Salvini e i rom: più che ruspe, informazione
L’Associazione
per i Diritti Umani ringrazia l’Associazione 21 luglio per questo
documento.
La
tragedia di due giorni fa nella Capitale – un
gravissimo fatto di cronaca trasformato in una campagna d’odio
anti-rom
– ha dato il la al leader della Lega Nord Matteo
Salvini
per avventarsi su quanto accaduto e reiterare, a pochi giorni dal
voto regionale, la sua personale crociata
a base di discorsi d’odio
(hate
speech)
nei confronti dei rom e sinti in Italia.
Una
campagna, che ha come effetto quello di soffiare sul fuoco
dell’ostilità e dell’intolleranza verso tali comunità, partita
già lo scorso dicembre, quando Salvini presentò la lista “Noi con
Salvini” in vista della campagna elettorale per le elezioni
regionali 2015.
Abbiamo
analizzato i discorsi di Salvini,
individuandone le tesi principali (vedi
sotto).
Ne emerge un quadro di frasi,
slogan
propagandistici
e retorica
stigmatizzante
che amplifica e replica stereotipi e pregiudizi negativi, sfociando
nel rischio concreto di una graduale
sedimentazione
ed
escalation dell’antiziganismo,
il sentimento d’odio verso rom e sinti.
Gli
effetti
di una tale diffusione e di un tale grado di accettazione
dell’antiziganismo sono vari, ma si possono riassumere in tre
principali ripercussioni:
- Ripercussioni
materiali,
in termini di trattamenti o atteggiamenti discriminatori, sulla
vita quotidiana di rom e sinti,
in particolare nella sfera dell’impiego e dell’abitare; - Un
graduale innalzamento della soglia di accettazione
nei confronti di discorsi e retoriche apertamente ed esplicitamente
penalizzanti e stigmatizzanti, con il rischio di facilitare
occasionali derive violente; - Un
enorme ostacolo per l’applicazione di politiche effettivamente
inclusive
rivolte a rom e sinti, dovuto al fatto che un’elevata diffusione
di sentimenti antizigani funge da enorme fattore deterrente per
l’attuazione di politiche di inclusione sociale da parte delle
amministrazioni locali.
Per
contrastare il fenomeno dell’hate
speech,
occorrerebbe anzitutto un
cambiamento culturale che coinvolga l’insieme della società:
dai politici agli insegnanti, ai professionisti dell’informazione
fino all’insieme dell’opinione pubblica. Per facilitare tale
processo, sono più che mai necessari strumenti
dissuasivi efficaci
per arginare tali derive del discorso politico, di
cui tuttavia il nostro Paese non dispone in maniera sufficiente
rendendosi così terreno fertile per la diffusione dell’hate
speech
e ritardando il momento in cui l’utilizzo della retorica dell’odio
nelle sue diverse declinazioni smetterà di essere proficua e
comporterà anzi un
caro prezzo da pagare,
ad esempio in termini di isolamento
politico.
«Gli
Stati parte devono dedicare la dovuta attenzione a tutte le
manifestazioni di discorsi d’odio di stampo razzista e adottare
misure efficaci per combatterli», si legge nella Raccomandazione
Generale sui discorsi d’odio diffusa a fine 2013 dal Comitato
delle Nazioni Unite per l’Eliminazione della Discriminazione
Razziale
(CERD).
Di
fronte alla valanga di dichiarazioni rilasciate negli ultimi mesi,
settimane e giorni dal leader leghista Matteo Salvini, di fronte alla
constatazione della scarsità di strumenti, in Italia, per mettere un
argine ai discorsi d’odio, di fronte alle ricadute devastanti che
tali discorsi hanno sulle vite di rom e sinti e sulla percezione
pubblica nei loro confronti, il rischio, per chi vorrebbe un’Italia
libera da discriminazioni e pregiudizi, è di lasciarsi travolgere
dal senso di rassegnazione
e dalla constatazione del vanificarsi
dei propri sforzi.
Si verrebbe così tentati dall’alzare
bandiera bianca,
non provare più a scardinare stereotipi e luoghi comuni, restare
in silenzio.
Eppure
sappiamo bene che non possiamo, e mai potremo farlo, perché quella
dei diritti umani è una
sfida che si gioca e che si vince a poco a poco,
un tassello dopo l’altro. Per questo la nostra Associazione –
insieme, ne siamo certi, a tutti gli uomini e le donne in Italia che
condividono le nostre preoccupazioni e la nostra sfida – continuerà
a denunciare e a raccontare fatti e storie nell’intento di
decostruire gli stereotipi negativi e i pregiudizi diffusi nei
confronti di rom e sinti. Quell’onda
antizigana che Matteo Salvini ha cavalcato pur di guadagnarsi il
consenso elettorale. Sulla pelle dei rom.