Crisi ucraina: quando la guerra non è mai la soluzione
Il pericolo di un nuovo conflitto mondiale tra interessi economici e geopolitici. Ma cosa realmente muove questa possibile guerra? “Sembra che gli Stati Uniti e la Russia stiano giocando al tiro alla fune, ed è tempo di ritenere entrambi responsabili”, dicono i pacifisti ucraini.21 febbraio 2022Dale Zaccaria
(da peacelink.it)
In queste ore sale la tensione politica e diplomatica su quello che potrebbe essere lo scenario di un nuovo conflitto mondiale. La Russia dà prova di forza e mostra i muscoli con simulazioni militari e lancio di missili, mentre le sue truppe sono allineate sul confine ucraino. Dall’altra parte gli USA di Biden insieme agli inglesi foraggiano l’Ucraina, dando loro armi. Lo scenario chiaramente rimanda alla Guerra Fredda, ora con il reale pericolo di un calda primavera. Boris Johnson ha appena affermato che «la Russia sta pianificando la più grande guerra in Europa dal 1945», Macron si mobilita telefonando a Putin per evitare il conflitto, intanto la Presidente della Commissione Europa, Ursula Von der Leyen, bacchetta da Bruxelles. E Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato dichiara: “La Russia sta cercando di riscrivere le regole dell’ordine internazionale (…) Se l’obiettivo è avere meno Nato alla fine avrà più Nato”. Prosegue quindi la disputa politica con minacce di pesanti sanzioni alla Russia.
Ma cosa realmente muove questa possibile guerra, quali sono gli interessi in gioco?
Sono sicuramente molteplici: abbiamo l’industria bellica da un lato, l’interesse economico del gas dall’altro e mire geopolitiche. L’asse Russia-Cina spaventa l’America, sempre pronta con qualsiasi pretesto a dare battaglia, a fomentare golpe, a fare e disfare in nome della sua politica imperialista, afferma il noto linguista Noam Chomsky: “Biden come Trump o peggio. Nulla è cambiato nella politica estera degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti fanno quello che devono fare per poter controllare il mondo”.
Poi abbiamo una guerra parallela quella dovuta al gas. Il giornalista Alberto Negri ne delinea con lucidità i motivi, leggiamo in un suo articolo: “Ucraina? La posta in gioco è una simulazione di guerra sì, ma del gas. La verità che è che gli americani vogliono far saltare il gasdotto Russia-Germania, il Nord Stream 2, dove nel consiglio è entrato anche l’ex cancelliere Schroeder. La sua caratteristica principale, quella che non piace agli americani, è di bypassare completamente gli Stati Baltici, quelli di Visegrad, l’Ucraina e la Bielorussia, spazzando via così qualsiasi eventuale pretesa da parte di questi Paesi di fare pressione su Mosca. Questi Paesi, tranne ovviamente la Bielorussia, pedina manovrata da Mosca, sono in gran parte pedine manovrate, attraverso la Nato, dagli Usa”.
La regione del Donbass è il terreno di scontro e anche il pretesto di questa irrazionale guerra. Tra accuse e contro-accuse da parte dell’Ucraina e di Mosca, su chi per primo abbia iniziato il conflitto, un conflitto che poi va avanti da anni, sappiamo che migliaia di civili in queste ore stanno lasciando la regione del Donbass, una regione indipendentista di matrice filorussa. Il pacifista Yurii Sheliazhenko, obiettore di coscienza, è esponente del Beoc (Ufficio europeo obiezione di coscienza) e della War Resisters’ International (Internazionale dei resistenti alla guerra) scrive:
“Il governo ucraino si prepara alla guerra con la Russia a causa delle truppe russe ammassate nelle vicinanze, mentre le repubbliche separatiste filo-russe del Donbass si stanno preparando per la guerra con l’Ucraina a causa delle truppe ucraine ammassate nelle vicinanze. La Missione speciale di monitoraggio dell’OSCE in Ucraina riferisce dell’intensificarsi delle violazioni del cessate il fuoco. Ci sono informazioni nei media sui bombardamenti delle aree residenziali urbane e sulle vittime civili su entrambi i lati del conflitto armato. L’Ucraina e gli Stati Uniti si sono scambiati con la Russia accuse sprezzanti al Consiglio di sicurezza dell’ONU. Le sanzioni economiche sono sul tavolo alla Casa Bianca, le alleanze anti-Occidente e il riconoscimento dell’indipendenza delle repubbliche separatiste sono sul tavolo al Cremlino. Si costruiscono coalizioni, si perdono facce, si fanno minacce e si cominciano colpi distruttivi limitati. È così che si intensificano i conflitti. Sembra che gli Stati Uniti e la Russia stiano giocando al tiro alla fune, tirando su le estremità opposte dell’Ucraina. Quindi è tempo di ritenere entrambi responsabili”.
Anche i movimenti pacifisti italiani si sono mobilitati per scongiurare un possibile conflitto nucleare. PeaceLink ha lanciato una petizione firmata da giornalisti dal calibro di Riccardo Iacona, manifestazioni sono in corso in tutta Italia, ieri si è conclusa quella a Napoli con la presenza di padre Alex Zanotelli che scrive una lettera intensa e accorata:
“Viviamo un momento drammatico della storia umana. Siamo sotto la minaccia dell’ “inverno nucleare” e dell'”estate incandescente”! La prima provocata da una guerra nucleare e la seconda dalla paurosa crisi ambientale. In questo momento, per la crisi Ucraina, siamo terrorizzati dalla minaccia di una guerra nucleare. Tutto questo è il frutto amaro di una folle corsa mondiale al riarmo, soprattutto atomico. Stiamo infatti militarizzando il cielo e la terra. Il cielo è diventato anch’esso teatro di scontro. L’uomo più ricco della terra, Elon Musk, ha già inviato nello spazio 1.900 satelliti, ma ha già intenzione di spedirne altri 42.000. La Cina lo ha già accusato di spionaggio a favore degli USA e ha testato il suo razzo ipersonico che elude ogni difesa. Siamo ormai alle ‘star wars’ (le guerre stellari), come le chiamava Reagan. Ma non contenti di militarizzare il cielo, stiamo supermilitarizzando il Pianeta Terra che è diventato una discarica di armi (non dimentichiamo che le armi sono, insieme allo stile di vita di pochi, la causa del disastro ambientale.)”.
Ed è proprio l’industria bellica l’altro elemento sullo scacchiere di questa disputa internazionale. Come intende l’America proteggere I suoi alleati Europei è molto chiaro: attraverso le armi. Riporta la notizia la redazione de Il Faro di Roma: “I primi affari sono andati a buon porto in Polonia che acquisterà 6 miliardi di dollari in carri armati statunitensi, ponti d’assalto ed esplosivi. A darne notizia è il segretario alla difesa Lloyd Austin. Gli Stati Uniti venderanno 250 carri armati M1A2 Abrams alla Polonia per rafforzare ulteriormente le capacità di difesa lungo il fianco orientale della NATO con la Russia. L’annuncio è stato fatto venerdì durante una sua tappa a Varsavia per incontrare il ministro della difesa Mariusz Blaszczak. “Questa è la versione più moderna del carro armato Abrams e fornirà alla Polonia una capacità di carri armati altamente avanzata che rafforzerà anche la nostra interoperabilità con le forze armate polacche, aumentando la credibilità dei nostri sforzi combinati di deterrenza in quelli di altri alleati della NATO”, ha affermato Austin.
Il discorso di un’entrata dell’Ucraina nella Nato contro la volontà e le paure dei russi è solo una prima facciata di un discorso molto più complesso, dove, ripetiamo , interessi bellici, economici, e geopolitici sono al centro di un conflitto che potrebbe avere degli scenari terribili per tutti noi.
La guerra non è mai una giusta soluzione. La guerra non è la soluzione. Perché è solo portatrice di una irrazionale e folle distruzione dell’umanità. E’ impegno, in questo momento così delicato, di tutta la societa’ civile sensibilizzare ed essere attivi per la difficile situazione in Ucraina, dove l’Italia come membro della Nato ha un ruolo non secondario, per fermare una possibile escalation militare e bellica che equivarebbe a un nuovo conflitto mondiale. Non è in gioco solo la pace, ma la vita di tutti.