Lettera al mio corpo
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di Filippo Cinquemani
Ciao Corpo,
Inizio con “ciao” perché mi sembrerebbe ipocrita iniziare con “caro”. Quando ho iniziato a pensare a questa lettera, su Internet, in cerca d’ispirazione, ho trovato lettere a corpi per lo più anoressici e bulimici. Le persone protagoniste di queste lettere si scusavano con il proprio corpo per averlo maltrattato. Io non mi sento in colpa nei tuoi confronti e se ti ho maltrattato non l’ho fatto per primo. Eri già difettoso. Se preferisci circostanze a noi avverse ci hanno messo lo zampino. Circostanze di nome “encefalite”.
Ho spesso immaginato di cambiarti, di sostituirti. Un corpo attraente chi non lo vorrebbe? Ammetto non mi sarebbe bastato un corpo sano, avrei voluto un corpo desiderato. Un corpo che viene osservato non per la sua diversità ma perché lo si vuole toccare, baciare, scopare. Guardarmi allo specchio con compiacimento, anche quello mi sarebbe piaciuto. Provare degli abiti e farsi i complimenti.
Non sei l’unica cosa di me che non amo, se può consolarti. La mia mente non è particolarmente brillante, ho un deficit attentivo e a gestire le relazioni mi ritengo un mezzo disastro.
Io, da rifare dalla testa ai piedi. Nuovi piedi, nuove gambe, nuovo torace, nuovo mento…Insomma non si salva quasi nulla.
Occhi, voi mi siete sempre piaciuti e anche tu, caro collo.
Spesso mi sono detto che dovevo accettarti, accettarmi. Ho pubblicato foto che mostravano la disabilità e la pancia con finta disinvoltura.
Qualche volta mi sono sentito anche carino. Un mio ex, non avvezzo a complimenti, mi disse che sapevo essere seducente. Questo complimento c’è stato e nessuno potrà portarmelo via!
Si, qualche volta sono seducente e femminile. In discoteca come di fronte allo specchio. Ammicco, sculetto, ballo come Cristina Aguilera in Lady Marmolade, mi libero come non mai! Anche durante e subito dopo i Pride, mi gaso troppo!
Insomma, abbiamo avuto anche i nostri momenti ok.
Di recente l’amico Gianfranco mi ha proposto di farmi fare alcune foto. In virtù della stima che nutro nei suoi confronti ho detto subito di sí. Ti avevo dimenticato..Ma mi son detto: “No, io voglio fare queste foto, voglio divertirmi”.
Ho provato prima a fare la modella in erba davanti allo specchio di casa. Ho aggiunto collane e soprattutto colori per sentirmi più a mio agio e lo ammetto, anche per nascondere la pancia.
Con Gianfranco è stato diverso, stranamente sono riuscito a rilassarmi di più. Alle foto doveva pensarci lui.
Prima dello shooting mi sono immaginato come una sexy top model padrona dell’obiettivo.
Per l’occasione mi sono truccato e ho messo uno smalto bicolore, bianco e rosa.
Ho giocato parecchio con lo sguardo e non solo…
Gianfranco ha catturato non solo il mio “lato seducente”, ma anche quello che mostra la mia disabilità. È parte del gioco, del messaggio che vogliamo trasmettere, della bellezza che si trova anche nella diversità.