Ma non si può morire un po’ alla volta
I 240 profughi senza alloggio a Bolzano rischiano di essere ancora piu’ dimenticati dopo gli attentati di Bruxelles.Si tratta di uomini giovani provenienti dall’Afghanistan,Pakistan, Iraq,Siria,Paesi africani, che sono giunti a Bolzano da alcuni mesi,non inviati qui secondo le quote previste dal governo italiano, ma arrivati personalmente,probabilmente attraverso la rotta balcanica. Hanno fatto tutti regolarmente da tempo la domanda di protezione internazionale in Questura. Li ho visti per strada, senza alcuna dimora fino alla fine
di dicembre, che vivevano sotto un ponte del Talvera a temperatura rigida. Alla fine dell’anno sono stati accolti in uno dei cosiddetti centri di “emergenza freddo”. Ma la situazione e’ sempre difficilmente vivibile. Infatti possono rimanere solo nelle ore notturne,hanno
diritto ad un solo pasto caldo al giorno, senza assistenza sanitaria.
Alcuni di loro ho visto che portano ancora i segni di ferite non curate. Certi sono anche distrutti psicologicamente, parlando con loro lo si capisce. Qualcuno per arrivare qui mi ha raccontato che ha perso in mare quasi tutti i propri famigliari.
Sono testimone di queste grandissime sofferenze che ne’ la gente di Bolzano ne’ i politici che dovrebbero aiutarli possono immaginare. Mi sono rivolto alle autorità competenti, sia a livello locale che internazionale, facendo conoscere questa situazione anche ai rappresentanti delle Nazioni Unite. Il Presidente provinciale Arno Kompatscher, che mi conosce e sa bene la mia storia, il lungo percorso formativo che ho sostenuto in questi anni, ovviamente con il sostegno
di persone della società civile, come lui sottolineava in un’intervista di un giornale locale in lingua tedesca, mi ha risposto dicendomi che in Giunta conoscono la situazione da me descritta e stanno facendo il possibile per porvi rimedio. Nella mia lettera gli dicevo che in questi anni ho continuato a girare,in varie parti d’Italia ( da Siracusa a San Candido) ho trovato sempre tanta sensibilità in giovani, adulti, bambini, e mai avrei pensato di
scoprire proprio nella città di Bolzano una situazione cosi’ disumana.
La mia non voleva essere una critica personale, ma un incoraggiamento a superare da politico i condizionamenti che lo possono frenare, come i timori che standard buoni di accoglienza per tutti attirino qui molta piu’ gente.
Penso che la mia storia di accoglienza ( quasi unica) possa essere come un modello per dire che l’accoglienza di profughi non e’ un peso ma una risorsa. Oggi vorrei sottolineare ancora una volta come la soluzione di questo problema e’ molto urgente. Sentire dire da
qualcuno dei rifugiati “Era meglio morire nel mio Paese sotto i bombardamenti, perche’ morivi una volta per tutte, mentre qui muori un po’ alla volta”, vuol dire che siamo al limite della sopportazione.
E’ importante che comprendano questo anche il Commissariato del Governo e il Comune di Bolzano. E’ calpestata la dignità di esseri umani.
Non basta sollecitare il Governo Italiano, come e’ stato fatto, ad intervenire,,occorre che gli Enti Locali facciano un ulteriore passo per trovare soluzioni degne per esseri umani. Non e’ possibile
continuare a non avere un progetto che li accompagni per la loro integrazione,non e’ possibile dovere vagabondare per la città portandosi dietro il loro povero bagaglio fino alla sera, non potere andare da un medico se stanno male, fare digiuno con un solo pasto alla sera.
SOS, aiuto per i 240 profughi non considerati, invisibili a Bolzano!
Per favore diffondete come potete questo appello perché la
cittadinanza si renda conto che tra di loro ci sono persone che hanno
estremo bisogno di aiuto. Non siamo al confine tra Grecia e Macedonia
e nemmeno nei campi del Libano, ma in una ricca città capoluogo.
Eppure qui ormai da diversi mesi persone che sono riuscite a fuggire
da guerre, torture, persecuzioni e situazioni impossibili di vita non
trovano un minimo di accoglienza, nonostante abbiano fatto in Questura
la loro domanda di protezione internazionale. Ho già denunciato questa
situazione ottenendo risposte evasive. Niente si muove. E’ una partita
a ping pong, si fanno sempre richieste ad altri. Nessuno si cura di
loro, anche se non muoiono di fame. Nemmeno l’assistenza medica per
ora è garantita. L’UNHCR riferisce che in Canada sono stati accolti in
pochi mesi 26000 rifugiati e l’accoglienza per 9.000 di loro è stata
finanziata dai cittadini. Qui i soldi dei cittadini finiscono nei
vitalizi di alcuni ex consiglieri che godono di un cifra di 1 milione
di euro a testa. Non si trovano però mezzi e risorse per finanziare
un’emergenza umanitaria. Siccome questi migranti non creano problemi
di ordine pubblico e’ come non esistessero. Ma per quanto? Per fortuna
è in funzione una rete di volontariato che si occupa di rispondere ad
esigenze minime, ma l’ Ente pubblico è latitante.