Protesta contro la nuova legge sulla demarcazione: un affronto ai popoli indigeni del Brasile
La Commissione Costituzione e Giustizia della Camera dei Deputati brasiliana voterà oggi un progetto di legge che cambierebbe la procedura di demarcazione dei territori indigeni a scapito della popolazione indigena. Come riferisce l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM), l’Associazione dei Popoli Indigeni del Brasile (APIB) ha annunciato ampie proteste contro di essa. Se questa legge entrerà in vigore, la situazione dei popoli indigeni del Brasile si deteriorerà ulteriormente.
L’accaparramento delle terre e i conflitti aumenteranno, e i grandi latifondisti disboscheranno ancora di più la foresta pluviale. Sarà allora più facile forzare il contatto con i popoli in isolamento volontario, il che è pericoloso per queste persone.
Il progetto di legge, con il numero PL 490/2007, è anche incostituzionale e viola la Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, che il Brasile ha ratificato nel 2002: il progetto di legge potrebbe permettere, per esempio, la realizzazione di strade, l’insediamento di grandi aziende agricole e zootecniche, o
l’estrazione mineraria, senza il consenso preventivo, libero e informato delle comunità interessate. Il progetto di legge toglierebbe qualsiasi territorio “la cui occupazione serve l’interesse pubblico rilevante dell’Unione” dall'”usufrutto esclusivo” dei popoli indigeni – anche se è stato sotto la proprietà indigena per decenni. “Il progetto di legge
insomma è un affronto ai popoli indigeni del Brasile. Sappiamo tutti che pericolo e che rischi comporterà tutto questo”, queste le parole di Kretã Kaingang, coordinatore dell’APIB.
Il riconoscimento di nuovi territori diventerebbe praticamente impossibile una volta che la legge dovesse entrare in vigore. Nuove demarcazioni sarebbero concesse solo attraverso leggi separate, il che complicherebbe enormemente quello che è già un processo lungo. Inoltre, le possibilità di ricorso in tutte le fasi del complesso processo
amministrativo sarebbero notevolmente ampliate e sarebbe anche
incostituzionale: il progetto di legge utilizza il cosiddetto “Marco Temporal” (punto di riferimento temporale). In base a questo principio, solo i popoli indigeni che possedevano la terra il 5 ottobre 1988, data di promulgazione della costituzione, possono rivendicare un diritto su di essa. Tutto questo ignora la storia di espulsioni, spostamenti forzati e atti di violenza contro queste popolazioni.