E’ ripartito il FREEDOM BUS
di Monica Macchi
Dal 21 marzo al 1° aprile si è svolto il progetto Freedom Bus: un’iniziativa del Freedom Theatre che viaggia nei campi profughi di Jenin, di Aida, di Dheisheh, nel villaggio di Nabi Saleh e nella zona a sud di Hebron. Lo scopo, attraverso quella che Juliano Mer-Khamis chiamava “Intifada culturale”, è quello di sfruttare la forza della creatività e dell’espressione artistica per testimoniare, sensibilizzare e costruire rapporti in tutta la Palestina occupata rafforzando nel contempo la solidarietà internazionale (saranno presenti ad esempio Jonatan Stanczak del BDS Svezia e Sudhanva Desphande regista indiano di teatro di strada). Il programma prevede la costruzione di parchi giochi e la riparazione di scuole danneggiate, la creazione di murales e di nuovi orti con verdure per l’autosufficienza alimentare ed anche di ulivi per rimpiazzare quelli incendiati dai coloni. Ma sono previste anche discussioni politiche e tavole rotonde con Omar Barghouti che parlerà del boicottaggio culturale, Alaa Hlehel sul tema del postcolonialismo e lo storico Ilan Pappe sul ruolo della cultura nel contesto dell’occupazione. E ovviamente non possono mancare gli spettacoli teatrali! Dal Freedom Theatre con la piece “L’assedio” al Hakawati con “Mezza bustina di proiettili” allo Yes Theatre con “Handala” fino allo spettacolo di Mo’min Switat “65 secondi da Gaza” per ribadire che Cisgiordania e Gaza non sono territori a sé stante ma costituiscono insieme la Palestina.
2 risposte
[…] Negli ultimi quattro anni, il Freedom Theatre è stato attivo in Cisgiordania attraverso il Freedom Bus, che porta attori e musicisti palestinesi nei villaggi dei territori occupati, per incontrare le […]
[…] già parlato (http://www.peridirittiumani.com/2016/04/08/e-ripartito-il-freedom-bus/) del Freedom Theatre di Jenin e del ruolo dell’arte come strumento di resistenza; ora ha […]