“Stay human. Africa”. Binyavanga Wainaina: uno scrittore controverso
di Filippo Cinquemani
Oggi vorrei approfondire uno scrittore che ho già menzionato nell’articolo di Novembre sullo scrivere di Africa. Lo scrittore in questione è Binyavanga Wainaina. Nato nel 1971, ha vinto vari premi letterari prestigiosi ed è uno dei più importanti scrittori africani
contemporanei.
L’autore è stato portabandiera dei diritti della comunità Lgbt; non ha vinto la sua battaglia contro l’AIDS ma quella contro i pregiudizi presenti in molti Paesi dell’Africa nei confronti della comunità omosessuale.
Conosceva bene diverse parti del suo continente, e del mondo, avendo vissuto a lungo in Sudafrica e in Inghilterra, e avendo pubblicato reportage giornalistici da diverse nazioni africane oltre che dal suo Kenya.
Molte sue colleghe lo hanno considerato e lo considerano un mentore, un maestro, un’ispirazione, oltre che un amico: dalla nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie a Petina Gappah.
Ma perché controverso? Il modo in cui lo scrittore ci racconta l’Africa è inedito per noi occidentali. Io per primo mi sono posto delle domande su alcune questioni.
La sua voce sarcastica e polemica colpisce l’Occidente ma anche l’Africa stessa, nessuno viene risparmiato.
Nel saggio “«Oxfamare* l’intero mondo nero» attacca la cultura degli aiuti: “Ciao carino, sei un orfano? Sei sudanese? Sei del Ciad? Sei una donna africana oppressa dal maschio africano? Vuoi un biscotto Oxfam? Sei stata violentata? Potresti non saperlo ma sei un’orfana e una profuga. Se sei black e sotto i dieci anni, per favore vieni a parlarci. Possiamo salvarti da te stessa. E possiamo salvarci da questi terribili esseri che siamo noi stessi. Aiutaci a Oxfamare l’intero mondo nero, per farne un posto migliore. Vogliamo darti il potere. No, tua madre non può farlo. Il tuo governo non può farlo. Il tempo non può farlo. … Nessuno può darti potere eccetto noi. E se tu non ci ascolti, i nostri malvagi – repubblicani americani, conservatori inglesi, petrolieri, cinesi, razzisti – verranno a farti fuori. Hai la scelta fra le nostre compassionevoli mammelle o le loro forze di mercato. Succhiando dal nostro amorevole seno sarai un vegano.
Elimineremo la tua impronta carbonica, il tuo testosterone, la tua dipendenza dalla religione. Sarai tenuto lontano dagli esseri cattivi, cioè da tutti gli uomini.”
È innegabile che il mondo delle ONG e delle missioni allevi il dolore di molte persone. Così com’è vero però che i flussi di aiuti crescenti dell’Occidente sono dovuti principalmente ai sensi di colpa postcoloniali che in realtà non rendono protagonista l’Africa come artifice del proprio destino. L’africano vede, ancora una volta, l’occidentale al centro di tutto.
In “Guida per l’aspirante dittatore” la critica interessa proprio l’Africa: “Espandi il tuo servizio di spionaggio reclutando gli individui più violenti e più leali che provengono dal tuo villaggio. Sii molto, molto gentile con il tuo esercito. Sii malvagio contro la tua polizia” o
ancora “Gli imperi coloniali si aspettavano poco dagli africani. Mantieni questa illusione.
Mantieni i tuoi cittadini in stato d’ignoranza, e improduttivi.”
Un’altra invettiva è per il Sudafrica, accusato di razzismo perché considera i “vicini cugini” troppo scuri di pelle, buoni solo per la magia nera.
Insomma, sembra che a Wainaina non piaccia nessuno; e invece no, perché si esprime con toni positivi nei confronti di Cina e India.
Questi due Paesi considerano il continente africano un vero mercato, a differenza di americani ed europei.
In territori dove la miseria abbonda, lo scrittore vede il diffondersi delle chiese protestanti ed evangeliche che”parlano meno del demonio e più della salute sessuale nel matrimonio, o degli investimenti in Borsa”, come un’opportunità.
Le considerazioni di Wainaina sono influenzate dai contatti con l’Occidente? Di sicuro. C’è anche da dire che gode la stima di molte sue colleghe, come abbiamo visto prima.
Personalmente, continuerò ad approfondire questo scrittore, mi fa riflettere e mi permette di mettermi in discussione.
E voi che ne pensate? Vi ho incuriosito?
*Oxfam è una famosa no profit per la lotta alle disuguaglianze e la povertà nel mondo