Reporter senza frontiere, il 2022 è l’anno dei record: giornalisti in carcere, uccisi, rapiti e dispersi
Il report annuale di Reporter senza frontiere fa il punto della situazione dei giornalisti nel mondo. Nel 2022 si sono registrati 533 giornalisti in carcere, 57 uccisi, 65 rapiti e 49 risultano ancora dispersi. Ecco cosa sta succedendo e quali i paesi più pericolosi per chi si occupa di informazione
di Diego Battistessa (da osservatoriodiritti.it)
Il 2022 è l’anno dei record per il nuovo studio di Reporter senza frontiere (Rsf) sullo stato di salute della libertà d’informazione nel mondo: 533 giornalisti in carcere, 57 uccisi, 65 rapiti e 49 dispersi.
La guerra in Ucraina spiega in grande misura questo importante aumento delle morti di giornalisti e giornaliste in questo 2022 (18,8% in più del 2021), ma la tendenza degli attacchi, minacce e ritorsioni verso la stampa è in aumento in tutto il mondo.
Nel paese europeo che ha sofferto l’invasione russa lo scorso febbraio, solo nei primi sei mesi di conflitto sono stati uccisi 8 giornalisti, ma i dati peggiori arrivano da paesi che non vivono una guerra nel senso stretto della parola.
Tra questi troviamo il Messico, il paese più mortale per chi esercita la professione di giornalista, con 11 casi di omicidio dal 1° gennaio al 1° dicembre 2022.
Per Reporter senza frontiere, nel 2022 l’America Latina è la regione più pericolosa per i giornalisti
Agli 11 casi di assassinio di giornalisti e giornaliste in Messico, paese che da solo copre il 20% del totale, si sommano i 6 omicidi avvenuti ad Haiti, i 3 avvenuti in Brasile e uno in Colombia.
Questi omicidi fanno diventare l’America Latina la regione del mondo più pericolosa al mondo per la stampa, con quasi la metà di tutti i giornalisti uccisi a livello globale nel 2022.
Osservatorio Diritti ha già raccontato la grave situazione in Messico riguardo all’attacco costante alla stampa (leggi anche Giornalisti uccisi in Messico: la mattanza continua nell’impunità), dove oltre l’ong Article 19 fornisce dati ancora più gravi rispetto a quelli di Rsf.
Sul Brasile la nostra testata ha raccontato il caso di Dom Philips, ucciso insieme a Bruno Pereira Araújo in Amazzonia mentre indagavano sull’ecocidio del polmone verde e sul genocidio indigeno.
Carceri piene di giornalisti: la classifica 2022
«I regimi dittatoriali e autoritari stanno rapidamente riempiendo le loro prigioni, detenendo giornalisti. Questo nuovo record di giornalisti in carcere conferma la necessità imperiosa e urgente di resistere a questi poteri senza scrupoli e di esercitare la nostra fattiva solidarietà con tutti coloro che difendono l’ideale di libertà, indipendenza e pluralismo dell’informazione», ha detto Christophe Deloire, segretario generale de RSF.
Riguardo alla detenzione di giornalisti la Cina si conferma la più grande prigione del mondo. Il paese asiatico ha raggiunto livelli estremi di censura e sorveglianza e ad oggi conta almeno 110 giornalisti incarcerati. Rsf segnala, per esempio, il caso del giornalista indipendente Huang Xueqin, che si è occupato di questioni legate alla corruzione, all’inquinamento industriale e alle molestie nei confronti delle donne.
Come seconda carcere più grande del mondo per i giornalisti troviamo il Myanmar (ex Birmania), dove – sottolinea Rsf – «la pratica del giornalismo è semplicemente fuorilegge, come dimostrano i numerosi media messi al bando dopo il colpo di stato militare nel febbraio 2021». In questo paese sono almeno 62 i giornalisti attualmente in carcere.
Al terzo posto si trova la Repubblica islamica dell’Iran, dove con l’aumento della repressione dopo il caso Mahsa Amini troviamo ben 47 casi di detenzione di membri della stampa. Se a questi tre stati aggiungiamo Bielorussia e Vietnam, otteniamo il 54% del totale dei 533 giornalisti incarcerati.
Un altro dato importante e significativo rispetto alla repressione verso la stampa riguarda il fatto che solo poco più di un terzo dei giornalisti in carcere ha ricevuto una condanna: il 63,6% de detenuti si trova in prigione senza essere stato processato.
Reporter senza frontiere denuncia l’aumento delle giornaliste detenute
Uno dei dati che vengono sottolineati dall’ong francese riguarda l’aumento delle detenzioni di donne che lavorano nel settore giornalistico.
Il 2022 è stato particolarmente duro per le giornaliste che sommano un totale di 78 casi di incarceramento sui 533 registrati: un aumento del 27,9% rispetto allo scorso anno.
Secondo il report questo nuovo aumento riflette la crescente femminilizzazione della professione, ma conferma anche che le donne non sono esenti dalla repressione.
Come esempio basti pensare a Cina, Iran, Myanmar e Bielorussia, quattro paesi che si trovano tra le posizioni più basse nel ranking mondiale della libertà di stampa e dove nel 2022 sono state incarcerate rispettivamente 19, 18, 10 e 9 giornaliste (il 70% del totale).
Particolarmente grave la situazione in Iran, dove la repressione verso la stampa si è accentuata dopo le proteste per l’uccisione di Mahsa Amini. Rsf sottolinea che tra questi casi preoccupano particolarmente quelli di Nilufar Hamedi ed Elahe Mohammad, giornaliste ora in carcere e punibili con la pena di morte per essere state le prime a denunciare il caso Amini, e perciò accusate di “propaganda contro il sistema e associazione per delinquere finalizzata ad agire contro la sicurezza nazionale” (leggi anche Proteste in Iran, Babak Monazzami: «La mia battaglia per un Paese libero e forte»).
Rapimenti e sparizioni forzate tra gli operatori dell’informazione
Anche la pratica dei rapimenti continua ad essere una costante nel settore. Ad oggi, puntualizza Reporter senza frontiere, sono almeno 65 i giornalisti sequestrati e altri 49 risultano ancora dispersi.
I sequestri si concentrano in tre paesi del Medio Oriente: Iraq, Siria e Yemen, ai quali si aggiunge il Mali, dove un gruppo jihadista ha rapito il giornalista francese Oliver Dubois.
Per quanto riguarda i giornalisti scomparsi, nel 2022 si sono aggiunti i casi di Dmytro Khiliuk (scomparso il 4 marzo nella città ucraina di Dymer, a nord di Kiev, occupata dalle forze russe) e Roberto Carlos Flores Mendoza (fondatore del portale di notizie Chiapas Denuncia Ya, scomparso il 20 settembre).
Questi due nuovi casi portano a 49 il numero totale di giornalisti scomparsi dal 2003 e tre di loro sono donne (due giornaliste messicane e una peruviana).
Reporter senza frontiere: la classifica annuale
Reporter senza frontiere elabora questo report ogni anno dal 1995 da RSF, su dati raccolti tra il 1° gennaio e il 1° dicembre dell’anno della pubblicazione. Il conteggio totale del bilancio 2022 include giornalisti professionisti e non professionisti, nonché altri operatori dei media.
Rsf raccoglie meticolosamente informazioni per poter affermare che l’incarcerazione, il rapimento, la scomparsa o la morte di un giornalista è una diretta conseguenza dell’esercizio della professione.