“LibriLiberi”. Psicopolitica
di Alessandra Montesanto
Un libercolo, edito da Nottetempo, denso di concetti e riflessioni utili per riflettere sulla nostra contemporaneità o meglio, sulla ipercultura che caratterizza la nostra epoca. Si tratta di Psicopolitica, di Byung-Chul Han, docente di Filosofia e Studi Culturali, a Berlino.
Riprende, l’autore, l’assunto di 1984 di George Orwell, per descrivere una società che invita i cittadini a condividere, a esprimere opinioni e giudizi, a esternare pensieri, desideri, fallimenti tramite la tecnologia e che, tramite i big data, controlla la vita di ciascuno. La libertà diventa, così, strumento di costrizione e di oppressione, ma gli individui sono ancora ben lontani dal cogliere tale paradosso.
Molti sono i concetti approfonditi in questo saggio: potere intelligente, biopolitica, ludicizzazione, idiotismo, per citarne alcuni.
Potere intelligente: è quello che utilizza una libertà apparentemente permissiva, una sorta di benevolenza subdola per poter agire in maniera piacevole e creare dipendenza. In questo modo esprimiamo i nostri pensieri e diventiamo sempre più manipolabili.
Biopolitica: lo stato di salute, il controllo della demografia e del tasso di mortalità diventano algoritmi per ridurci a una massa, da amministrare in base a psicoprogrammi ben organizzati per gestirci in maniera uniforme e produttiva.
Ludicizzazione: la tecnologia imperante – con i social network, in particolare – assoggettano la comunicazione reale ad una modalità di “gioco”: “like” e“followers” sostituiscono relazioni più profonde, durature e critiche. E’ sufficiente schiacciare un pulsante per illudersi di essere apprezzati.
Idiotismo: per Deleuze essere idioti significa: “dischiudere il pensiero a un campo di immanenza fatto di eventi e singolarità, che si sottrae a ogni soggettivazione e psicologizzazione”; essere idioti, oggi invece, significa essere “eretici” perchè è sempre più arduo ricorrere ad un pensiero e a una scelta liberi. La violenza del consenso, nella tarda modernità, soffoca la libertà di poter essere idioti.
Han in questo suo lavoro, inoltre, collega il potere della tecnologia al neoliberismo: siamo servi, ormai, in quanto non sappiamo più relazionarci agli altri in maniera disinteressata; viene sfruttato tutto ciò che rientra nel concetto di “libertà” (emozioni, gioco, comunicazione) con l’unico scopo di produrre capitale in un circolo eterno, tentacolare e perverso, ma nascosto e raffinato a tal punto da coinvolgere tutti senza che ne accorgiamo. E’ una forma di profanazione del sacro, se per sacro si intende il libero arbitrio, sporcato dalla ricerca dell’unico dio rimasto, il Denaro.
E quando la religione – in senso letterale di re-ligere, legare, accomunare – perde il senso originario, staccandosi dall’Etica – rimangono non più individui-cittadini, ma soltanto vuoti involucri o macchine senz’anima. E questi siamo noi.