La Bulgaria in piazza per la giornalista violentata e uccisa in un parco
Sabato scorso è giunta la notizia della morte di Viktoria Marinova, giornalista investigativa trentenne, violentata e uccisa con un colpo alla testa in un parco dove faceva jogging a Russe, nel nord della Bulgaria.
La donna lavorava per il canale televisivo privato Tvn. Per il ministro dell’Interno bulgaro, Mladen Marinov, l’assassinio di Marinova non sarebbe da collegare all’attività giornalistica della donna, anche se fonti e media internazionali riferiscono che la giornalista stava indagando su presunti casi di corruzione relativi all’utilizzo di fondi europei. Per il momento le indagini si stanno concentrando sul gesto di un maniaco sessuale oppure di un ospite del vicino centro psichiatrico.
Il primo ministro bulgaro, Boyko Borisov, ha dichiarato che dall’esame del DNA sarà possibile risalire all’aggressore, mentre la Polizia che sta indagando sul caso non ha ancora chiarito i motivi della morte di Marinova.
Marinova è la terza importante giornalista europea a essere uccisa dall’estate dello scorso anno: nell’agosto del 2017 era stata uccisa la giornalista danese Kim Wall mentre era a bordo del sottomarino dell’inventore Peter Madsen, mentre nell’ottobre 2017 era rimasta uccisa da un’autobomba Daphne Caruana Galizia, giornalista maltese, anche lei nota per le sue inchieste anti-corruzione.
Veglie e cortei si sono tenuti questo lunedì in diverse città bulgare per chiedere la verità sull’omicidio di Viktoria Marinova proprio perchè queste morti fanno pensare ad un preciso attacco alla stampa e alla libertà di espressione. La causa della morte della giornalista non è stata ancora accertata, ma l’ultimo rapporto di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa colloca la Bulgaria all’ultimo posto nell’Unione Europea e al 111° al mondo, su 180 Paesi recensiti…Monitoriamo.