Libertà di stampa nella guerra civile in Etiopia
L’Associazione per i popoli minacciati chiede il rilascio dei giornalisti detenuti
Il Presidente eritreo Isaias Afewerki e il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed il 9 luglio 2018 firmano la Dichiarazione congiunta di Pace e Amicizia tra Eritrea ed Etiopia. Foto: Yemane Gebremeskel via Wikimedia Commons.
L’Associazione per i popoli minacciati (APM) accusa il governo etiope di fomentare un clima di paura e autocensura nei media del Paese, arrestando arbitrariamente i giornalisti. L’organizzazione per i diritti umani ha chiesto con forza il rilascio di sei giornalisti arrestati che sono detenuti senza contatti con il mondo esterno. Solamente nelle ultime 24 ore sono stati 4 i giornalisti arrestati con l’accusa di aver diffuso notizie false sui conflitti armati in Tigray. L’intimidazione sistematica dei media dimostra che il Primo ministro Abiy Ahmed non è a favore dei diritti umani. L’Etiopia sta diventando sempre più uno Stato autoritario che non si sottrae alle violazioni dei diritti umani o ai conflitti armati per garantire l’ordine esistente.
L’APM ha anche criticato il fatto che gli uffici governativi etiopi hanno impedito a diversi operatori dei media di fornire informazioni indipendenti dalla regione del Tigray, teatro della guerra civile. Nonostante la drammatica escalation di violenza nel nord del Paese, non c’è trasparenza e non c’è possibilità di ricerca indipendente. Si tratta di una ricaduta ai tempi della dittatura, in cui le autorità per anni hanno trattato come un tabù le sofferenze della popolazione civile sotto la guerra civile.
Questa settimana sono stati arrestati i tre giornalisti Abreha Hagos, Haftu Gebregzhiabher, Tsegaye Hadush dell’agenzia di stampa etiope EPA e Udi Mussa dell’Oromo Media Network (OMN). Lunedì di questa settimana è stato arrestato Medihane Ekubamichael, il direttore del prestigioso giornale in lingua inglese Addis Standard. Era già stato arrestato per la prima volta sabato scorso. Lo stesso giorno è stato arrestato anche il giornalista Bekalu Alamirew di Awlo Media. Anche la Commissione per i diritti umani etiope ha espresso la sua preoccupazione per l’arresto dei media via Twitter.
Solo l’8 settembre 2020 l’Etiopia ha fatto arrestare nuovamente tre giornalisti dopo essere stati rilasciati per ordine del tribunale poche ore prima. Belay Menaye e Mulugeta Anberbir e il loro cameraman Misganaw Kefelgn sono ancora oggi in custodia. I dipendenti di OMN Chibsa Abdulkerim e Melese Direbssa, presi in custodia il 2 luglio 2020, sono ancora detenuti senza alcuna accusa formale.
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