Cosa accade in Libano
Associazione per i Diritti umani ha parlato con la giornalista Laura Silvia Battaglia che negli ultimi giorni è stata a Beirut e ha preso parte alle proteste in atto nel Paese. Le ha chiesto di spiegarci brevemente la situazione e la ringrazia per le seguenti notizie.
La popolazione è presente nelle strade ogni giorno, soprattutto con assembramenti nel pomeriggio e alla sera, molto colorati e festosi con persone di tutte le età, ma con una grandissima percentuale di giovani. La richiesta principale è la dimissione dell’esecutivo, senza rimpasti perchè inizialmente il governo Hariri aveva proposto un rimpasto e delle misure economiche che non soddisfano i manifestanti.
L’altro ieri sono apparse, molto pacificamente, le forze di polizia (l’esercito libanese) a contenimento delle manifestazioni.
E’ una situazione che non si verificava, in Libano, da tantissimi anni e che non si è vista anche in altre “primavere arabe”; si tratta di un movimento trasversale a tutto il componimento della società e c’è la domanda ad un’attenzione maggiore alla sostenibilità dei cittadini, al poter avere una vita decente perchè qui l’inflazione è altissima e il costo della vita è diventato molto alto anche a causa della gentrification nelle grandi città che spinge i giovani e le persone meno ricche ad abbandonare i quartieri originari e tutto questo ha un grosso peso.
L’ unica forza politica che in qualche modo ha parlato è stata Nashrallah di Hezbollah, che ha dei membri ministri in questo governo, e che ha affermato che sarebbe meglio che tutto si mantenesse così, poi però ha detto che non sarebbe scesa in piazza, ma che è dalla parte dei manifestanti. Anche i partiti di opposizione hanno parlato, ma non hanno portato bandiere in piazza e dunque il punto è che ci si aspetta che o da una parte le proteste si plachino oppure che il governo si dimetta, senza se e senza ma.
E’ molto bello essere qui, è molto eccitante perchè si sente l’atmosfera di una nazione giovane, si sentono delle richieste genuine e originali , ma l’unica cosa – come sempre succede con questo tipo di accadimenti – è che chi va in piazza non è strutturato e, quindi, non esiste in realtà una società civile che abbia delle rappresentanze in grado poi eventualmente di entrare come soggetti politici. Sicuramente può interloquire con dei soggetti politici, ma non ci sono dei leader della piazza. Questo è un punto da una parte a favore perchè rende tutto molto genuino, dall’altra a sfavore perchè questa è una richiesta politica e deve avere una conseguenza politica.