“America latina. Diritti negati”. Venezuela e Covid-19
di Tini Codazzi
Come se non bastasse, in Venezuela, ovviamente è arrivato il COVID19. Certo, siamo tutti completamente sottomessi da questo virus, era prevedibile che Venezuela si unisse al coro.
La crisi umanitaria che conosciamo e che ampiamente è stata descritta da noi e da tutti i giornali è ancora presente, è ancora una realtà, non finirà finché ci sarà il narco regime di Nicolas Maduro.
Le prime informazioni ufficiali dei primi infetti sono state date una decina di giorni fa. Il comunicato ufficiale dichiarava che c’erano 42 casi confermati. Al 19 di marzo, Juan Guaidó dichiarava che c’erano 200 casi confermati e che il regime mentiva e mente, come sempre ha fatto. Maduro si è messo al lavoro immediatamente lanciando la campagna “quarantena sociale”: in sostanza una serie di provvedimenti e campagne per contenere la diffusione del virus ma allo stile surreale e repressivo del regime latinoamericano. Surreale perché si continua a vedere molta gente per strada, accalcati sui camion, che sono diventati da un po’ di tempo i mezzi di trasporto, alcune persone con mascherine, altre no, ma certamente attaccati tra di loro come il tonno in scatola… immagini del metrò di Caracas mentre si fa la disinfestazione ma subito dopo vagoni pieni di gente… Immagini di parenti e amici degli esponenti del regime facendo grandi feste di compleanno al mare, feste di matrimoni di 200 persone, probabilmente infestandone a decine, o per lo meno mettendo in pericolo la popolazione. In TV, Maduro, con mascherina in bocca, parla delle misure da prendere, da rispettare, parla della pozione magica che sta prendendo per combattere il virus, allo stile Harry Potter, ma nella miseria del Venezuela questa pozione è fatta con limone, miele ed erbe aromatiche. Repressiva perché ogni scusa è buona per violare i diritti delle persone, e che migliore scusa che le misure di contenimento per la pandemia. Sono già partite le denunce su venezuelani morti a mano dei paramilitari perché non hanno seguito le regole, giornalisti sequestrati perché hanno fatto il loro dovere di informare sull’emergenza COVID19, deputati perseguitati. Il Coronavirus è usato dal governo come arma per reprimere ancora di più la popolazione, per sospendere “legalmente” tutte le garanzie costituzionali che loro hanno sempre ribadito di rispettare. Adesso, a causa delle restrizioni sanitarie è “legale” spaventare e violentare ancora di più la gente. Il rispetto della quarantena si fa a mazzate, proprio così, a manganellate contro le persone che escono la sera o vanno a comprare cibo o semplicemente devono lavorare.
Senza parlare di quello che succede nelle carceri con i prigionieri politici, che meriterebbe un capitolo a parte. Le autorità non prendono le misure necessarie in un posto che ovviamente è affollato, sporco, pieno di altre malattie. I famigliari hanno chiesto misure anche per loro visto che si sa dell’assembramento dilagante nelle carceri, hanno denunciato che continuano ad essere torturati e derubati, nonostante la situazione, nonostante tutte le dichiarazioni di organizzazioni sanitarie e dei diritti umani che chiedono misure speciali per situazioni e luoghi come carceri, istituti di salute mentale, centri per anziani, ecc. Una nuova situazione che aiuta a condannare a morte gente che “vive” in questi posti.
Il fatto è che questa pandemia colpisce un popolo già stremato, all’ultimo delle sue forze. Un popolo che da anni combatte contro la mancanza di alimenti, di medicine, contro la inefficienza del sistema sanitario nazionale, contro la fame e contro altre malattie già esistenti come la malaria, la tubercolosi, la febbre dengue, ecc. Come fa un paese senza nessuna risorsa economica e sociale a sopravvivere a questa pandemia disastrosa? In Europa e negli Stati Uniti stiamo facendo fatica, come fa un paese come il Venezuela? Con un regime come questo? Non per essere pessimista, ma il Venezuela rappresenta in questo momento di crisi un potenziale pericolo epidemiologico per tutta la regione. È l’emergenza nell’emergenza. Il popolo si trova a fronteggiare un’emergenza completamente indifeso. Come si fa a seguire tutte le regole che già conosciamo per contrastare il contagio se nel paese non c’è acqua, non c’è gas, non c’è elettricità, non c’è libertà d’informazione, non c’è benzina, non ci sono alimenti né medicine? Banalmente, come fanno a lavarsi le mani le persone se a casa non hanno l’acqua e nemmeno i soldi per comprarsi una saponetta? Come fanno per andare al supermercato per comprare cibo se non hanno benzina? Come fanno le persone a seguire una quarantena se non esiste nessun sussidio che li aiuti? Chi non esce di casa, non lavora, chi non lavoro non guadagna e muore. Semplice. E’ il caso di Marta che fa la colf in nero facendo le pulizie nelle poche case di famiglie che si possono permettere questo “servizio”. Dovrebbe stare a casa e invece va a lavorare perché altrimenti la sua famiglia muore. E’ il caso di Roberto che fa il “moto taxi”, che porta i clienti da un luogo all’altro nella sua moto. Se non fa delle corse, non guadagna e muore di fame. Tutti e due hanno deciso di lavorare, tanto non si perde niente, la situazione era già così grave senza Coronavirus, che a loro non cambia niente. E così per tanti, ma tanti venezuelani.
Continueremo ad informare su questa situazione perché è nostro dovere, in questo momento di crisi, di denunciare le gravissime situazioni che questa pandemia comporta nei paesi del cosiddetto terzo mondo e nei paesi dove vive gente che non ha niente e che non sa come difendersi da questo disastro.
Questa è la situazione. Cifre reali non ci sono e non ci saranno mai. Controlli non ci sono e non ci saranno mai. Tamponi non ci sono e non ci saranno mai. Aiuti dal governo-regime non c’è e non ci sarà mai. Ospedali attrezzati non ci sono e non ci saranno mai. Si salvi chi può nel far west venezuelano.
Da oltre venti anni,trascorro lunghi periodi in Venezuela,che considero la mia seconda Patria.Popolo che amo molto quello venezuelano e che vorrei poter aiutare,ma mi sembra di capire che l’unica alternativa possibile sia un cambio radicale ,in una democrazia reale,fondata sul valore imprescindibile della libertà e della solidarietà del rispetto dei diritti umani e civili che sono calpestati, in nome di una fanta-politica assurda e rovinosa.Chi non sa ,non può e/o non vuole ,dovrebbe, amio modesto parere,dopo l’evidente fallimento del suo governo,mettersi da parte e permettere che altri coraggiosi si prendano la responsabilità di guidare il Paese e il Popolo che soffre,subisce , fugge e muore.Quanti massacri in nome del potere, della stessa religione e perfino di Dio…L’evidenza del fallimento è sotto gli occhi di tutti;perchè allora nessuno puòfare nulla.!..?Perchè tanta omertà,menzogna,complicità ed egoismo.Qualcuno ha perso la vita,altri la libertà,per la difesa dei valori! Ma un sistema che produce miseria,che genera odio ,discriminazione,paura,dipendenza…ecc.non è degno di sopravvivere!.Sento nel profondo del mio essere il pianto accorato,il grido disperato di quei poveri !Ho ancora davanti il volto di tanti che mi supplicavano di dire al mondo ciò che ho visto e udito laggiù:fame, miseria, morte,paura e violenza…e tutto questo in un sistema mascherato da una parvenza di libertà e di democrazia !,.Amio modesto parere,. la dittatura può generare solo dei mostri non degli uomini e dei popoli liberi! La democrazia non è totalitarismo ,la libertà non è libertinaggio, ma oggi si usa perfino il linguaggio per asservire un popolo,oggi il potere del linguaggio è paragonabile a quello delle armi.ILprodotto dello scambio tra un significato e il suo contrario è un semplice gioco su cui si fodano arbitrariamente diritti onnipotenti che nessuno osa infrangere compreso quello di decidere della vita alrui,del suo legittimo progredire nel benessere ,nella ricchezza e nello sfruttamento di quei beni anche naturali di cui la natura umana è così prodiga.
Cara Clementina, siamo d’accordo! Giro questo suo utile commento anche a chi si scrive la nostra rubrica e la ringrazio molto. Alessandra
Sono consapevole dei rischi che corro nel mettermi contro il regime e, con mia sorpresa, ho letto commenti poco edificanti di occidentali condiscendenti e addirittura oppositori di Juan Uajdò leader democratico,serio,competente e sensibile che dovrebbe essere anche da noi appoggiato.Da costoro,viene messo sullo stesso piano del primo .Quanta superficialità rivelano le persone in nome, forse, di un credo ideologico obsoleto o peggio in ossequio e sudditanza ai suoi fondatori !.In Venezuela durante il periodo Chavista,caratterizato dalla demolizione non solo del modello americano,ma dall’odio verso una civiltà portatrice anche di valori, come un fiume irruente, si è continuata la disgregazione del sistema democratico,che lo stesso popolo ora rimpiange ,rivivendone con nostalgia il ricordo . Certo fenomeno di trasformazione è stato senz’altro favorito anche da un dilagante populismo espresso in tutte le sue forme ; mantenuto ed alimentato attraverso i mass media e da quella che ,impropriamente si può definire” democrazia diretta ” .Basti pensare agli intrattenimenti ed interconnessioni radio televisive della durata di giorni, mesi ed anni durante le quali da vero ed unico padre della patria ,un capo dello stato parla,con forbita oratoria ai suoi sudditi ai quali giungono solo gli scrosci di applausi probabilmente registrati dell’unico incontro tenuto in Mirafiori,sede del governissimo.
Lulù.Conosco Clementina ,che ha sempre sostenuto gli amici della nostra cooperativa, e vive a Barchisimeto aiutando i poveri,lei dice cheil comunismo di Maduro è un comunismo diverso da quello cinese perchè in Venezuela si va in Chiesa e nessuno ti proibisce di credere in Dio.Le hanno rubato il Pc ed è preoccupata che lo possano usare utilizzando i suoi dati personali.Mai e poi mai si sarebbe messa contro Chavez.Ora vuole fare denuncia attraverso il Consolato.
La parola “cardine” su cui ha fatto leva,la strategia venezuolana è stata ed è “Revolucion”,parola,che nel suo implicito dinamismo è stata incentivo all’azione,eco di culture, cultura ecc…Le stesse contraddizioni intrinseche al sistema rivoluzionario,sono state il motivo della sua disgregazione perchè costruito senza un fondamento ossia senza tener conto della praxis,bensì sulla sola base ideologica,diretta orientata e guidata ed imposta dall’alto:Ne è uscito una specie di potere oligarchico che ha preteso e pretende di rimanere in essere senza mai essere riuscito a coinvolgere definitivamente il popolo che avrebbe potuto diventare un esteso contesto rivoluzionario.Diritti negati,insieme a rivoluzione e controrivoluzione negate ,richiamano ,sostanzialmente,un coinvolgimento utile e costruttivo per la salvezza di un popolo,ilmio amato popolo Venezuolano.