La carta di Beirut: l’Islam liberale non vuole la violenza
conversione né perseguire chi ha una fede diversa dalla propria.
L’islam vieta di condurre una guerra contro chi è diverso,
scacciarlo dalle propria terre e limitarne la libertà in nome della
religione. Beirut si fa portavoce dell’islam liberale che
vuole la convivenza con i cristiani, di cui è ricca la tradizione
del Libano”: queste sono alcune delle importanti
affermazioni contenute nella “Dichiarazione di Beirut
sulla libertà religiosa”, pubblicato dalla Mokassed di Beirut,
associazione sunnita vicina a Dar el-Fatwa. Il messaggio è stato
preparato il 20 giugno scorso.
La dichiarazione di Beirut sulle libertà religiose
Il Libano, gli altri Paesi Arabi e i musulmani sono oggi in
tumulto a causa della religione, del settarismo e del
confessionalismo. Le persone sono uccise, escluse della propria casa
e della dignità.
In questa situazione anormale, la religione è sfruttata per
motivi politici, sacrificando invano persone, Paesi e civiltà.
Questo sta provocando il sorgere dell’islamofobia in varie parti
del mondo. La convivenza e i valori ereditati dalla nostra civiltà,
come pure il futuro dei nostri giovani, sono seriamente minacciate.
Molte iniziative arabe e islamiche hanno tentato di porre rimedio, e
perfino combattere questa situazione, per correggere e rigettare la
violenza perpetrata in nome della religione.
L’Associazione filantropica islamica Makassed
di Beirut, che è impegnata nei valori educativi, islamici e
nazionali, si trova obbligata a sostenere e diffondere la cultura
della tolleranza e della ragione (enlightenment). Essa si ritiene
responsabile nel costruire una società dove le persone possono
vivere insieme in libertà, in una società civile e di progresso
che può affrontare i pericoli che minacciano la nazione, i suoi
cittadini, i valori morali e religiosi.
La Makassed, in quanto organizzazione araba e nazionale, è
chiamata a opporsi all’estremismo e alla violenza, e per questo
annuncia la Dichiarazione di Beirut sulle libertà religiose,
confermando i valori tradizionale che sono gli illuminati valori di
Beirut e del Libano, per salvaguardare la dignità di ogni cittadino
ed essere umano. Perciò, la Makassed spera di salvare e proteggere
la religione da coloro che tentano di prenderla in ostaggio con
falsi slogan.
1. La libertà di fede, di culto ed educazione
La fede religiosa è una libera scelta e un libero impegno. È un
diritto di ogni persona. Il Sacro Corano inequivocabilmente protegge
questo diritto quando dice:
“Non c’è costrizione nella religione. L’orientamento
giusto è stato distinto dall’errore” (Al-Baqara 256).
E in un altro versetto:
“Quindi ricordati! (rivolto al Profeta, la pace sia con lui)
Perché tu non sei che un promemoria; tu non hai influenza su di
loro” (Al-Ghashiyah 22).
Per più di 13 secoli, la nostra terra ha visto moschee, chiese e
luoghi di culto costruiti fianco a fianco. Noi vogliamo che questa
eredità di libertà, di collaborazione e di vita comune rimanga
profondamente salda nella nostra terra, nelle nostre città e tra i
nostri giovani. La nostra religione e tradizioni nazionali, le
nostre alleanze e le nostre leggi ci guidano ad aderire fermamente a
questi principi.
Negare il diritto delle comunità cristiane di esercitare la loro
libertà religiosa e distruggere le loro chiese, i loro monasteri e
istituti educativi e sociali, è contrario agli insegnamenti
dell’islam ed è una violazione palese dei suoi principi, visto
che questi abusi sono compiuti nel suo nome.
Di conseguenza, noi proclamiamo, dal punto di vista islamico,
umanitario e nazionale, che noi siamo assolutamente contrari a
questi atti distruttivi e facciamo appello ai nostri compatrioti
cristiani perché resistano agli atti di terrore che cercano di
cacciarli dalla loro terra e li sollecitiamo a rimanere attaccati e
radicati in profondità a queste terre, insieme ai loro fratelli
musulmani, godendo insieme a loro degli stessi diritti e doveri. In
questo modo loro, con i compatrioti musulmani, salvaguarderanno i
nostri valori comuni e la nostra convivenza in una comunità
multireligiosa e onnicomprensiva.
La nostra eredità comune, come credenti in Dio, ci impone di
rigettare la costrizione in ambito di fede, di rispettare la libertà
intellettuale e di accettare le differenze fra gli uomini come un
espressione del volere di Dio. Solo Dio può giudicare dli uomini
laddove essi differiscono.
2. Il diritto alla dignità
Questo è un diritto proclamato dal testo coranico. Il Sacro
Corano dice:
“Abbiamo onorato la progenie di Abramo e l’abbiamo portata
per terra e per mare. Li abbiamo rifocillati di prelibatezze e li
abbiamo preferiti di gran lunga tra molti che abbiamo creato”
(Al-Israa’ 17:70).
Perciò, l’uomo ha dignità in quanto essere umano. Il
fondamento della sua dignità è il fatto che è stato dotato di
ragione, libertà di credere, d’opinione e d’espressione. Egli è
responsabile in modo diretto davanti a Dio per l’esercizio delle
sue libertà. È diritto dell’uomo godere di protezione della sua
libertà da parte dell’autorità al governo; nessuno ha il diritto
di giudicare le persone per la loro fede e di perseguitarle e
discriminarle per ragioni religiose o etniche. Dio l’Altissimo
dice:
“Non dire ad alcuno che si sottomette a te in pace: ‘Tu non
sei un credente’, cercando così il bottino della vita presente”
(Al – Nisa’ 4:94).
“Tutta l’umanità è la progenie di Adamo”, ha detto il
Profeta Maometto (la pace sia con lui) nell’ultimo sermone. Egli
ha anche detto “tutti gli esseri umani sono uguali”.
Il Sacro Corano riconosce solo due ragioni per una guerra
difensiva: la persecuzione religiosa e l’espulsione dalla propria
terra. Il Sacro Corano dice:
“Riguardo a coloro che non ti hanno combattuto per la tua
religione, che non ti hanno cacciato dalle tue case, Dio non vi
vieta di trattare loro in modo onorevole e di agire con bontà nei
loro confronti, perché Dio ama coloro che agiscono con onestà”
(Al-Mumtahinah 60:8).
Agli occhi del Corano, nessuno ha il diritto di fare la guerra ad
una persona a causa del suo credo o ad un popolo o una comunità per
cacciarli dalle loro case, o privarli della loro terra. È perciò
nostro dovere unire gli sforzi per proteggere le libertà religiose
e nazionali, rispettare la dignità umana per proteggere la
convivenza sulla base della giustizia e dell’amore.
3. Il diritto alla differenza, il diritto alla pluralità
Il diritto ad essere diversi è confermato da Dio che dice:
“Oh umanità, noi ti abbiamo creata maschio e femmina, e
formata in nazioni e tribù così che vi possiate conoscere. Agli
occhi di Dio, i più nobili in mezzo a voi sono i più pii” (Le
Stanze 49:13).
Le differenze tra le società e la loro pluralità, la libertà
individuale e comunitaria tra le società e i gruppi sono un
fenomeno naturale. Conoscere e riconoscersi gli uni gli altri è un
comando divino. Mai le società umane sono state una o la stessa nel
loro atteggiamento e nel loro modo di vivere, o anche nel loro credo
religioso.
4. Il diritto a partecipare alla vita politica e pubblica
Il diritto di partecipare alla vita politica e pubblica è
fondato sui principi dell’uguaglianza, della libertà di scelta e
della responsabilità individuale. L’islam, come dichiara il
documento di Al-Azhar, non impone uno specifico regime politico e
non approva uno Stato religioso. Il sistema politico, in qualunque
società, è la creazione della gente in quella società, musulmani
e non musulmani. Secondo gli accordi comuni come cittadini, il
popolo sceglie il proprio sistema di governo, ed essi lo cambiano
secondo la loro libera volontà secondo i loro migliori interessi.
Perciò, considerare uno specifico sistema politico come sacro o
infallibile, o come una materia di fede religiosa, è un
fraintendimento della religione e una imposizione sulla gente, che
sia musulmana o non musulmana. Tutte le persone sono custodite dallo
Stato nazionale che essi hanno creato insieme, ed essi rispettano la
costituzione e le leggi che li considera uguali in diritti e doveri.
5. Il nostro impegno per le alleanze arabe e internazionali
La cultura araba ha avuto una civiltà gloriosa e pluralista, che
ha contribuito al progresso del mondo. Essa ha creato Stati e
sistemi di governo e istituzioni. La religione non è mai stata un
ostacolo a questi traguardi. Se noi oggi ci volgiamo contro questa
cultura in nome della religione, noi tradiamo la grande eredità del
passato e la nostra costante lotta per il progresso e la sicurezza.
Noi siamo impegnati a sostenere la Carta delle Nazioni Unite, la
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e le successive
Dichiarazioni arabe. L’ultima di queste è la dichiarazione di
al-Azhar riguardo le libertà fondamentali.
Noi siamo parte di questo mondo, e aspiriamo a essere
positivamente partecipi del suo progresso. Non siamo spaventati dal
resto del mondo e non vogliamo essere una fonte di paura per gli
altri. Non vogliamo isolarci dal resto del mondo e non vogliamo che
il mondo si isoli da noi. Ricordiamo che i musulmani costituiscono
un quinto della popolazione mondiale, e un terzo di essi vive in
Paesi non musulmani.
6. Il nostro impegno verso il Libano perché sia una patria e
uno Stato democratico unificato
Basata sui valori di libertà, libera associazione e vita sociale
comune, la formula libanese dello Stato ha creato un sistema
consensuale, che garantisce le libertà di base e ha condotto ad uno
Stato fiorente. Certo, noi riconosciamo che il sistema libanese di
governo soffre di grossi problemi, ma questo sistema rimane aperto a
miglioramenti, nella misura in cui la libertà politica e religiosa
sono garantite e la volontà del popolo è salvaguardata. I
pensatori e intellettuali libanesi musulmani, molti dei quali sono
laureati alla Makassed, hanno contribuito a questa cultura di
libertà e a questo pensiero islamico liberale. Essi si sono uniti
ad altri intellettuali libanesi nel tracciare l’Alleanza
nazionale, gli accordi di Taef e i Dieci principi che Dar Al
Fatwa ha proclamato nel 1983. Quest’ultimo documento afferma i
principi della cittadinanza comune, del governo civile, delle
libertà civili e della lealtà al Libano come Stato sovrano e
patria per tutti i cittadini. Noi vogliamo che il Libano rimanga
unito e democratico, protettore delle libertà e dei diritti di
tutti i cittadini e un modello di società plurale e libera. Il
Libano sarà quindi un esempio da seguire per tutti i regimi arabi
che stanno soffrendo profondamente a causa dell’estremismo e
dell’intolleranza e dei crimini commessi in nome della religione,
che cacciano le persone fuori delle proprie case, ignorando i
principi della convivenza e della dignità umana. Il modello
libanese sarà [uno] di tolleranza, di non violenza e di umanesimo.
7. Il ruolo e l’impegno della Makassed
La Makassed rimarrà fedele alla sua missione e ai suoi principi
come sono stati definiti 137 anni fa. Esso sgi impegna per la
libertà di educazione e l’insegnamento della tolleranza
religiosa. La Makassed ha insegnato l’islam a numerose generazioni
tramite rinomati insegnanti proveniente dal Libano e da altri Paesi
arabi.
Noi faremo rivivere questa tradizione e riformeremo
l’insegnamento dell’islam in stretta collaborazione con Dar Al
Fatwa, e beneficeremo dai recenti metodi innovativi di insegnamento
di materie civiche. La Makassed è sempre stato un faro di
tolleranza nell’educazione civica e religiosa. Col volere di Dio,
rimarrà tale.
Beirut è stata “la Madre delle leggi” e una casa per la
libertà e la creatività. Allo stesso modo in cui ha partecipato
alla creazione dello Stato moderno e al progresso della libertà,
essa si sforza di rimanere tale, insieme coi musulmani, i non
musulmani, con la Makassed, in questi tempi difficili per gli Arabi
e per il Libano. Beirut rimarrà la torcia dell’illuminismo
musulmano, del progresso arabo e della pace umanitaria.