Raccontarsi (a modo mio). Ervin
A cura di Jorida Dervishi
Capita raramente nella vita di essere fieri di quanto si fa e si è fatto. Ultimamente il mio tempo libero è pari a zero, o quasi…Riposo poco e lavoro tantissimo. Negli ultimi due anni ho lavorato presso il comune di Bergamo, la Camera di Commercio ed ora sto seguendo il corso per entrare in CGIL un paio di mesi per la dichiarazione redditi, ma non lavorerò in questo posto. E pensare che ventuno anni fa sono arrivato da rifugiato, scappando da una guerra. Ed oggi questo è il risultato. Come ho fatto?
Pur appartenendo alla più grande e più discriminata minoranza europea? Pur essendo un ragazzo razzializato e gay? Come ho fatto ad arrivare a questo risultato? Non è stato semplice, ho pianto per molte sere di seguito chiedendomi se meritavo di più da me stesso e dagli altri, ho passato momenti brutti, di solitudine e di rimpianti, non è stato semplice. Ma….. Mi sono sempre rialzato, più determinato di prima e più forte, promettendomi ogni volta di dare il buon esempio, di essere il motivatore; mi sono assunto grandissime responsabilità, sia personali che di rappresentanza, senza mai eccedere o pretendere.
Ho trovato, lungo il cammino, molti compagni, ho avuto grandi insegnamenti in questi dodici anni di attivismo e grandi possibilità. Spesso mi chiedono perché continuo a fare il cameriere se posso dare molto di più, perché non accetto di essere sempre al centro dell’attenzione mediatica e perché non approfitto della situazione per “sistemarmi” La risposta è semplice: l’attivismo e l’attivista stesso sono i mezzi per qualcosa di molto più grande e non i protagonisti; i veri protagonisti sono quelli che credono in te affinché tu possa donare la speranza di un mondo più equo e giusto e ho imparato con gli anni ad essere meno egoista e più propenso al bene comune. Quello che mi circonda sicuramente rappresenta anche l’opposto, ma non per me. Un giorno, sono sicuro che quando esalerò l’ultimo respiro sarò uno di quelli che potrà dire di aver vissuto la propria vita con una ragione, con un senso e degli obbiettivi che vanno aldilà dei canoni proposti. Non sarò mai ricco, non avrò mai una bella casa grande o il macchinone o i riflettori puntati, non è la mia ambizione, ma avrò la soddisfazione di poter dimostrare che nella vita tutto è possibile, basta volerlo fortemente e essere se stessi, sempre.
A volte mi chiedete come ho fatto: è semplice, ci credo tanto e mi rialzo sempre e quando non mi rialzeró più, sono sicuro che in molti continueranno. Perché faccio questo discorso di lodi nei miei confronti? Perché è un momento complicato sia dal punto di vista personale che politico, è un momento di grande sconforto tra covid, guerra, povertà, mancanza di lavoro, problemi familiari e molto altro. Spero con il mio discorso di darvi quello piccola speranza e quella grande forza di capire che non è mai troppo tardi e che nulla è impossibile, se puoi sognarlo puoi farlo!
Siate felici e se non lo siete, lottate per esserlo.
Noto che sei molto ottimista e nonostate i mille problemi tu credi molto in te stesso. Fai benissimo……..Un grande saluto……Gianni.