Messico. Forum Sociale mondiale sulle MIGRAZIONI
di Mayra Landaverde
Il giorno è arrivato e, nonostante la iniziale confusione al bancone informazioni e anche sul programma del forum, sono riuscita a trovare la sala .
Il laboratorio che Associazione per i Diritti umani ha proposto in questo evento si è rivelato utilissimo e interessante.
Hanno partecipato attivisti haitiani, messicani, francesi e statunitensi.
Abbiamo discusso a lungo sulle somiglianze delle proprie frontiere.
Gli attivisti francesi ci hanno raccontato dei migranti vittime del trattato di Dublino che, una volta arrivati in Francia dall’Italia, vengono respinti più e più volte.
Una delle loro attività principali per far conoscere le persone straniere alle persone francesi e viceversa è quella di invitare le famiglie a trascorrere alcuni giorni nelle case degli immigrati per fa vedere che non siamo poi così diversi. Dalla condivisione di questa loro esperienza gli attivisti statunitensi hanno deciso di fare lo stesso nelle loro città.
Il nostro laboratorio è stato un ponte fra persone che vivono lontanissimo e che dedicano la propria vita al nostro stesso scopo. Due giovani compagni di un’organizzazione canadese ci dicono come anche in Canada sia importantissima la giusta e degna accoglienza.
La loro associazione si chiama La Maison d’Haiti, fondata nel 1972, che da sempre si è concentrata su quattro aspetti: l’istruzione, i nuovi arrivati, i giovani e le donne.
Per sapere di più sulla loro organizzazione qui il loro sito: www.mhaiti.org
Abbiamo conosciuto anche due donne coraggiose che portano avanti un bel progetto nelle scuole, niente meno che in una delle città più pericolose al mondo, Ciudad Juarez. Lucero de Alva, autrice del libro “Pita y los girasoles” e la maestra Graciela Codina portano la storia di Pita protagonista del libro che ha come “missione” riempire di girasoli la città per addolcire le sue pericolose strade.
Si presentano nelle scuole dello stato di Chihuahua nel nord del Messico regalando libri ai bambini e offrendo semi di girasole, che per ogni buona azione dei ragazzi dovrebbero poi sbocciare in fiori. E’ un’azione che può sembrare banale ma non lo è per niente, bisogna offrire dolcezza a tutti questi bambini che purtroppo sono circondati da violenza.
Se volete conoscere da vicino tutto il tragitto che fa Pita potete trovare la sua pagina fb: https://www.facebook.com/PitaylosGirasoles/
Come conclusione abbiamo parlato su cosa fare per lottare in modo concreto ed efficace contro il clima di razzismo che dilaga nel mondo.
Crediamo che l’unico modo di combattere l’odio sia principalmente quello di lavorare su due settori: la scuola e i mezzi di comunicazione. I bambini passano gran parte del giorno nelle aule scolastiche, gli adulti s’informano attraverso i media.
Un’educazione e un’ informazione responsabili, umana e veritiera produrrebbero sicuramente cittadini consapevoli e sensibili.