“Buone notizie”. Servizio civile: un’opportunità di crescita per i giovani
di Martina Foglia
Il servizio civile è un’esperienza della durata di un anno che permette ai giovani di età compresa tra 18 e 28 anni di entrare in contatto con realtà del terzo del terzo settore e colmando le carenze di personale ricevendo in cambio un piccolo contributo statale.
Con questa intervista vi voglio parlare dell’esperienza diretta di un giovane ragazzo che ha scelto di intraprendere questa strada all’interno del CAD (Centro Aggregazione Disabili ) di Spazio Vita Niguarda.
Vuoi presentarti?
Mi chiamo Luca Veneri e sono un musicista. Studio violoncello presso la Scuola Civica di Milano Claudio Abbado e, oltre al percorso classico, sono anche un cantautore. Attualmente sto lavorando come maestro di musica alla scuola primaria, dove cerco di trasmettere ai più piccoli la mia passione per la musica, e come operatore nel settore sociale unendo così il mio amore per la musica e portandolo ai
miei ragazzi.
Puoi spiegarci in breve in che cosa consiste il servizio civile e la sua durata?
Il servizio civile è un’opportunità che permette ai giovani di dedicare un anno della loro vita a un progetto di utilità sociale, l’obiettivo principale è quello di contribuire al benessere della comunità in diversi ambiti, nel mio caso quello della disabilità. È un’esperienza che permette di acquisire competenze importanti e conoscere nuove realtà che prima di questa opportunità non conoscevo.
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a fare questa scelta?
Ero in cerca di una nuova opportunità che mi permettesse di crescere sia a livello personale che professionale. Ho scelto di intraprendere il percorso del servizio civile perché desideravo mettermi alla prova in un contesto diverso da quelli a cui ero abituato. Volevo esplorare nuovi ambiti e, allo stesso tempo, capire meglio quale fosse la mia strada.
So che per un anno hai effettuato il servizio civile presso la realtà di Spazio VitaNiguarda, un CAD (Centro Aggregazione Disabili). Quali erano le tue mansioni? Come sei venuto a conoscenza di questa realtà?
Durante il mio anno di servizio civile a Spazio Vita Niguarda, mi occupavo di seguire le attività quotidiane del centro, principalmente supportavo i vari laboratori creativi, ovviamente il mio preferito era quello musicale. Ho conosciuto questa realtà tramite una persona che già lavorava all’ospedale Niguarda e ho deciso, vedendo i vari laboratori, di provare a farne parte.
So che una volta terminata la tua esperienza di servizio civile hai deciso di rimanere a Spazio Vita in qualità di operatore, cosa fai nello specifico?
Ho deciso di rimanere come operatore perché mi sono reso conto che questo lavoro mi piace e mi arricchisce. Al momento gestisco diverse attività ho creato un laboratorio di songwriting, dove i partecipanti possono esprimere la propria creatività attraverso la scrittura musicale. Da quest’anno, coordino anche un laboratorio di dibattito sociale, che offre uno spazio di confronto su temi attuali e
rilevanti, creando poi dei video-podcast da caricare successivamente sui social.
Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a fare questa scelta?
La motivazione principale è stata il senso di appartenenza che ho sviluppato verso Spazio Vita. Ho visto quanto possiamo fare la differenza nella vita delle persone con disabilità e quanto i ragazzi possano restituire in termini di crescita ed esperienze.
Mi piace poter dare il mio contributo e continuare a lavorare su progetti che possano permettere ai ragazzi di creare.
Cosa hai imparato da questa esperienza?
Ho imparato tanto e sto ancora imparando, non solo a livello professionale, ma soprattutto umano. Ho imparato a vedere le cose da prospettive diverse e a capire l’importanza di ascoltare le persone. Questa esperienza mi ha insegnato e mi sta ancora insegnando il valore dell’empatia e della collaborazione, e mi ha fatto crescere sia come persona che come professionista.
Consiglieresti ad altri ragazzi giovani di intraprendere la strada del servizio
civile?
Assolutamente sì! Il servizio civile è un’esperienza che ti fa capire meglio il mondo che ti circonda. È una grande opportunità di crescita personale e professionale.
Consiglio a tutti di provare a fare un anno in una realtà diversa dalla loro anche solo per vedere e capire altri punti di vista.
Progetti per il futuro?
Vorrei sicuramente continuare a lavorare in questo settore e soprattutto con la musica. Vorrei poter fare altri lavori con la musica perché penso che insegni l’ascolto, amplifichi la sensibilità e che colori la vita delle persone. Vorrei iniziare ad insegnare violoncello e magari riuscire a portare la mia musica a qualcuno.
Questa intervista dimostra come l’esperienza del servizio civile possa essere formativa non solo dal punto di vista professionale, ma anche dal punto di vista personale e umano; dimostra come possa essere molto arricchente per scoprire nuove cose di sé e del mondo che ci circonda, imparando che non esiste un unico punto di vista per affrontare la vita.