Alessia Sorgato: ogni giorno dalla parte delle donne e dei minori
Associazione Per i Diritti umani ha intervistato Alessia Sorgato, avvocato penalista; lavora in numerosi centri antiviolenza, sportelli anti-stalking e Onlus dedite alla protezione dei bambini e delle donne. Co-fondatrice dell’Associazione Amici della Casa dei Diritti, pubblica per il blog “Gli intrusi” sul tema della violenza domestica e i diritti Lgbt.
Ringraziamo sentitamente Alessia Sorgato per il tempo che ci ha voluto dedicare.
A cura di Alessandra Montesanto
Vuole raccontarci brevemente la sua storia professionale e il ruolo che ora svolge per il Comune di Milano?
Mi sono laureata nel 1993 con una tesi sulla testimonianza della vittima di abusi sessuali. Ho lavorato come avvocato della difesa per almeno quindici anni continuando a scrivere libri giuridici. Grazie a quello sullo stalking, nel 2010, ho incontrato Nadia Muscialini, allora Responsabile di un grande Centro antiviolenza e da lì ho cominciato ad assistere donne e minori. In questi anni abbiamo superato il centinaio di casi.
Ora vengo contattata sia da Associazioni che da singole, che chiedono consulenza, formazione e difesa processuale in Tribunale.
Con altre donne abbiamo fondato l’Associazione Amici della Casa dei Diritti del Comune di Milano, che ha sede in via de Amicis.
Perché ha deciso di lavorare per le donne maltrattate?
Perché la posizione della vittima è molto meno tutelata di quella dell’accusato. Il nostro è un illuminato processo garantista stracolmo di diritti, prerogative e possibilità strategiche per l’indagato. Chi ha subito il torto, paradossalmente, deve sgomitare energicamente per far valere le proprie aspettative. È il cammino per fargliele riconoscere è appena cominciato. C’è moltissimo ancora da fare.
Quali sono le novità giuridiche in tema di pena per i reati contro le donne? E per quanto riguarda la loro tutela?
In tema di “pena”, cioè di trattamento sanzionatorio, non abbiamo grandissime novità e questo è francamente uno dei grandi difetti del sistema: il nostro codice penale infatti risale al 1930! Registriamo solo qualche nuova previsione ( come gli Atti persecutori, introdotti nel 2009) e qualche aggravante (come quella sulla relazione affettiva). Strumenti processuali se ne sono introdotti dopo il 2013, anno di ratifica della Convenzione di Istanbul: purtroppo sono poco conosciuti e poco richiesti. Serve maggiore informazione e consapevolezza e soprattutto aggiornamenti per le Forze dell’Ordine.
Che tipo di percorso affrontano i figli delle donne che subiscono violenza domestica?
È forse la parte più dolorosa del tema. Durante i maltrattamenti, i figli sono li, vittime a loro volta anche solo di violenza assistita. Vedono, sentono, assorbono. Alcuni “ereditano” l’atteggiamento paterno e finiscono per imitarlo. Altri reagiscono ed aiutano la madre. Ci sono casi in cui sono i ragazzini a chiedere aiuto ( agli insegnanti, allo psicologo scolastico, alle divise), i più grandicelli addirittura ci aiutano raccogliendo prove, ad esempio filmano e registrano scenate e botte.
Dopo la separazione sono gli assistenti sociali che monitorano le visite e spesso vi presenziano presso gli spazi neutri.
Perchè, a livello giuridico-legale, non si parla di “vittime”?
Se rivolgete questa domanda alle associazioni, vi risponderanno che non si vuole stigmatizzarle e che loro stesse non accettano una definizione così passiva.
Se lo chiedete ai politici, vi diranno che si tratta di una forma di rispetto per cui si preferiscono sinonimi quali “parte lesa”, “persona offesa”.
Se interrogate me sul punto, vi dico che la vittima è scomoda a tutti.
Lei si occupa anche di bullismo e di cyberbullismo: esiste un possibile legame tra questo fenomeno e la violenza di genere?
Eh si, temo proprio di sì. Lo si diceva poc’anzi no? I bambini sono spugne, se amano o ritengono un modello il loro padre-padrone, ne seguiranno le orme, ripetendo il copione prepotente sui loro compagni. Se una femmina vede sua madre subire zitta, senza reazioni ne’ ribellioni, può a sua volta divenire zimbello dei pari. Sono cerchi di violenza da spezzare immediatamente.
Una risposta
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