma ha lasciato in sospeso il futuro politico della regione.
L’area appare frammentata; intere regioni, come Idlib, sono ancora controllate da forze ribelli, mentre l’influenza di attori esterni continua a complicare l’ipotesi di una soluzione duratura, ma la ricostruzione e il ritorno dei rifugiati, è oggi, una realtà possibile.
La Liberazione della Siria non può essere vista solo come un evento militare, ma come un processo che potrebbe portare alla rinascita di un Paese, senza dimenticare di tenere sempre in alto le bandiere della Pace.
A questo proposito, suggerisco la visione di un film: LE NUOTATRICI, disponibile su Netflix, della regista Sally El Hosaini.
A seguire foto e video di testimonianze