“La mia storia è la tua storia”. La storia di Lavdije
a cura di Jorida Devishi
Una storia nella quale trovo molto difficile il confine tra realtà e immaginazione;
tra dolore e gioia ; tra paura e
coraggio; tra speranza e pessimismo!
Lavdije naque il 19/06 1977 a Grizhë Malësi e Madhe, Albania.
Lei viene laddove si intreccia la maestosità delle montagne del Nord dell’Albania con la bellezza femminile. Lei è una testimonianza vivente della loro grandezza.
Lavdija ė una donna forte, nata e cresciuta in una famiglia semplice. Suo padre
ha lavorato come infermiera; invece sua madre lavorava in una fattoria. Non erano ricchi ma non erano neanche poveri. Diciamo che erano una famiglia che durante il regime comunista contava ogni chicco di grano, perché all’epoca il cibo non era sufficiente; perché, come dice Migjeni, (un poeta albanese ) il ventunesimo secolo è il secolo dell’apoteosi del mais tra i nidi albanesi. I suoi ricordi più cari sono quelli che condivide con la famiglia, tutti godendo il cibo cucinato da sua mamma. Lavdija, come la maggior parte delle donne, non era libera di uscire e divertirsi con le sue amiche, non ci credete, ma non le era nemmeno permesso di frequentare un ragazzo. Andò a scuola ma fu presto costretta ad abbandonarla, suo padre le proibì di studiare perché negli anni ’90 il sistema comunista stava crollando. Il vero caos, la paura e l’insicurezza si sentiva in ogni famiglia albanese. Per le ragazze, la soluzione migliore era l’isolamento o il matrimonio, come nel caso di Lavdije. All’età di 17 anni, la sua famiglia la sposa e dopo un anno lei diede alla luce una bellissima bambina, Edisa. Diventa madre per la prima volta. Già, una donna in tutti i sensi, aveva benedetto la famiglia con l’arrivo della sua prima bambina. È così che volevano le usanze della zona. Il problema era che l’Albania stava attraversando un periodo difficile. Nel ’97 scoppiò la guerra civile. Una delle sue conseguenze è stata la povertà estrema. Lavdija insieme a suo marito e la figlia di un anno e mezzo decidono di emigrare clandestinamente. Correva l’anno 1998, lei aveva solo 19 anni ma si sentiva pronta per iniziare una nuova vita. Semplicemente non sapeva quello che il destino le aveva riservato. Sapeva solo che doveva dare alla sua figlia una vita migliore, quella vita che a lei era mancata…