Perquisita la sede di Linea D’Ombra: la parola a Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi
Lo scorso 23 febbraio il Pm Massimo De Bortoli ha aperto una fascicolo per concorso in favoreggiamento all’immigrazione clandestina a carico di circa trenta persone, ma tra queste sono sotto osservazione anche i volontari di Linea D’Ombra, nota associazione che fornisce solidarietà ai migranti.
La Polizia ha fatto irruzione nell’abitazione di Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi – l’abitazione è anche sede dell’associazione – e ha perquisito cellulari e computer.
Associazione Per i Diritti umani ha chiesto un commento a Lorena Fornasir e a Gian Andrea Franchi ai quali dà pieno sostegno, preoccupata di un ritorno al “reato di solidarietà” e si impegna a monitorare la situazione.
Ecco le parole di Lorena e di Gian Andrea:
Siamo stati trascinati in una macchina del fango perchè sono supposizioni infami che non hanno uno straccio di prove e spero che riusciremo a smontarle. Ad Andrea hanno sequestrato, chissà per quanto tempo, computer e cellulare per cui dobbbiamo rifarci a questo mio telefono (Lorena)
Quello che sta accadendo è un tentativo di colpire l’attività che Lorena, io e un altro gruppo di persone stiamo facendo ormai da diverso tempo. Usano, per questo scopo, una vicenda che risale al luglio del 2019, ovvero l’intervento che Lorena ed io abbiamo fatto nei confronti di una famiglia iraniana che abbiamo ospitato ed aiutato a prendere un treno. Siccome questa famiglia, secondo la Procura, è stata aiutata anche da una rete di passeur vogliono collegare in particolare il mio nome a questa rete di trafficanti, insinuando (perchè prove non ne hanno) che io possa averne tratto dei vantaggi sul piano economico. Ripeto: il tentativo è essenzialmente quello di colpire un’attività che, per me e Lorena, risale al 2015 e che per l’associazione Linea D’Ombra inizia nel settembre del 2019. Non capisco altrimenti perchè tirino fuori tutta questa macchina di fango pur conoscendo la linearità del nostro comportamento che conoscono benissimo perchè ci controllano, ci seguono, etc. E’ in atto un attacco ad un intervento di solidarietà che è in atto da tempo a Trieste e che ha creato una rete solidale che va ben oltre la città e che quindi inizia a diventare in qualche modo disturbante nei confronti della politica istituzionale verso i migranti (Gian Andrea).