ASGI: diminuire gli anni per acquisire la cittadinanza italiana sia un inizio e non la meta di una riforma non più prorogabile
L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione appoggia il referendum, che vede come un primo passo verso una riforma dove la cittadinanza non è un premio selettivo ma il risultato di una condivisione di vita, nelle diversità che caratterizzano ogni singola persona a prescindere dalla nazionalità.
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ASGI sostiene l’iniziativa referendaria promossa dalle organizzazioni delle persone straniere di seconda generazione assieme ad altre realtà associative e politiche per l’abrogazione di una norma della legge n. 91/1992 sulla cittadinanza, con cui si intende ridurre da 10 a 5 anni il periodo di regolare soggiorno per presentare domanda di acquisto della cittadinanza italiana. Abrogazione che riguarda una parte dell’art. 9 di detta legge.
ASGI è consapevole che la modifica che il referendum si propone non cambia l’approccio alla cittadinanza che caratterizza la legge del 1992, lasciando amplissima discrezionalità al Ministero dell’interno sulla base di criteri da esso definiti e non dal legislatore, come invece impone la Costituzione (art. 10, co. 2 Cost.). Tuttavia, l’iniziativa referendaria è certamente un’occasione, non solo per riconoscere diritti alle persone straniere che vivono da tempo nella comunità nazionale (che lavorano a fianco dei lavoratori e della lavoratrici italiani/e , che frequentano le scuole con i ragazzi e le ragazze italiani/e, che vivono nei quartieri abitati da tutti, che frequentano lo sport come tutti e tutte, ecc.), ma anche per riproporre un diverso modo di intendere la cittadinanza, non più come premio selettivo ma come risultato di una condivisione di vita, nelle diversità che caratterizzano ogni singola persona a prescindere dalla nazionalità. La nostra è un’idea di riconoscimento dei diritti, compresa la cittadinanza che una persona straniera sceglie di chiedere, sulla base di una eguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.) e di una appartenenza alla vita sociale, culturale e politica italiana.
Per queste ragioni, pur consapevole del limite dell’iniziativa referendaria, ASGI ritiene che essa possa e debba rappresentare un piccolo, ma significativo, passo in avanti nella riforma della legge sulla cittadinanza. Non una meta, ma un inizio.