“Stay human. Africa”. Indipendentisti anglofoni in Camerun
di Veronica Tedeschi
Cittadini anglofoni, da sempre considerati di classe B, hanno iniziato a protestare pacificamente in tutto il Camerun, per richiedere l’indipendenza delle regioni anglofone Northwests e Southwest. Questo nel 2016, in cui questi atti di protesta sembravano destinati a concludersi pacificamente, ma così non è stato perché il regime di Biya non ha valutato la possibilità di dialogo e compromesso ma, anzi, ha instaurato nelle principali città delle regioni anglofone un clima di terrore e repressione.
Secondo il governo questa sarebbe dovuta essere la linea vincente ma così non è stato perché le forze armate camerunesi hanno iniziato a commettere gravi violazioni dei diritti umani, quasi al limite con la definizione di crimini contro l’umanità.
A fine 2016 si sono formati i primi gruppi di guerriglieri che hanno iniziato azioni militari contro Polizia ed esercito. La comunità internazionale ha ignorato la situazione che nel tempo peggiorava sempre di più fino ad arrivare al 2018 in cui le attività del movimento indipendentista si sono triplicate e il Governo parla ora apertamente di guerra civile definendo gli indipendentisti dell’Ambanzonia come un grave pericolo per la nazione, forse più dei terroristi di Boko Haram che spaventano la regione da anni.
82 civili scomparsi, 170 attacchi a caserme di Polizia, 120 scuole incendiate e un importante rapimento avvenuto qualche giorno fa: è stata rapita la sorella di Ni John Fru Ndi, politico dell’opposizione del governo camerunese.
Unitamente al rapimento anche la casa della donna è stata bruciata, insieme a tutti i suoi averi. L’avvocato di famiglia non ha dato dettagli sulle motivazioni dell’attacco anche se la proposta di ritorno al federalismo del fratello può aver destato qualche nervosismo al governo attuale, che sempre di più sembra non aperto al dialogo.
La richiesta di indipendenza è un diritto dei popoli e sempre di più viene oppressa da governi dittatoriali che trasformano queste vicende in guerre civili. Anche nel mondo occidentale gli indipendentisti da sempre esistono ed esisteranno e dovrebbe essere concessa a tutte le popolazioni la facoltà di richiedere l’indipendenza; reprimere e combattere contro parte dei propri cittadini non è un comportamento leale e governativamente corretto.
Ma tutto questo avviene in Camerun, uno Stato dell’Africa che, come sappiamo, è famosa per la presenza di presidenti dinosauri che, non volendosi staccare dalla loro poltrona, creano dittature e conseguente mancanza di esprimere pensieri e volontà.
Del resto, i camerunesi hanno votato domenica 7 ottobre in un clima mediamente sereno. Tali elezioni potevano porre fine al potere di Paul Biya che da 36 anni governa nella nazione ma così non è stato. L’opposizione ha fatto ricorso alla vittoria dell’attuale presidente ma Biya rimane uno dei leader africani più longevi del continente.