L’infanzia è negata, secondo il Rapporto Cesvi
di Alessandra Montesanto
E’ stato presentato, lo scorso 5 giugno, l’ “Indice regionale sul maltrattamento all’Infanzia” di Cesvi.
La pubblicazione annuale monitora l’attuazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti nel nostro Paese, anche quando le istituzioni non sono sempre riuscite a mantenere i diritti dell’infanzia al centro dell’agenda politica.
Dal Rapporto si evince che c’ è una disparità tra regione e regione, con una problematica maggiore, purtroppo, per il Sud Italia. Il Sud, inoltre, riceve anche meno aiuti finanziari da parte dello Stato per il sostegno da parte dei servizi sociali. Per ogni singola regione sono stati calcolati i fattori di rischio, l’analisi del contesto, delle politiche e dei servizi sul territorio e sono state esaminate sei capacita’: quella della cura di se’ e di altri, di vivere una vita sana (fumo materno, uso di droga da parte dei genitori, abuso di alcolici), di vivere una vita sicura (violenza domestica), di acquisire conoscenza e sapere (livello di istruzione dei genitori), la capacita’ di lavorare, la capacita’ di accedere alle risorse e ai servizi.
Più del 60% di ragazze e ragazzi under 14 ha vissuto episodi di violenza in casa. L’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia, presentato nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi #LiberiTutti, in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, considera e mette a confronto, per i bambini maltrattati e per gli adulti maltrattanti, due livelli di analisi relativi ai fattori di rischio e ai servizi offerti sul territorio. Il maltrattamento sui bambini e’ la conseguenza ultima di una situazione di disagio che coinvolge le figure genitoriali e il contesto ambientale e sociale nel quale i bambini vivono (l’elevato livello di poverta’, il basso livello di istruzione dei genitori, il consumo di alcol e di droghe da parte dei genitori, la disoccupazione o lo svantaggio socioeconomico).
I servizi sociali sono piu’ presenti nelle regioni in cui ci sono meno rischi: secondo il Rapporto, la Sicilia (insieme a Calabria, Campania, Puglia, Lazio, Basilicata, Molise e Abruzzo) si trova nel segmento delle regioni “ad alta criticita’”; la Sardegna si qualifica come regione con un buon livello di risposta a un’alta criticita’; le regioni del Nord si trovano nella fascia delle regioni in cui la situazione è migliore (come Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Veneto, Liguria e Piemonte) e dove si riscontra anche un alto livello nell’offerta dei servizi pubblici.
“Considerata la rilevanza delle differenze territoriali – ha dichiarato Daniela Bernacchi, CEO&General Manager Cesvi – e’ auspicabile il varo di politiche di prevenzione e cura in un confronto Stato-Regioni specificamente dedicato al maltrattamento dei bambini, oltre alla creazione di un sistema informativo sul fenomeno fondato su strumenti di monitoraggio e di rilevazione puntuale dei dati. Prosegue Bernacchi: “… Vogliamo riportare l’attenzione su una serie di misure da adottare, tra cui la necessita’ di dare vita a una Legge Quadro Nazionale sul maltrattamento dell’Infanzia creando strumenti normativi e amministrativi che facilitino la costruzione di politiche intergenerazionali di prevenzione del maltrattamento dei minori. A cio’ si aggiunge l’importanza di destinare risorse specifiche alla prevenzione e alla cura di questo fenomeno e di migliorare l’efficacia e l’efficienza della distribuzione delle risorse gia’ esistenti”.