Cos’è il Ramadan

di Filippo Cinquemani
Il primo di marzo è iniziato il Ramadan per i musulmani. Di che cosa si tratta? Secondo la tradizione islamica è il mese in cui Maometto ricevette la rivelazione del Corano “come guida per gli uomini di retta direzione e salvezza” (Sura II, v. 185). Il nome deriva dalla radice “ar-ramad”, ovvero “calore cocente”. Questo mese sacro prevede il digiuno fino al tramonto, ma anche preghiera, meditazione e autodisciplina. Nell’Islam è molto importante l’intenzione: la partecipazione al Ramadan deve dunque essere perpetrata con serietà e consapevolezza. L’obiettivo del fedele musulmano è crescere spiritualmente e avvicinarsi ad Allah. Il digiuno è un obbligo per tutti i musulmani praticanti adulti e sani che, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, non possono mangiare, bere, fumare e praticare sesso.
Il digiuno si interrompe al tramonto con un dattero o un bicchiere d’acqua e segue poi il passo serale, detto “iftar”.
L’esonero dal digiuno è previsto per donne incinte, viaggiatori, anziani e donne durante il ciclo mestruale. Il mancato digiuno si può recuperare durante l’anno.
Il digiuno (sawn) è solo uno dei cinque doveri della fede islamica. Gli altri sono la professione di fede (kalima), la recita quotidiana delle cinque preghiere (salat), l’elargizione delle elemosine (zakat) e il compimento, almeno una volta nella vita, del pellegrinaggio (hagg) a La Mecca (Arabia Saudita).
La mancata osservanza di questi precetti, nelle comunità più osservanti, può portare all’imputazione del reato di apostasia. Il Ramadan è il mese più sacro dei musulmani – che sono circa 1,6 miliardi in tutto il mondo – e il periodo dell’anno in cui si celebra è lo stesso in tutti i Paesi islamici.
Non cade sempre nello stesso periodo del calendario gregoriano, perché quello degli islamici è un calendario lunare (l’anno lunare dura circa 11 giorni meno di quello solare), e la numerazione dell’anno non coincide perché i musulmani iniziano a contare dal nostro 622 d. C., quando Maometto lascò la Mecca per recarsi a Medina.
Ci sono cibi che si possono mangiare quando cala il sole. Ogni Paese ha le sue tradizioni: per esempio, in Tunisia, Algeria e Marocco viene preparato un cous-cous solo con agnello (non il pollo o il montone) e aggiunta di uvetta; in Siria e in Giordania invece si mangiano i “katai”, dolci con ripieno di cocco, nocciole tritate e zucchero.
Durante il Ramadan si bevono succhi di frutta, e nei Paesi del Maghreb quello di liquirizia, che alza la pressione sanguigna, perché chi digiuna ce l’ha più bassa del solito.
Ovunque, il Ramadan è un momento di condivisione e di unione. È usanza invitare i propri vicini e amici a condividere tutti insieme il pranzo serale e a recitare particolari preghiere dette “tarawih”. Il Ramadan termina dopo 29 o 30 giorni con una festa chiamata “‘id al-fitr”, ovvero “la piccola festa”, durante la quale, oltre ad un pasto rituale, si fanno offerte per i più poveri della comunità.
Buon Ramadan a tutti!
Si ringraziano Focus e National Geographic