Venezuela: #VacunasYaParaTodos
di Tini Codazzi
Cosa sta succedendo con i vaccini e la campagna di vaccinazione? Com’è la situazione dei malati e dei deceduti? Cosa sta affrontando il personale sanitario?
In Italia si ricevono notizie e aggiornamenti sul Brasile, sul Messico e certe volte su altri paesi dell’America Latina, ma cosa sta succedendo in Venezuela? Come gestisce la situazione il regime venezuelano dopo l’apparizione del primo caso un anno fa?
Nel nostro primo articolo sul tema https://www.peridirittiumani.com/2020/04/01/america-latina-diritti-negati-venezuela-e-covid-19/ parlavamo già di cifre manipolate dal regime: 42 casi confermati contro i 200 denunciati dall’opposizione. Il 23 aprile 2020 parlavamo di 204 contagi e 9 deceduti. Il 26 luglio 2020, l’informazione era questa: 10.428 casi divisi così: 6.661 asintomatici, 577 con sintomi lievi, 16 con sintomi moderati, 24 in terapia intensiva e sui deceduti si diceva in modo molto confuso che fossero 96 dall’inizio della pandemia. È passato un anno e le cifre ufficiali in data 8 aprile sono queste: 171.373 contagiati confermati e 1.720 decessi.
Il primo medico venezuelano è deceduto il 16 giugno 2020, da quel momento la ONG Médicos Unidos de Venezuela (MUV) iniziò una statistica per monitorare i decessi per Covid-19 nel settore della salute, i morti appartenenti al personale sanitario non erano inseriti nei report ufficiali emessi dal regime. Da quel momento MUV ha condiviso un’informazione opacizzata dal governo identificando le vittime mese dopo mese. Fino allo scorso 8 aprile c’erano 456 lavoratori del settore tra medici, infermieri, personale amministrativo e di servizio ospedaliero e dentisti; più del 25% del totale ufficiale dei morti nel paese. Nel mondo intero si applaude e si sostiene il settore, in Venezuela lo si lascia senza sostegno, senza sicurezza fino a morire. Il problema è che se il personale sanitario si ammala e muore, allora che cura la società civile? A Nicolas Maduro e al suo entourage non importa perché sono già stati vaccinati.
Quali sono i problemi intorno ai vaccini in Venezuela? Dopo pressioni da parte di ONG, enti privati appartenenti a diversi settori, società civile, stampa nazionale, organizzazioni per i diritti umani, forum civili e tanti altri, Venezuela è entrata a far parte del COVAX, il fondo di accesso globale per i vaccini contro Covid-19. Venezuela lo doveva fare attraverso finanziamenti propri. Per l’ennesima volta il governo e l’opposizione condotta da Juan Guaidó, il quale ha la responsabilità di gestire i soldi all’estero dopo le sanzioni, non arrivavano ad un accordo per creare una campagna di vaccinazione massiva. Il regime lamentava che a causa delle sanzioni non si poteva disporre dei soldi necessari, ma pochi giorni fa la Vicepresidente Delcy Rodríguez ha annunciato che il Paese ha consegnato la metà del pago per i vaccini e ha acquisito 11.374.412 di dosi per coprire il 20% della popolazione, dimostrando dunque, che le sanzioni non sono mai state impedimento per alleviare l’emergenza umanitaria creata dal virus. Secondo la Rodríguez è previsto il restante 70% attraverso accordi con Cina, Russia e Cuba. Uno dei problemi è che il governo ha aperto le porte alla sperimentazione clinica dei vaccini cubani Soberana 2 e Abdala.
L’episcopato in Venezuela attraverso un comunicato stampa dichiara: “Facciamo un forte appello all’Esecutivo Nazionale, alle autorità sanitarie e a tutte le entità pubbliche e private affinché, pensando al bene delle persone che dovrebbero servire, cerchino un accordo (con l’adeguata e scientifica consulenza degli specialisti) per ottenere i migliori vaccini che possano essere applicati a tutta la popolazione senza eccezione o discriminazione. Questo eviterà che la nostra popolazione diventi un campo di prova per prodotti non sicuri”, ha detto a proposito dell’idea di sperimentare sulla pelle dei venezuelani con dei vaccini che non hanno ancora compiuto tutti i test necessari per essere applicati e non hanno ricevuto l’ok dall’OMS.
Chi gioca con la salute delle persone è sempre in agguato, non c’è da sorprendersi se ultimamente i social si sono riempiti di denunce contro una modalità di truffa attraverso WhatsApp. Messaggi di testo dove si offrono in vendita i vaccini e i posti nella lista: “Ciao, sono Maria e volevo dirti che ho un posto nella lista d’attesa per i vaccini. Se sei interessato, avvisami e ti do indicazioni per il pagamento”. Una truffa fatta per il grosso della popolazione poco istruita e disperata.
Un altro fattore è quello della discriminazione nel somministro del vaccino. Le prime campagne di vaccinazione in diversi municipi della capitale sono state eseguite tenendo in considerazione un elenco di persone in possesso della “Tessera della Patria” (cioè, una tessera che vincola al partito Chavista, che monitora le attività politiche delle persone beneficiarie). Questa è una chiara e concreta violazione dei diritti umani, è una discriminazione basata su motivi politici e sul controllo sociale. Il vaccino viene dato a chi è chavista, non a chi è anziano, malato o ai lavoratori della salute. L’accesso alla salute non ha colore, genere, età, religione o credo politico.
Entrando sul sito dell’INPS venezuelano (Instituto Venezolano de los Seguros Sociales-IVSS) si legge questa notizia: “Il vaccino sarà applicato progressivamente agli adulti e agli anziani con qualche comorbidità, (che soffrono di più di una malattia), registrati nel sistema Carnet de la Patria, applicando tutte le misure di biosicurezza che il governo nazionale ha implementato in tutto il paese. Con queste azioni, ancora una volta il dignitario venezuelano dimostra la sua intenzione di proteggere la popolazione venezuelana in questa lotta impari contro il virus mortale, a causa delle costanti e ingiustificate misure unilaterali imposte dal governo degli Stati Uniti contro il nostro paese.”
Dunque:
- La lotta impari è stata creata dalle misure imposte contro il Venezuela e non dal narco regime imperante nella nazione dal 2000 che ha portato il Venezuela al collasso assoluto, per cui il Covid-19 ha trovato pane per i suoi denti in una popolazione sfinita, malata, denutrita con un sistema sanitario inesistente e un paese economica e socialmente depresso grazie anche ad una iperinflazione alle stelle.
- Il somministro del vaccino inizia dagli anziani solo se registrati nel sistema della Tessera della Patria. Mia madre, pensionata di 88 anni, non è registrata nel sistema e non ha diritto al vaccino. Mio zio, pensionato di 84 anni, non è registrato nel sistema e non ha diritto al vaccino. E per una infinità di venezuelani è così, giovani o anziani.
Inoltre, Il Venezuela è anche, insieme al Nicaragua, uno dei pochi paesi che non ha riportato cifre all’Organizzazione Panamericana della Sanità sui progressi della vaccinazione contro il Covid-19.
Tutte le ONG operative nel paese, enti privati, stampa nazionale, organizzazioni per i diritti umani, forum civili, federazioni mediche, diaspora venezuelana, chiesa cattolica e società civile continuano insieme la lotta per ottenere una campagna di vaccinazione giusta, indiscriminata, gratuita, prioritaria e universale a tutti i venezuelani.
#VacunasYaParaTodos #VacunasParaLosVenezolanos #VzlaMuereSinVacunas #ExigimosVacunacionYa
@MedicosUnidosVe
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