“Hate crimes in Europe!”: Disagi continui / Continuous Hardships
di Cinzia D’Ambrosi
Gli effetti psicologici dei campi e detenzioni sui richiedenti di asilo sono numerosi, anche se i campi di accoglienza sono aperti, e quindi i richiedenti asilo sarebbero liberi, ma in realta’ sono immobilizzati da barriere burocratiche fino a che non viene presa una decisione sul loro caso . La sistematica e prolungata detenzione e permanenza in questi centri hanno effetti devastanti sia a livello fisico che mentale su coloro che sono gia’ provati da esperienze traumatiche. In un degli ultimi reports di Medecin San Frontiers (in Grecia) è citato un grande numero di malattie riscontrate, incluse quelle respiratorie e gastrointestinali, ma è stata riscontrata anche una particolare rilevanza di malattie mentali quali:, ad esempio, depressione ed ansieta’. Purtroppo queste non sono trattate e spesso vengono alimentate dalle scarse condizioni nei campi e dei centri. Per esempio, nel porto di Piraeus e in Elliniko – dove al momento centinaia di profughi hanno trovato riparo – non ci sono servizi per accedere ad acqua corrente e quindi potersi lavare. Anche ricevere un bicchiere d’acqua consiste nell’aspettare in una lunga fila di persone, come mi racconta un profugho dell’Afghanistan. Melak, una donna della Siria, mi dice che e’ nel porto da 20 giorni ma non ha avuto accesso ad acqua, mentre Benar, anche lei della Siria, incinta di sette mesi trova molto difficile la scarsita’ di cibo. Purtroppo c’e una grande necessita’ di migliorare le condizioni di questi posti e di creare un processo legale piu’ rapido per allievare la sofferenza di molti.
Didascalia: Fuggiti da Kobane, i bambini vivono in tende intorno l’aeroporto di Piraeus |
Caption: Escaping from Kobane, children living in a tent at Piraeus port. |
Continuous Hardships
by Cinzia D’Ambrosi
The psychological effect that migration camps, detentions have on refugees are numerous. Even if migration camps are open and asylum seekers are free to go out and come back, they are immobilized by bureaucratic barriers. They cannot really leave until a decision on their legal status is reached, and are not allowed to welfare support. Thus, the effect of a camp even if it is not fenced, holds equally the psychological representation of being detained. Prolonged and systematic detention has devastating effects on physical and in particular mental health. In one of their latest reports, MSF (Medicine San Frontiers, Greece) cites a number of medical problems being detected including respiratory, gastrointestinal disease and a number of stress and trauma related diseases such depression, anxiety. For example, in Piraeus port and in Elliniko where thousands of asylum seekers have found shelter, there are not facilities for running water, thus it is not possible to wash. An asylum seeker from Afghanistan says that one needs to queue for a glass of water. Many of the asylum-seekers have lived traumatic experiences and being a victim of torture and continue to live traumatic experiences, which are aggravated by the prolonged limbo conditions. Similarly, Melak, a lady from Syria has been 20 days in the camp in Piraeus and has had no access to water and Benar, 7 months pregnant mother from Syria is finding it very hard particularly as food is scarce. There is a need to improve conditions in these spaces and to create a more rapid system for the legal process to take place.