La bellezza salverà il mondo
di Martina Foglia
Qualche tempo fa, una domenica fredda d’inverno, volevo uscire ma non avevo nessuna idea di cosa fare e soprattutto dove andare, poi, parlando con una mia amica, decidiamo di andare a
visitare la Pinacoteca di Brera.
Io non sono particolarmente appassionata di mostre o gallerie d’arte, ma volevo fare qualcosa di diverso dal solito e stare al caldo.
Mi è capitato di andare a visitare esposizioni di pittori o di fotografi non riuscendo però a godere della bellezza
delle opere esposte perché la gente era molta e non c’era modo di soffermarsi a riflettere sul messaggio che il quadro voleva trasmettere.
Quella domenica invece, mi ritrovai in un ambiente grandissimo, tranquillo e soprattutto non affollato, un ambiente dove è possibile sedersi su comode poltrone e ammirare le opere esposte con tutta calma.
La tranquillità e il silenzio che si respiravano mi hanno permesso di poter, per la prima volta, capire
la “bellezza” che queste opere d’arte regalano.
Ho provato emozioni e sensazioni che mi hanno fatto riflettere su quanto, a volte, l’Uomo possa essere geniale nel produrre opere ricche di significati profondi pur non trascurando la tecnica e i dettagli. L’utilizzo di determinati colori e il loro accostamento ha suscitato in me la voglia di immergermi totalmente nel quadro e nel concetto che esso voleva esprimere: mi sono sentita soggetto dell’opera, quindi, e in quel momento, anch’io facevo parte del contesto in cui era stata dipinta. Da un’immagine fissa, costruivo una storia partendo dai personaggi che vedevo rappresentati arricchita dalle mie sensazioni: dall’allegria all’amarezza, all’inquietudine.
La bellezza è soggettiva, ma certamente qualcosa di bello è qualcosa che ha la capacità di trasmettere emozione, di affascinare.
In quest’epoca, dominata da conflitti economici, sociali e culturali, quando si riesce a intravedere qualcosa di bello, è come se questo momento “riabiliti” l’essere umano , dia la possibilità di pensare positivamente così da ritrovare un preciso posto nel mondo.
La bellezza è uno strumento per poter trasmettere positività nella vita quotidiana e di conseguenza anche nell’animo dell’individuo, che riesce a conservare così quella parte ottimista che oggi tende a dimenticare.
Proprio perché alla bellezza si può attribuire una funzione terapeutica, dovrebbe essere accessibile a tutti; musei, le gallerie, ecc. dovrebbero prevedere giornate gratuite per tutti.
Certo, non è sufficiente la bellezza dell’arte per dimenticare tutti i problemi e le difficoltà della vita, ma è un passo verso la positività: non solo l’arte , ma anche l’architettura, le piazze, gli spazi condivisi; una città pulita, colorata, fiorita trasmette positività , voglia di viverla, trasmette senso di appartenenza …. perché la bellezza non appaga solo l’occhio ma anche l’anima.
Come diceva Peppino Impastato:
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la
paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da
operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante
sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo
fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe
educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la
rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.”