“Libri liberi”. Razzi umani: un libro che fa bene
di Filippo Cinquemani
Razzi umani è il titolo del primo romanzo di Vitto Pascale.
Chi è Vitto Pascale? Una
persona che si identifica come no binary e che crea contenuti su Instagram.
Coglie immediatamente la mia attenzione per il look curatissimo; in quasi in tutti i video si presenta con la matita sugli occhi e orecchini sempre diversi.
Il suo eloquio è molto sciolto e chiaro, Vitto racconta la comunità di cui fa parte sia attraverso temi importanti che commentando le notizie d’attualità.
Il libro, coerentemente all’attività sui social, affronta alcuni delle principali questioni del mondo lgbtqia+.
La forma di romanzo gli permette di raccontarsi a cuore aperto, ma con ironia.
L’ironia si ritrova anche nell’espediente scelto per questa specie di seduta psicoanalitica. I protagonisti della storia sono, infatti, solo due.
Confesso che mi sono identificato quasi subito in Vitto, probabilmente anche perché siamo coetanei.
Un vero e proprio balsamo per coloro che sono cresciuti in un paesino italiano, dove c’è l’oratorio e poco altro.
Oggi si parla molto di persone non binarie, gender fluid, ma fino a circa vent’anni fa già riuscire dichiarsi gay era una gran conquista.
Realtà e consapevolezze che vengono scoperte a poco poco grazie alla grande famiglia lgbtqia+ e alle esperienze di vita.
Una lettura molto agevole anche per chi vuole capirne di più proprio su cosa significa coming out, pregiudizio, omotransfobia, identità di genere, orientamento sessuale e sentimentale.
In questa intervista ci racconta qualcosa di sul libro e su di sé.
Quando hai deciso di diventare content creator?
Quando ho capito che lamentarmi al bar non raggiungeva abbastanza persone. Scherzi a parte, è stato un processo naturale. La voglia di condividere pensieri e provocazioni è nata nel momento in cui ho capito che potevo trasformare la mia ironia in un ponte per
connettermi alle persone. E, diciamolo, il pubblico del web è un po’ come una platea di cabaret: o ti ama o ti fischia via. Entrambe le cose mi intrigano.
Come nasce l’idea del libro?
Da una riflessione su cosa significhi essere “fuori posto” in un mondo che cerca sempre di infilarti in una scatola con un’etichetta. Ho pensato: “E se ci fosse una guida che ti accompagna nell’accettare di essere un bellissimo casino…ex inclusi?” Voilà, è nato Razzi
Umani! Inoltre, il dialogo con Levansi mi permetteva di esplorare temi complessi senza prendermi troppo sul serio.
Ho apprezzato il contesto un po’ macabro da amante della dark comedy. Vuoi dirci di più?
Grazie! Credo che il macabro, se ben dosato, ci aiuti a mettere in prospettiva le cose. La morte, che nel libro è una presenza costante, non è altro che il pretesto per riflettere sulla vita. Nonché parte della nostra vita.
È un po’ come ridere al funerale di battute inappropriate: non nega il dolore, ma lo rende sopportabile. Razzi Umani è così, una risata un po’ amara che ti lascia qualcosa su cui pensare.
A chi consiglieresti questo romanzo?
A chi si sente fuori dagli schemi, ma anche a chi quegli schemi li ha costruiti e non li mette mai in discussione. È un libro per chi ha voglia di riflettere, ridere e, perché no, anche arrabbiarsi un po’. Se non ti piace l’ironia, forse meglio passare al prossimo scaffale.
Stai già pensando a un nuovo libro?
Ovviamente! Scrivere è un po’ come andare in palestra per l’anima: dopo i dolori del primo allenamento, ci prendi gusto. Non posso ancora spoilerare troppo, ma diciamo che sarà un viaggio altrettanto fuori dagli schemi. Con meno marciapiedi e più… non lo so, magari una corsia del TSO!
Da attivista, come vedi la comunità LGBTQIA+ tra 10 anni?
Spero in un mondo dove non servano più etichette o “spiegazioni” per esistere. Ma, per essere realistici, vedo la comunità sempre più unita e diversificata, pronta a combattere per i diritti che ci spettano. In 10 anni, mi piace immaginare una generazione che cresce senza dover fare coming out perché, finalmente, essere chi siamo sarà la normalità e non l’eccezione.
Ringrazio Vitto per la disponibilità e alla prossima intervista!