IFF. Integrazione Film Festival: a Bergamo l’intercultura è di casa
di Alessandra Montesanto
“Per la capacità di raccontare il valore delle origini e dell’appartenenza attraverso la nostra storia…”. Questa è la motivazione del premio come Miglior cortometraggio assegnato a Il moro, della regista italiana Daphne di Cinto: il figlio di una schiava africana e di Papa Clemente VII è erede della dinastia dei Medici e diventa il primo Duca di Firenze, nonostante le difficoltà della sua famiglia ad accettarlo, vincitore della 16ma edizione dell’Integrazione Film Festival che si è tenuta a Bergamo dal 10 al 15 maggio 2022. Un festival che si apre anche al mondo e alle culture che lo abitano con tredici opere in concorso che sono arrivate da tutti i continenti (tra cui: Egitto, Spagna, Brasile, Quatar, Francia, Iraq, Finlandia).
L’edizione di quest’anno, organizzata come sempre da Cooperativa Ruah e Lab80, ha avuto il piacere di avere in squadra come codirettore artistico Amir Ra, regista italiano di origini egiziane che ha regalato ai frequentatori della manifestazione anche la mostra del progetto “Origines. Noi siamo il futuro”, dedicato alla valorizzazione dei talenti di giovani di nuova generazione: le immagini di tredici ragazze e ragazzi che reinterpretano, in chiave contemporanea, il dipinto-manifesto “Il quarto stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo.
Due concorsi, per cortometraggi e per documentari: il premio come Miglior documentario è stato assegnato a Tam Tam Basket di Mohamed Kenawi dove dalla povertà di Castel Volturno, in provincia di Caserta, nasce un team di cestisti provenienti da famiglie migranti, ma il loro sogno si scontra con la legislatura (una legge sulla cittadinanza che, in Italia, non ha ancora visto la luce) e una società ancora poco inclusiva. Un film intersezionale che dà voce ai processi di integrazione possibile attraverso lo sport.
IFF ha avuto un grande successo di pubblico che ha partecipato a tutte le proiezioni, ha seguito le attività off e ha decretato come film maggiormente apprezzato Connections di Andrea Longhin che ha seguito la giovane protagonista turca, Selin Ardak, mentre pratica la sua passione per lo skateboard e ne fa un motivo, ancora una volta, di orgoglio e di inserimento nella società maggioritaria.
Fuori concorso, il film di apertura del festival è stato Il legionario di Hleb Papou in cui Daniel, italiano di seconda generazione, agente di polizia considera il gruppo di lavoro come una famiglia, nonostante tenga segreti ai colleghi la presenza di una madre e di un fratello che vivono in un palazzo occupato e sono minacciati di sgombero. Il fratello del protagonista, Patrick, è tra i più attivi all’interno del comitato degli occupanti e i due, dalle parti opposte della barricata, faticano a trovare un punto di accordo tra le diverse ideologie.
Come attività collaterale vogliamo segnalare la presenza di Marilena Delli Umuhoza e Ian Brennan – attivista, scrittrice e produttrice la prima e produttore pluripremiato il secondo – che hanno presentato il lavoro documentario in cui raccontano della realizzazione degli album musicali di artisti dei Paesi meno rappresentati in questo campo.
L’IFF-Intergazione Film Festival nasce vent’anni fa a Sarnico e con il tempo è cresciuto, diventando un punto di riferimento culturale importante perchè solo mettendosi dalla parte degli “altri” e solo tramite la conoscenza diretta si possono superare pregiudizi e stereotipi. La manifestazione bergamasca è capace, infatti, di raccontare realtà fortemente presenti sul territorio, superando anche i confini nazionali per portare sullo schermo storie ed esperienze autentiche o verosimili eper approfondire percorsi di intercultura e di inclusione sociale, oggi più che mai necessari.
L’Assessora alla Pace del Comune di Bergamo ha così commentato la riuscita della manifestazione: “Anche quest’anno la Provincia è orgogliosa di sostenere IFF. I valori che questo progetto promuove non sono soltanto condivisibili, ma vanno anche riaffermati con forza. Le istituzioni hanno il dovere di supportare il mondo della cultura quando si prende il compito di creare dialogo, raccontare esperienze diverse e quindi di contribuire alla creazione di una società interculturale, in cui l’integrazione tra tutti e tutte sia davvero possibile e anche bella e arricchente”.