“LibriLiberi”: Yoga di Emmanuel Carrère
di Alessandra Montesanto
Emmanuele Carrère, celebre autore francese contemporaneo, è solito intrecciare frammenti della propria biografia a narrazioni romanzate di altri personaggi, reali o immaginari forse per la necessità di comprendere più a fondo la vita umana comune – la sua come quella della maggioranza degli individui che abitano questa terra – o forse per un pizzico di narcisismo che permea la sua opera, come quella di molti altri autori.
Il suo ultimo lavoro intitolato semplicemente Yoga (per Adelphi, nell’edizione italiana) è un testo originale: Carrère dichiara che nasce da una prima idea che riguardava la stesura di un libercolo sulla pratica della meditazione, ma che col tempo si è trasformato in qualcos’altro. E qui si inserisce la relazione con le proprie esperienze personali, le più dure: la perdita di amici, la propria depressione e l’inasprirsi del disturbo bipolare.
Con una scrittura franca, l’autore dialoga con il lettore, guardandosi dentro con lucidità e critica a volte sprezzante e riuscendo, così, a donare a chi legge lo stesso coraggio per guardarsi allo specchio. L’interesse di questo nuovo libro è, inoltre, fornito dalle conoscenze di Carrère, dai suoi rapporti professionali e amicali con persone che hanno fatto e fanno parte della nostra attualità (come, ad esempio, i responsabili del giornale satirico Charlie Hebdo, uccisi in un attacco terroristico di matrice islamica).
Bisogna affrontare questo racconto-diario con la consapevolezza che chi parla è un uomo maturo, malato, talentuoso, ma anche ricco e colto: assaporare il fascino di una vita privilegiata può far nascere il dubbio che per alcuni tutto sia più facile – e in alcuni casi lo è – ma la sofferenza descritta dallo scrittore, il tormento che si declina in vari modi e sempre diversi – dal senso di colpa, alla paura, dal rimorso alla rassegnazione, induce a comprendere che non sia così scontata l’equazione “ricchezza = serenità” e che nemmeno l’istruzione, la cultura e la meditazione riescano a controbilanciare la malattia mentale, spesso più insidiosa e pericolosa di quella fisica. L’amore per il prossimo può essere la cura migliore, quella cura che riconcilia con la vita, anche nei suoi aspetti più oscuri.