Cosa sta accadendo per le strade di Cuba
Diverse persone sono state arrestate a Cuba dopo che migliaia di persone si sono unite “alle più grandi proteste degli ultimi decenni contro il governo comunista dell’isola”, affermano i media e le fonti dell’opposizione. Le riunioni pubbliche non autorizzate sono illegali a Cuba e le proteste sono rare.
Le immagini sui social media hanno mostrato quelle che sembravano essere le forze di sicurezza che detenevano, picchiavano e spruzzavano spray al peperoncino su alcuni manifestanti. Il presidente di Cuba ha definito “mercenari” coloro che protestavano. In un discorso televisivo di quattro ore, il presidente Miguel Díaz-Canel ha definito i manifestanti “controrivoluzionari” mentre il ministro degli esteri ha affermato che le manifestazioni erano state finanziate e supportate dagli Stati Uniti. Díaz-Canel non ha offerto ai manifestanti alcuna concessione nel suo discorso, ma ha invece esortato i suoi sostenitori ad affrontarli fisicamente. “L’ordine di combattere è stato dato”, ha detto alla fine della sua apparizione, “I rivoluzionari devono essere in strada”.
Coloro che sono scesi in piazza si sono detti profondamente frustrati per il crollo dell’economia, la carenza di cibo e medicine, l’aumento dei prezzi e la mala gestione della pandemia da Covid-19 da parte del governo.
La risposta del governo alle manifestazioni è stata rapida e non si è fatta attendere: i dati raccolti dal centro di assistenza legale Cubalex suggeriscono che circa cento persone sono state arrestate. Tra gli arrestati c’è la giornalista Camila Acosta, che seguiva le proteste per il quotidiano spagnolo ABC. Il ministro degli esteri spagnolo José Manuel Albares ha chiesto il suo rilascio immediato.
Ci sono state segnalazioni di blackout di internet in tutta l’isola. L’accesso a internet-mobile è stato implementato nel dicembre 2018 a Cuba, ma è controllato dalla società di telecomunicazioni di proprietà statale Etecsa. Il sito di monitoraggio di Internet Netblocks ha affermato che l’accesso a WhatsApp, Facebook, Instagram e Telegram è stato limitato dai server di Etecsa. Internet-mobile è il mezzo principale per i cubani per accedere alle notizie indipendenti e molti hanno affermato che i blackout hanno aumentato il senso di inquietante disagio in seguito alle proteste.
Molti di coloro che hanno partecipato alle proteste si sono lamentati della carenza di risorse. “Non c’è cibo, né medicine, non c’è libertà. Non ci lasciano vivere”, ha detto un uomo chiamato Alejandro. Il Presidente Miguel Díaz-Canel ha incolpato per le carenze le sanzioni statunitensi su Cuba, che sono in vigore in varie forme dal 1962, definendole una “politica di soffocamento economico”.
Gli Stati Uniti, che hanno una storia decennale di ostilità con Cuba, hanno affermato di stare dalla parte dei cubani e hanno invitato i governanti ad astenersi dalla violenza e ad ascoltare la loro gente. “Il popolo cubano sta affermando coraggiosamente i diritti fondamentali e universali”, ha affermato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. “Siamo con il popolo cubano e il suo forte appello alla libertà e al sollievo dalla tragica morsa della pandemia e dai decenni di repressione e sofferenza economica a cui è stato sottoposto dal regime autoritario di Cuba”, ha affermato Biden in una nota.
Anche il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha recentemente twittato: “Gli Stati Uniti sostengono la libertà di espressione e di riunione in tutta Cuba e condannerebbero fermamente qualsiasi violenza o presa di mira di manifestanti pacifici che esercitano i loro diritti universali”.
Le relazioni tra Stati Uniti e Cuba sono al punto più basso da anni. L’amministrazione Trump ha adottato alcune delle misure economiche più dure contro Cuba da decenni e finora l’amministrazione Biden sembra riluttante a revocarle. Anche il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha invitato gli Stati Uniti a sospendere il loro embargo commerciale a Cuba come gesto umanitario. “Nessun paese al mondo dovrebbe essere recintato e bloccato, questo è l’opposto dei diritti umani”, ha detto.
Le proteste antigovernative sono iniziate con una manifestazione nella città di San Antonio de los Baños, a sud-ovest dell’Avana, ma presto si sono diffuse in tutto il Paese. Molte proteste sono state trasmesse in diretta sui social network. I post sui social media hanno mostrato persone che rovesciavano auto della polizia e saccheggiavano alcuni negozi di proprietà statale che valutavano le loro merci in valuta estera. Per molti cubani, questi negozi sono l’unico modo per acquistare beni di prima necessità, ma i prezzi sono alti e difficilmente accessibili.
L’economia di Cuba è in difficoltà. Il turismo, uno dei settori più importanti, è stato devastato dalle restrizioni ai viaggi durante la pandemia da Covid. Lo zucchero, che viene principalmente esportato, è un altro fattore chiave per Cuba, ma il raccolto di quest’anno è stato peggiore del previsto. Di conseguenza, le riserve di valuta estera del governo sono esaurite, il che significa che non è in grado acquistare beni importati per integrare le carenze, come farebbe normalmente.
Secondo alcuni esperti in relazioni internazionali ed estere ciò che si sta verificando in questi giorni per le strade cubane sarebbe solo l’inizio di una turbolenta ed animata rivolta. Come questa si svilupperà dipende da molti fattori: il versante interno e domestico è come sempre rilevante e la risposta che al momento il Presidente cubano ha fomentato non promette niente di positivo, ma piuttosto indice di gravi violazioni dei diritti umani e di norme del diritto internazionale che possono precipitare severamente. Dall’altro lato, il fronte internazionale dove gli USA si riservano uno spazio particolarmente importante e influente. L’America non è però l’unico attore con il potere e possibilità di agire; ci sono bensì altri soggetti, come Stati e Organizzazioni Internazionali, dotati di voce nello scenario internazionale e capaci di ribaltare le carte.